I commenti online contro gli africani e la questione razzista in Cina

Screen capture from Apple Daily's video report on 2012 African riot in Guangzhou triggered by a suspicious death of a Nigerian during police's detention.

Screenshot del video reportage dell'Apple Daily del 2012: africani protestano a Guangzhou a proposito della morte sospetta di un nigeriano mentre si trovava sotto custodia della polizia

Mentre l’ingiustizia razziale riempie le pagine dei giornali di tutto il mondo, con particolare enfasi sulla città americana di Baltimora [en], i principali media si sono aperti a discutere su questioni di razza e xenofobia.

E non accade solo degli Stati Uniti. Anche i netizen cinesi hanno postato innumerevoli osservazioni razziste [en] contro persone di origine africana parlando dell'incidente.

La Cina sta vivendo una grande ondata di migrazioni dall’Africa nelle maggiori aree industriali come Guangzhou, pertanto sono nate delle tensioni dal momento in cui gli africani cercano di integrarsi nella società cinese.

Gordon Mathews, un esperto della diaspora africana in Cina, ha evidenziato [zh, come i link seguenti, tranne dove diversamente indicato] in una recente intervista con un giornale che sempre più africani si sposano in Cina. Nella sua ricerca ha constatato che circa un decimo degli africani avevano mogli o fidanzate cinesi e che ogni anno a Guangzhou nascono 200 bambini afro-cinesi.

Uno degli ostacoli all’integrazione africana deriva dallo stretto controllo della popolazione straniera da parte della Cina, che indirettamente contribuisce alla diffusione di stereotipi razziali. Nel settembre 2013 sono state messe in vigore nuove norme sul visto e sul permesso di soggiorno per gli stranieri [en], le quali hanno reso più difficile per chi non ha affiliazioni aziendali o istituzionali lavorare e fare affari in Cina rispetto a prima. Una volta che si sono trattenuti troppo a lungo senza un visto valido devono pagare 500 yuan (approssimativamente 80 dollari) di multa giornaliera. Secondo un report molto citato dai media nell’agosto 2014, le autorità di Guangzhou hanno rilasciato agli africani soltanto circa 30,000 permessi di soggiorno, mentre gli africani residenti in città senza documenti erano circa 300,000, molti dei quali nel settore commerciale.

Nel caso di Guangzhou, il 90% degli africani è senza documenti perché non è riuscito a ottenere un visto. Si vedono di frequente africani nelle celle delle stazioni di polizia e di conseguenza lo stereotipo che li associa a attività criminali è generalmente condiviso tra i cinesi.

Sono nate discussioni sulla xenofobia cinese e sul loro razzismo manifesto nei confronti degli immigrati africani, e nonostante la crescente collaborazione economica tra la Cina e i paesi africani, a livello sociale c’è ancora molta strada da fare.

Dagli atteggiamenti espressi online e attraverso i social media è stata rilevata una profonda xenofobia tra i cittadini cinesi verso gli africani che vivono in Cina. A parte le rivolte di Baltimora negli Stati Uniti, un altro caso recente che ha provocato commenti razzisti online è stata la reazione all’arresto di una gang “straniera” di tre persone chiamata “i combattenti della libertà” accaduto ad aprile. I commenti degli utenti si sono focalizzati sull'etnicità dei membri del trio:

外国人在中国撒野真是软弱.中国坚决不能容忍任何黑恶势力的存在!是时候对那些非法滞留的黑人采取措施了

Il fatto che gli stranieri facciano i prepotenti in Cina riflette la loro debolezza. La Cina non dovrebbe tollerare l’esistenza di forze così dannose. È davvero arrivato il momento di agire contro le persone di colore che risiedono illegalmente [in Cina].

Più di 1670 utenti hanno messo “mi piace” a questo commento.

La maggior parte dei commenti era nazionalista con un forte senso di rivendicazione territoriale, mentre qualcuno era razzista in modo molto aggressivo, e dichiarava che gli africani sono di una razza inferiore, come il seguente commento con 14 mi piace:

黑非就是一群被上帝遗弃的人民。什么埃博拉,什么艾滋。都是黑非开始的。基因中除了暴力还有什么。亚人类的身体结构。大脑容量比我们中国人少个400c。

Gli africani neri sono un gruppo di persone che Dio ha abbandonato. Ebola, AIDS, ecc. sono state tutte originate dagli africani neri. I loro geni sono pieni di violenza. Hanno una struttura corporea sub-umana. I loro cervelli sono 400cc più piccoli di quelli di noi cinesi.

Il tono esplicito e la xenofobia sottolineati online sono disturbanti; l’implicazione che tali opinioni riguardino l’interezza del popolo cinese è altamente discutibile.

Emmanuel, uno studente ugandese che studia a Pechino dal 2010, ha riferito a Global Voices in un’intervista tramite WeChat che la xenofobia cinese tende a essere gonfiata su internet [en]:

People tend to be much braver online where there's no fear of identification or retribution. Most people that spout racism online are generally people who've had no contact with black people or have been slighted by one and then hate all of them.

Le persone tendono a essere molto più coraggiose online, dove non c’è la paura di essere identificate o punite. In genere quelli che vomitano razzismo online sono per la maggior parte persone che non hanno avuto contatti con persone nere o sono state offese da una e allora le odiano tutte.

Ha evidenziato come in rete esista una mentalità del gregge: le persone influenzate dalle tendenze ed opinioni del momento hanno la propensione ad assorbire le idee diffuse, anche se in fondo non condividono davvero lo stesso pregiudizio [en]:

Many will spew hate online to feel better about themselves but will genuinely be excited to meet a black person in real life.

Molti vomiteranno odio online per sentirsi meglio con se stessi, ma saranno genuinamente emozionati inconrando una persona nera nella vita reale.

Emmanuel, comunque, ha riconosciuto che ci sono quelli che hanno un “pregiudizio inconscio” verso gli africani e gli stranieri in generale, ma che non si tratta di persone che incontra nella vita di tutti i giorni. Sicuramente, la cosa che sembra essere più influente nella percezione che i cinesi hanno degli africani sono i messaggi passati nei media e in internet in generale.

It would need the global image of Africans to improve first. The perception could change in places with many Africans but not elsewhere.

Ci sarebbe bisogno innanzitutto di migliorare l’immagine globale degli africani. La percezione potrebbe cambiare nei luoghi dove ci sono molti africani ma non altrove.

Diventerà poi questione di tempo se la maggiore integrazione nelle comunità africane in Cina porterà a una percezione più positiva degli africani, e in generale degli stranieri, o meno. Se si vuole che la cooperazione economica tra Cina e Africa prosperi negli anni a venire, allora la coesione sociale tra i due gruppi sul piano nazionale è di vitale importanza.

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