Pakistan: serial killer omofobo usava social media per attirare le vittime

Fermo immagine di un servizo di Samaa TV. Muhammad Eja ha confessato gli omicidi di tre omosessuali durante un'intervista a Samaa TV il 26 aprile 2013.

Fermo immagine di un servizo di Samaa TV. Il ventottenne ha confessato gli omicidi di tre omosessuali durante un'intervista a Samaa TV il 26 aprile 2013.

L’arresto della scorsa settimana di un paramedico di 28 anni, padre di due figli, accusato di aver drogato e ucciso 3 gay a Lahore dopo averli contattati su un social network, non ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla comunità LGBT del Pakistan.

L'uomo, che dopo l’arresto ha confessato gli omicidi, afferma che voleva mandare un messaggio sui mali della pedofilia e dell'omosessualità. Alcuni attivisti temono che l’uomo potrebbe essere acclamato [en, come i seguenti, salvo dove diversamente indicato] come eroe “anti-LGBT”. 

L’omosessualità è complicata in Pakistan. Qui il sesso gay è illegale [it], e mentre il governo non prende apertamente di mira gli omosessuali e raramente tralascia le lunghe pene detentive autorizzate ai sensi di legge, la tolleranza per chi fa coming out è bassa. 

In un paese a maggioranza musulmana, i gay, uomini e donne, devono affrontare lo stigma sociale, la disapprovazione e la discriminazione in molti settori. Alcuni membri della comunità LGBT abbracciano la loro identità e lottano per i diritti in Pakistan. Ma molti scelgono di vivere nell'ombra – vogliono una moglie, dei bambini e il rispetto sociale, pur avendo, occasionalmente, rapporti omosessuali. 

L'uomo ha utilizzato il sedicente “social network gay” Manjam per mettersi in contatto con le sue vittime, secondo quanto ha riportato in un'intervista in prigione di 20 minuti con con la TV urda Samaa TV. L'intervista ha attirato sul web le ire degli attivisti per aver concesso all'omicida una vetrina. Il sito è vietato in Pakistan, e ha annunciato che chiuderà i battenti ai non membri fino a nuovo ordine.

Durante l’intervista l’uomo ha confessato gli omicidi e ha detto che è stato adescato e violentato quando era in quinta elementare da uno studente più grande. Ha affermato di aver denunciato l’accaduto alla polizia e alla scuola, ma che l’aggressore non è mai stato accusato perché proveniente da una famiglia importante.

Di seguito alcuni estratti the dell'intervista tradotti dall'Urdu:

“Ho una causa, i mali che si stanno diffondendo nella nostra società a causa di queste persone. Essi hanno lasciato la retta via e stanno rovinando la vita di altra gente. Non sono realmente gay, per loro il sesso è uno svago, lo definiscono attività sportiva.” [04:13-31]

“Giornalista: Non ti senti in colpa per aver ucciso un essere umano?” “No, ho pulito dell'immondizia […] Ma mi sento in colpa per i loro familiari […] I miei modi sono stati sbagliati” [08:00-45]

“A causa del sesso gay un sacco di ingiustizie si stanno diffondendo nella società. Alcuni lo fanno solo con un ragazzo, lo fanno per abitudine, poi si forzano a farlo con qualcun altro.” [13:35-49]

“Non penso che queste persone siano immondizia. Penso che le loro abitudini lo siano […]” [14:45-54]

In risposta alla sua confessione su Samaa TV, l’attivista pakistana per i diritti LGBT Hadi Hossain ha scritto una lettera aperta su Scroll.in, dicendo che il caso ha has involontariamente rotto il silenzio del Pakistan sull’omosessualità:

“Voglio rispondere a alcune cose che hai detto in quello show. È importante per me perché sono parte della “immondizia”, il termine che hai usato per descrivere i gay.

[ … ]

Pensavi che le tue azioni avrebbero instillato la paura della morte in noi. I membri della comunità inizialmente erano in preda al panico. Alcuni forum e gruppi online sono stati cancellati. Ma hai dimenticato la nostra continua capacità di ripresa che ci ha motivato fin dall'infanzia. Siamo stati vittima di bullismo, di abusi, siamo stati presi a calci, derisi, spinti, scherniti, puniti, violati. Per tutte la nostra vita ci è stato detto dai fanatici di questa società etero-normativa che dobbiamo cambiare, o vivere nella vergogna per essere quello che siamo, vivere nella paura costante di essere scoperti e di sentirci in colpa per quello che facciamo. Quello che abbiamo affrontato è stato più spaventoso della morte.”

Un blogger anonmo su Pious Sluts ha accusato Samaa TV di rendere il colpevole un eroe religioso nel loro programma:

“Vi siete mai chiesti che il ragazzo che ha ucciso altri tre ragazzi è un mostro? Ciò che è peggio è che avete fatto di un paziente di necrofilia un eroe! Wow! Devo lodare i vostri sforzi per spostare sorpendentemente la colpa sulle vittime. Non è forse quello che questa società vi ha detto? Come i nostri leader nazionali e baroni islamici i quali esigono che se una donna violentata non può portare 4 uomini come testimoni oculari deve mantenere il silenzio o morire!

Il ruolo dei media in Pakistan è spesso messo in discussione nel dibattito sui diritti dei gay. Pochi mesi fa, un giornalista TV è entrato in casa di una coppia, accusando i due uomini di avere una relazione omosessuale e li ha consegnati alla polizia, chiedendo leggi più severe contro l'omosessualità. Il giornalista di Samaa TV, tuttavia, non ha dato verbalmente un giudizio sull'omosessualità durante l’intervista con l’assassino.

Su Twitter, il regista Sana Haq ha constatato l'impatto del caso:

 Il Pakistan non è pronto per questa conversazione, nonostante sia presente sotto forma di tre gay morti.

Traduzione dall’ Urdu di Sahar Habib Ghazi.

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