Europa: “Generation E” raccoglie le storie degli espatriati europei sotto i 40 anni

"“Perchè la Generation E (la generazione E)? E sta per Europa, Espatrio, Erasmus, Esodo, Escape (fuga). Noi iniziamo dal pensiero “leggermente romantico” che i giovani europei “espatriati” stiano ponendo le basi del futuro tessuto sociale europeo.."

“Perchè Generation E (la generazione E)? E sta per Europa, Espatrio, Erasmus, Esodo, Escape (fuga). Noi iniziamo dal pensiero “leggermente romantico” che i giovani europei “espatriati” stiano ponendo le basi del futuro tessuto sociale europeo.”

Disclaimer: L'autore del post lavora per il progetto GenerationE.eu project.

Ogni giorno centinaia di giovani del sud Europa impacchettano le loro cose e si dirigono verso un paese diverso nell'Unione Europea in cerca di migliori opportunità. Il trend aumenta nelle periferie—in Portogallo, Italia, Grecia e Spagna in particolare—dove l'attuale crisi economica e l'alta percentuale di disoccupazione hanno portato alla partenza di centinaia di migliaia di persone in età lavorativa negli ultimi 4 anni.

Noi li chiamiamo “generation E”: sono europei espatriati sotto i 40 anni che usufruiscono del diritto fondamentale UE di libero movimento per costruirsi un futuro all'interno dell'Europa, ma non nel loro paese di origine. Ma i flussi migratori nel continente sono difficili da tracciare. Ci sono molte stime e dati frammentari riguardanti i paesi coinvolti, ma non precise mappe transnazionali e statistiche.

GenerationE

Generation E [en], è un'indagine sui giovani europei migranti. Il progetto indipendente, fondato da journalismfund.eu, [en] aspira a fare chiarezza sui dati esistenti e raccogliere contributi e storie dai giovani europei all'estero.

Attraverso una campagna di crowdsurcing lanciata da un team internazionale di giornalisti l'8 settembre 2014, giovani “espatriati” da Portogallo, Italia, Grecia e Spagna sono invitati a condividere le loro storie personali di attraversamento inmmaginario di frontiere del “Vecchio Continente” per reinventare giorno dopo giorno la loro vita in un altro paese.

Un esodo intra-europeo?

Il fenomeno è complesso da monitorare e non misurato in termini di rilevanza e dimensione. Uno studio [es, come i due tweet seguenti] del Superior Council of Scientific Investigations (CSIC) della Spagna – un paese che ufficialmente ha perso 102.000 giovani adulti tra i 20 e i 40 anni tra il 2010 e il 2013 fa notare che le fonti nazionali “sostanzialmente sottostimano l'emigrazione”.:

Es más probable que la cifra se acerque a las 700.000 personas entre 2008 y 2012 que a las 225.000 estimadas por fuentes oficiales.

È più probabiile che il (totale) numero (di emigranti) sia vicino a 700.000 persone tra il 2008 e il 2012 che le fonti ufficiali stimano a 225.000.

135.000 giovani adulti hanno ufficialmente lasciato l'Italia dal 2010 ma le statistiche ufficiali non tengono in conto coloro che non formalmente cambiano la loro residenza.

Le stime fornite parlano di circa il doppio del numero di espatriati”, sostiene [it] il giornalista Jacopo Ottaviani, coordinatore del progetto Generation E, sul Fatto Quotidiano. Lui stesso è contato come uno degli ufficiali.

Nel Regno Unito, il primo paese destinazione per gli italiani in fuga, il console italiano a Londra Massimiliano Mazzanti ha notato [it] che gli italiani «ufficialmente iscritti all’Aire sono in tutto 220mila, mentre le stime sono di oltre mezzo milione a livello Paese e di 250mila nella capitale». Non a caso il sindaco della città Boris Johnson ha accolto in aprile il premier Renzi dandogli il benvenuto nella «sesta città italiana». Come se una città come Genova fosse stata trapiantata tra i quartieri di Londra.

Il Portogallo, un paese con meno di 10 milioni e 500 mila persone, ha 2 milioni e 300 mila emigranti (20,8%), occupando così il secondo posto in percentuale della popolazione tra i paesi dell'Unione Europea dove si emigra di più, secondo solo a Malta. Negli ultimi 4 anni, quasi 107.000 giovani adulti, tra i 20 e i 40 anni, sono partiti ufficialmente, quasi quanto quelli che sono partiti per lavoro e soggiorno temporanei. 

Anche le stime sulla emigrazione dalla Grecia, il paese dove il tasso di disoccupazione giovanile tocca uno dei livelli più alti (circa il 60% nel 2013), sono approssimate. Contattati dal team ad Atene, l'Hellenic Statistical Authority hanno risposto che  non registrano i flussi d'emigrazione.

Storie della generazione E, crowdsourced

Come l'espatriata greca a Londra, Sofia Gkiousou sostiene [en] sul blog “New Diaspora,” “la scelta o costrizione di andare all'estero è una questione molto personale, che interessa la vita reale.” Che cosa fa scattare la decisione di partire? C'è una intenzione di ritorno o c'è veramente la voglia di andare via? Quali difficoltà incontrano oggi i giovani europei? Quali sono le speranze che alimentano il loro futuro?

Allargando lo spettro della cosiddetta “generazione Y” (le persone nate tra il 1980 e il 1994-99 [es], meglio descritte dalla giornalista portoghese Ana Cristina Pereira), “Generation E” propone di andare indietro al 1974 e portare alla luce le storie dei migranti di oggi che sono nati nei primi 20 anni dopo il collasso dei regimi dittatoriali in Portogallo, Grecia e Spagna. 

Il risultato del progetto sarà pubblicato alla fine di ottobre da “Il fatto Quotidiano” (Italia), El Confidencial (Spagna), RadioBubble (Grecia) e P3/Público (Portogallo), e include gli elementi più importanti delle storie raccolte via crowdsurfing, un'approfondita investigazione (visualizzata da mappe e grafici interattivi), e interviste a ricercatori e decision maker europei.

Se sei un under 40 che ha lasciato il Portogallo, l'Italia, la Grecia o la Spagna negli ultimi anni, raccontaci la tua storia.

Se hai amici che appartengono alla “Generation E”, invitali a condividere alcune delle loro gioie, i loro piani, speranze e paure. Lo puoi fare attraverso il sito uffciale (disponibile in portoghese, italiano, greco, spagnolo e inglese), la pagina Facebook, il gruppo Facebook e anche via Twitter usando l'hashtag #GenerationE. Mandaci la tua storia!

This project is being developed with support by Journalismfund.eu.

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