La visita del Papa in Camerun (2): clero, corruzione e politica

Il viaggio del capo della Chiesa Cattolica Romana che ha fatto tappa in Camerun in questi giorni ha spinto alcuni blogger camerunensi a puntare i riflettori sulle ripercussioni politiche (se ve ne sono) di una visita papale in questo Paese. Neba Fuh, che scrive sul blog Voice of the Oppressed [in], è tra questi:

Papa Giovanni Paolo II è stato in Camerun due volte e gli effetti sulla popolazione già in miseria non sono stati altro che un’euforia religiosa a spese delle finanze personali e del tesoro pubblico. Le domande alle quali nessuno ha mai risposto a proposito delle azioni repressive di Biya [it] restano senza risposta.

Aloysius Agendia, giornalista ed ex seminarista, in un post intitolato “La visita di Papa Benedetto XVI in AFRICA: oltre la retorica spirituale“ [in] sembra suggerire che la Chiesa debba denunciare le azioni di Stati e politici che nuocciono agli interessi della gente invece di indossare gli abiti della diplomazia:

Sappiamo che la Chiesa e il Vaticano in quanto Stato e organismo religioso, pur se dotato di identità politica, talvolta devono avere un approccio diplomatico. A mio avviso, la religione vera non deve restare indifferente alle ingiustizie, all'oppressione, allo sfruttamento, al colonialismo in ogni sua manifestazione e ad altre forme di immoralità. La Chiesa Cattolica ha fatto tanto e continua a dare il suo contributo ma c’è ancora molto da fare. La diplomazia, malgrado gli innegabili, enormi vantaggi, non deve essere lo strumento abituale della Chiesa perché arriva il momento in cui bisogna dire pane al pane e vino al vino. Cercando di usare sempre mezzi «sottili» per parlare di questioni scottanti, il messaggio si perde o il significato viene sminuito, minimizzato. I vertici della Chiesa non devono scegliere di pranzare solo con chi detiene le redini del potere, i ricchi e i personaggi influenti. Non devono necessariamente schierarsi con l’opposizione ma dovrebbero stare dalla parte dei deboli, degli oppressi, dei malati, e così via.

Aloysius dice chiaramente cosa si aspetta dal Papa:

Quale capo spirituale che simboleggia la speranza egli non deve limitarsi a dire di rimanere in attesa ed essere fiduciosi. Ci aspettiamo che abbia il coraggio di dire apertamente a coloro che contrastano le speranze della popolazione camerunense e africana di avere almeno un po’ di compassione per gli esseri umani e per i loro concittadini.

D’altronde, Voice of the Oppressed [in] si chiede se il clero in Camerun abbia la statura morale per richiedere un cambiamento a chi governa il Paese quando la comunità ecclesiastica per prima non dà certo il buon esempio:

Una società già svuotata moralmente cosa può imparare da un vescovo o da un sacerdote che occasionalmente fanno figli all’interno della propria comunità?
Che lezione può imparare quella società da un sacerdote che ha diverse ‘ragazze’ nella sua comunità, col pretesto che è fatto di carne e ossa come tutti?

O che ha pagato il viaggio all’estero a una delle sue ragazze affinché, lontano dalla comunità, possa dare alla luce i suoi bambini e che quando si reca da loro, in vacanza o per studio, viene accolto dalla ‘moglie’ e dai ‘figli'?
O dal direttore di una scuola, sacerdote, che si appropria del denaro della struttura con fatture false e una contabilità in nero?
O da sacerdoti divenuti predatori di bambini vulnerabili messi a loro disposizione?

Aloysius Agendia ritiene che Papa Benedetto XVI debba prendere coscienza delle devianze del prelato cattolico in Camerun:

Il Santo Padre dovrebbe vedere tutto ciò durante il viaggio in Camerun e in Africa. Innanzitutto, la Chiesa Cattolica e la maggior parte dei suoi ‘pastori’, nel Camerun in particolare, hanno bisogno di una seria ‘valutazione’ o ‘revisione’. È necessario porre fine alle numerose situazioni di promiscuità, ai comportamenti stravaganti e fatui di alcuni sacerdoti, incluso qualche vescovo, che arrivano al punto di fare figli, altri che fornicano con le proprie studentesse, le mogli altrui, i parrocchiani.

Il blogger ritiene che se il Papa non risolverà le questioni sulla corruzione all'interno della Chiesa Cattolica in Camerun la sua visita sarà inutile e priva di significato:

Ipotecare la Chiesa e i suoi beni per ottenere ‘prestiti’ sarebbe come vendere di nuovo Gesù per 950.000 franchi CFA, l’ha già fatto Giuda per 30 monete d’argento. Ciò accade dopo che una famosa cattedrale del Camerun è stata data in garanzia sul prestito chiesto da un vescovo. I gravi ed enormi casi di corruzione, fra le altre situazioni, meritano l'attenzione del Papa. Questi sono i problemi che il Papa deve affrontare, anche in forma privata, con i suoi sacerdoti, affinché la sua missione in Camerun, devo ammetterlo, non rimanga al di sotto delle aspettative generali riducendosi a un nulla di fatto.

Il Papa oserà? Potrebbe essere questo il tema del prossimo dibattito della blogosfera camerunense.

Nota: la prima parte di questo post è disponibile qui [it].

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