Russia: top 20 dei siti meno leali al governo

Russian disloyalty by the numbers. Images mixed by author.

Hit-parade della slealtà. Fotomontaggio di Rothrock.

Un sito web schierato a favore del Cremlino afferma di aver condotto uno studio quantitativo che classifica testate e media russi secondo la loro mancanza di lealtà. Senza rivelarne la metodologia completa né condividere i dati grezzi, il 31 marzo 2014 Politonline.ru ha pubblicato [ru, come i link seguenti, tranne dove altrimenti indicato] una lista delle venti fonti di notizie più “negative” dell'Internet russo. A quanto pare la ricerca consisteva nell'isolare parole chiave e frasi nel materiale prodotto dalle testate e media russi, e condurre un'analisi lessicale e semantica per determinare “il sentimento emotivo e il tono”.

Lo studio ha preso in considerazione termini come “Anschluss” [it], “annessione” e “uomini verdi” (una frecciatina alle truppe militari in Crimea fortemente sospettate di essere soldati Russi in incognito) come prova di un atteggiamento negativo verso la Russia, mentre parole come “unificazione”, “supporto per la Crimea” e “uomini gentili” (un eufemismo d'approvazione per le truppe militari della Crimea) indicavano giudizi positivi. Politonline.ru ha anche analizzato la lingua usata in contesti con termini quali “Maidan” e “Settore di destra” per determinare se i testi presentassero sentimenti positivi o negativi.

Al primo posto nella lista di “mass media valutati in base alla negatività verso la Russia” si trova la radio Eco di Mosca, seguita da TV Rain e Novaya Gazeta e da tutte le altre. Stranamente, Politonline.ru è collegata tramite hyperlink a tutte le testate e i media, comprese le due pubblicazioni che il governo Russo ha incluso in una lista nera ufficiale il 13 marzo.

La lista stilata da Politonline.ru dei 20 mezzi di informazione russi meno leali.

È da notare il fatto che il sito nazionalista russo Sputnik & Pogrom non è stato incluso nella lista grazie al suo aperto sostegno per l'annessione della Crimea alla Russia. Secondo Politonline.ru, Sputnik & Pogrom sarebbe stato al settimo posto sulla lista, fino all'annuncio del referendum separatista da parte della Crimea il 16 marzo. Questa svolta ha permesso al sito (che appoggiava la sovranità della Russia sulla Crimea) di “chiudere in pareggio”, con livelli uguali di sentimenti positivi e negativi per la Russia.  

Politonline.ru è notoriamente critico dell'opposizione liberale russa e attacca regolarmente vari leader di protesta come Alexey Navalny. L'inclinazione editoriale del sito è inoltre apertamente patriottica e decisamente anti-occidentale. Non sorprende quindi che studiosi simpatizzanti del regime come Aleksandr Dugin e Sergey Markov abbiano richiamato l'attenzione alla lista di Politonline.ru, condividendo lo studio su Facebook. Dugin ha raccomandato l'uso di questi dati come una lista di bersagli, suggerendo che il governo potrebbe far chiudere tutti i siti uno dopo l'altro in base al loro grado di “negatività”.  Markov, invece, si è detto diffidente della metodologia di Politonline.ru e ha fatto notare che il portale d'informazione bandito ej.ru (al quattordicesimo posto in classifica) avrebbe dovuto essere più in alto. 

È da diversi mesi che RuNet Echo e molti altri raccontano come il patriottismo russo nel mezzo del clamore in Ucraina abbia raggiunto livelli altissimi, aumentando la repressione della libertà di parola, delle proteste e della stampa, già in atto dal giugno 2012. Il tentativo di Politonline.ru di quantificare la mancanza di lealtà è farsesco per l'utilizzo apparente di scienze sociali, ma il suo valore d'intrattenimento inizierà sicuramente a svanire non appena la censura russa bandirà il prossimo mezzo d'informazione presente sulla lista. 

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