Per la prima volta nella storia, Porto Rico in default

Lo spettro del default rischia di stravolgere soprattutto la vita dei comuni cittadini di Porto Rico. Foto scattata da OliverZena e resa pubblica.

Lo spettro del default rischia di stravolgere soprattutto la vita dei comuni cittadini di Porto Rico. Immagine scattata da OliverZena e resa pubblica.

Per la prima volta nella sua storia, il Commonwealth di Porto Rico non riesce a rimborsare un bond da 58 milioni di dollari, il cui pagamento era previsto per il 3 agosto, a fronte di un debito che ammonta a 483 milioni di dollari. I 58 milioni avrebbero dovuto essere ripagati soprattutto a comuni cittadini di Porto Rico, con in mano risparmi o titoli di stato acquistati dalla Corporazione per il Finanziamento Pubblico (Corporación para el Financiamiento Público), un'agenzia governativa di finanziamento.

Il governatore dell'isola ha scelto di non onorare l'impegno nei confronti degli investitori per motivi strategici [it]. I titoli di debito sono per lo più nelle mani di semplici cittadini portoricani che, a differenza dei creditori stranieri, non hanno la facoltà legale di appellarsi a un tribunale.

La Grecia dei Caraibi?

Porto Rico è ormai da anni paragonata alla Grecia (già nel 2012 un articolo di GlobalVoices titolava “Porto Rico: la nuova Grecia?” [en, come i link successivi]) e, proprio come la piccola repubblica ellenica, è oggetto di discussioni e polemiche a livello internazionale. Tuttavia, la situazione dell'isola caraibica potrebbe essere ancora più complicata, e ancora più dolorosa.

Come se un debito superiore ai 72 miliardi di dollari (e che Porto Rico dovrà comunque pagare, nel rispetto della Costituzione) non fosse già un problema di vaste proporzioni, Porto Rico non ha nemmeno un quadro legislativo appropriato per ristrutturare il proprio debito.

L'anno scorso, le autorità legislative dell'isola avevano tentato di aggirare l'ostacolo, approvando una legge che consentisse alle società pubbliche di dichiarare bancarotta, ma le corti federali statunitensi l'avevano respinta poche settimane dopo, bollandola come incostituzionale (ricordiamo che Porto Rico non è uno Stato indipendente, ma un territorio americano). Secondo un ragionamento alquanto contorto, infatti, le questioni legate alla bancarotta andrebbero regolate esclusivamente dal governo federale, dunque Porto Rico non avrebbe la facoltà di ristrutturare autonomamente il proprio debito, almeno stando al Capitolo 9 del codice tributario degli Stati Uniti (Internal Revenue Code). Di conseguenza, Porto Rico non può né avvalersi delle leggi federali, né emanare leggi proprie in materia.

L'unica possibilità rimasta, a quanto sembra, è quella di convincere il Congresso ad adottare i provvedimenti normativi necessari a fornire un quadro legislativo idoneo. Come ha scritto di recente Sergio Marxuach del Center for a New Economy:

What Puerto Rico does not need right now is more austerity, because the capacity to repay its debt ultimately depends on restoring economic growth. At the same time, there can be no economic recovery without debt sustainability and that, in turn, is not possible without significantly restructuring at least some of its debt.

Ciò di cui Porto Rico non ha bisogno adesso sono ulteriori misure di austerità, poiché la capacità di ripagare il proprio debito dipende, in ultima analisi, dal ristabilire la crescita economica. Allo stesso tempo, non può esserci ripresa economica senza sostenibilità del debito, sostenibilità che, a sua volta, è possibile solo attraverso una profonda ristrutturazione quantomeno di una parte del debito.

Luis Gallardo Rivera, una delle firme della rivista digitale La Respuesta, propone un'alternativa, tanto interessante quanto improbabile, che potrebbe migliorare significativamente la situazione:

The founders of Puerto Rico’s Constitution, on the other hand, worked into its Article 6, Section 2 a prohibition against spending more than 15% of revenue on public debt. Said Article states that debt payments must be made before any other public expenditures. Though the Puerto Rican government has traditionally applied this priority to all of Puerto Rico’s debt, only $14.7 billion of it is backed up by this constitutional clause. Analysts and politicians alike have referred to this difference as the island's “extra-constitutional” debt. Some […] consider the extra-constitutional nature of the public debt to be illegal and thus null. […] Despite this, it is unlikely that the government will assume this stance.

I padri costituenti di Porto Rico avevano previsto, attraverso l'Articolo 6, Sezione 2, il divieto di spendere più del 15% delle entrate in debito pubblico. L'Articolo afferma anche che il pagamento del debito sovrano dev'essere considerato prioritario rispetto a ogni altra spesa pubblica. Il governo di Porto Rico, però, ha tradizionalmente applicato la clausola all'intero debito di Porto Rico, mentre in realtà andrebbe applicata solo a una parte di esso (14,7 miliardi di dollari). Alcuni analisti e politici hanno definito la differenza come debito “extracostituzionale”. Alcuni […] considerano la natura extracostituzionale del debito come illegale e quindi nulla. […] Ciò nonostante, pare improbabile che il governo voglia seguire questa linea.

Il Congresso degli Stati Uniti finora ha pressoché ignorato la crisi. Anche la Casa Bianca ha preso le distanze e deciso di non intervenire direttamente nei problemi fiscali di Porto Rico (niente salvataggio, quindi). Tuttavia, il Presidente Obama ha dichiarato apertamente che il Congresso dovrà darsi da fare per fornire a Porto Rico gli strumenti legislativi necessari a ristrutturare il debito, unendosi così a un coro di voci influenti, dalla candidata alle presidenziali 2016 Hillary Clinton, fino agli editor del New York Times. Se il Congresso deciderà di seguire il consiglio, è ancora tutto da vedere.

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