Giornalisti arrestati per aver coperto la bomba davanti al consolato italiano del Cairo

"Foto dell'esplosione al Consolato Italiano" twitta il giornalista @degner, uno degli arrestati per aver ripreso l'esplosione della bomba nel centro del Cairo

“Foto dell'esplosione al consolato italiano” twitta il giornalista David Degner, @degner, uno degli arrestati per aver ripreso l'esplosione della bomba nel centro del Cairo

Una persona è rimasta uccisa e molte altre sono state ferite nell'esplosione dell'autobomba fuori del consolato italiano nel centro del Cairo, la mattina dell'11 luglio.

Lo scoppio è parte della serie di bombardamenti che ha fatto seguito all'estromissione dell'ex presidente egiziano Mohammed Morsi nel luglio 2013. Centinaia di persone, soprattutto ufficiali di polizia e guardie dell'esercito, sono rimaste uccise negli attentati, che vengono solitamente attribuiti ai militanti islamici. Il procuratore generale egiziano, Hisham Barakat, è rimasto ucciso [en] a seguito delle ferite riportate nell'esplosione dell'autobomba che aveva colpito il suo convoglio due settimane fa.

L'ultima esplosione ha avuto luogo di prima mattina, in un fine settimana, durante il Ramadan, il mese musulmano del digiuno, nel centro di una città sempre affollata e densamente popolata, la qual cosa spiega il minor numero di vittime. La potenza dello scoppio è stata avvertita in tutta la città, fino a diverse miglia di distanza. I giornalisti sono stati fra i primi ad arrivare sul posto e i resoconti parlano di almeno quattro giornalisti stranieri arrestati, e in seguito rilasciati, per aver aver ripreso lo scoppio.

Uno dei primi giornalisti ad arrivare sul luogo dell'esplosione è stato Wael Mamdooh, che ha twittato ciò che stava vedendo ai suoi 14.100 follower [ar, come i link seguenti, salvo diversa indicazione].

Il fumo si alza dal luogo dell'esplosione e le sirene della polizia e delle ambulanze risuonano in centro

Ha anche condiviso questo video dei momenti successivi all'esplosione:

I resti dell'auto che ha causato l'esplosione in Ramsis Street, nel centro del Cairo

Giornalisti molestati e arrestati:

Mamdooh racconta la conversazione avuta con un ufficiale di polizia, sottolineando come sia stato importunato durante lo svolgimento del suo lavoro:

Sono arrivato al consolato italiano pochi minuti dopo l'esplosione. Sono stato fermato da un ufficiale di polizia che mi ha chiesto: «Cosa sta facendo?». Gli ho risposto che ero un giornalista. E dopo un lungo sguardo sospettoso, mi ha fatto una domanda intelligente: «Perché sta scattando delle fotografie?»

Gli altri giornalisti non hanno avuto la stessa sorte. Come spiega Omar Elhadi:

La polizia ha lasciato perdere tutto e ha arrestato uno straniero che stava scattando delle foto

Il fotografo arrestato era David Degner, che lavora per Getty Reportage. In una serie di tweet, Degner ha condiviso alcune foto della scena dell'esplosione e ha spiegato ciò che gli stava succedendo [en]:

Un altro paio di foto dal consolato italiano mentre vengo trattenuto dalla polizia. Finora 4 giornalisti fermati.

Al momento siamo trattenuti dalla polizia. Sono con François Hume Ferkatadji, David Degner e Walt Curnow.

Perché sono stati presi di mira i giornalisti:

In molti si sono chiesti come mai i giornalisti siano stati arrestati. Degner scrive [en]:

Siamo stati fermati perché siamo arrivati sulla scena troppo in fretta.

Dalia Ezzat dice [en]:

Prima prendere i giornalisti e poi pensare al disastro. Tipico.

Her Randomness aggiunge:

E pensano che se arrestano i giornalisti crederemo alla loro versione ufficiale?

La versione ufficiale:

Sulla televisione di stato egiziana, i netizen hanno respinto con sdegno l'idea di un “complotto” su ciò che è accaduto.

Sarah El Sirgany segnala [en]:

Un uomo sulla TV nazionale dice che gli stessi esplosivi usati al consolato italiano sono stati usati per altri attacchi, fabbricati in Israele e negli Stati Uniti.

Il suo tweet è stato ovviamente accolto con scetticismo [en]:

Non è un uomo qualunque: è l'ex assistente del Ministro degli Affari Interni.

Per maggiori informazioni sull'attacco, leggi le notizie aggiornate su Global Voices Checkdesk.

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