Venezuela: esclusivo accordo sul nucleare con la Russia

Dal 2005 Russia e Venezuela hanno intensi rapporti commerciali: negli ultimi anni il Paese sudamericano ha investito oltre 4 miliardi di dollari in armamenti russi [es, come gli altri link eccetto dove diversamente indicato]. Il presidente Hugo Chávez [it], attualmente in visita in Europa e in Asia, la settimana scorsa si è incontrato con il presidente Dmitrij Medvedev [it] Russia durante la sua nona visita al Paese. Chávez e Medvedev hanno firmato “un piano d'azione” relativo a diversi settori strategici: in settore della finanza, degli idrocarburi, per la vendita di armi (35 carri armati T-72 e T-90), per l'agricoltura, le telecomunicazioni, i trasporti, la cultura e per l’energia atomica.

Hugo Chávez e Dmitrij Medvedev. Immagine dell’utente Flickr Globovisión, usata con licenza Creative Commons-Attribution Non Commercial 3.0 Unported.

L'attesa generata dalla sua visita a Mosca è stata ampiamente soddisfatta con la firma per la realizzazione di un impianto nucleare da 500 megawatt. Ci vorranno circa 10 anni per l’installazione, e il Venezuela è il primo Paese latinoamericano a firmare un accordo di energia nucleare con la Russia.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Il portavoce del Dipartimento di Stato alla Casa Bianca, Philip Crowley ha dichiarato: “Vigileremo molto, molto da vicino”.

Su Twitter, William R. Tellechea (@twiwilliamramon) scrive:

ya los gringos empezaron a chillar porque ahora vamos a usar energia nuclear, respeten, somos un país soberano, socialista, “viva Chavez”.

Gli americani hanno già iniziato a urlare perché useremo energia nucleare; che ci rispettino, siamo un Paese sovrano e socialista, “Viva Chávez”.

Il governatore dello Stato di Miranda [it] in Venezuela, Henrique Capriles Radonski appare critico: “Si parla di piani nucleari, quando più di 3 milioni di bambini sono esclusi dalla scuola, il 58% dei bambini della primaria non completa il nono anno e solo il 5% del totale finisce il ciclo completo. Questa situazione va cambiata insieme; io sono uno strumento, ma senza l’appoggio di tutti non si può cambiare la realtà”.

Il Venezuela sta attraversando la peggiore crisi della storia nel settore dell'elettricità; le interruzioni di corrente all'interno del Paese sono frequenti, e creano grande malcontento nella popolazione. Ancora suTwitter, Miguel Angel Nieto (@miguelnieto863) rilancia:

‎​Como puede Venezuela Pasar a la era nuclear sino pudo con la era eléctrica? (Misterios de la Revolución)

Come può il Venezuela passare all'era nucleare, se non riesce neppure a attuare pienamente l’era elettrica? (Misteri della Rivoluzione)

Il rappresentante permanente del Venezuela presso le Nazioni Unite, Jorge Valero, conferma “che il TNP (Trattato di non proliferazione nucleare), non cerca solamente l'eliminazione delle armi nucleari, ma anche la parità di accesso alle tecnologie nucleari per obiettivi civili, motivo per cui il governo venezuelano rivendica il diritto sovrano di ogni Paesi a sviluppare l'industria nucleare a scopi pacifici”.

Luís Fernando Angosto analizza la notizia nel portale aporrea.org:

Aparentemente, cuando se trata de llegar a “ser potencia”, no importa si la vía es la socialista o la capitalista: el ansiado fin justifica los medios. Además, está siendo fácil contar con socios en este tipo de empresa; socios bienintencionados y hasta altruistas que trabajan para que las naciones alcancen su independencia. En este caso, Venezuela tiene a Rusia.

A quanto pare, quando si tratta di raggiungere lo status di “potenza”, non importa se la strada scelta è quella socialista o capitalista, l’agognato fine giustifica sempre i mezzi. Inoltre, è facile avere partner in questo tipo di attività; alleati benintenzionati o addirittura altruisti lavorano perché le nazioni raggiungano l’indipendenza. In questo caso, il Venezuela ha l’appoggio della Russia.

Juan Cristobal del blog Caracas Chronicles [en] delinea le “5 ragioni per non preoccuparsi delle ambizioni nucleari di Hugo Chávez”:

1. Il governo Chávez è un governo d’incompetenti. Recessione. Inflazione. Infrastrutture al collasso. Frequenti interruzioni di corrente. Containers con alimenti andati a male. Programmi per raffinerie abbandonati. Il Gasdotto del sud. Che altro c’è da dire? L'uomo [Chávez] è un megalomane, e i russi sperano di guadagnarci con le salate commissione.

2. Non c'è tempo, né denaro […]

3. Il governo si è alienato lo scarso capitale umano che rimane […]

4. I nostri vicini non sono preoccupati. Non vi è stata alcuna reazione da parte del governo colombiano né di quello brasiliano. Se non sono preoccupati loro, perché dovremmo esserlo noi?

5. Hugo Chávez non ha più slancio politico: come hanno dimostrato le ultime elezioni parlamentari, la maggioranza dei venezuelani è contraria all’amministrazione di Chávez. Se oggi vi fossero le elezioni, perderebbe […]

L'impianto nucleare è in una fase preliminare, e la costruzione di un'infrastruttura di questa portata non è facile per un Paese in via di sviluppo, che ha peraltro diversi fattori a sfavore: il debito cresciuto in modo sproporzionato, un parlamento ostile alla maggioranza di governo e un degrado sociale che si riflette in circa 30 omicidi nei fine settimana, facendo di Caracas una delle città più violente al mondo. Questa volta il presidente Chávez dovrà valutare attentamente se i suoi desideri possano essere realizzati o meno.

L’immagine della testata è di Globovisión, ripresa da Flickr con licenza Creative Commons Attribution Non Commercial 2.0.

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