Algeria: intimidazione e minacce agli oppositori dopo la rielezione di Bouteflika

Le mouvement Barakat manifestent  pendant les élections via Algerie focus - CC-license-NC-2.0

Membri del movimento Barakat protestano durante le elezioni algerine. Foto via Algerie Focus. CC-license-NC-2.0

Tutti i link portano a pagine in lingua francese, tranne dove diversamente indicato.

Oggi, in Algeria, appartenere all'opposizione sembra essere più rischioso che in passato. Calunnie, denigrazioni, diffamazioni e anche minacce di morte, fanno parte della vita online. A livello offline, intimidazioni, repressione della polizia, violazioni della privacy e pressioni politiche sono divenute comuni.

A partire dalle elezioni presidenziali, tenutesi il 17 aprile 2014, il regime algerino ha intensificato la repressione dei gruppi di opposizione, con minacce contro coloro i quali si opponevano ad un quarto mandato per il settantasettenne presidente in carica Abdelaziz Bouteflika. Un emendamento costituzionale ha permesso a Bouteflika, al potere dal 1999, di concorrere per un quarto mandato.

Nel corso della campagna elettorale iniziata nella seconda parte di marzo, dimostranti e cyber-attivisti che reclamavano elezioni democratiche sono stati vittime di diffamazione e aggressioni da parte della polizia. Le intimidazioni non sono terminate con la vittoria schiacciante di Bouteflika, segnata delle accuse di brogli [en].

Il movimento Barakat!, una delle maggiore organizzazioni dell'opposizione algerina, è tra i bersagli principali. I raduni sono spesso stati dispersi dalla polizia con metodi particolarmente pesanti, alcuni membri picchiati o arrestati senza ragione. Il regime algerino e i media hanno colpito i leader del movimento rendendo pubbliche molte loro informazioni private.

Lilia Oufelia, blogger di TS Algeria, ha scritto a proposito della campagna diffamatoria contro i membri del movimento Barakat:

Les pages Facebook créées à cet effet essaient de convaincre les Facebookers de ne pas suivre les boycotteurs et ceux qui appellent à des marches contre le quatrième mandat, notamment le mouvement Barakat. Le mouvement Barakat est ouvertement diabolisé. Sur une des pages, des photos des capitales touchées par le Printemps arabe sont publiées. Le groupe incite les fans à prendre leurs précautions contre « les ennemis de l’Algérie ».

Pagine Facebook sono state create con il solo proposito di convincere gli utenti a non supportare gli oppositori ad un quarto mandato, incluso il movimento Barakat. Il movimeno Barakat è stato apertamente demonizzato. In una pagina vengono pubblicate le foto delle città scosse della Primavera araba. Il gruppo incita i fans a prendere le dovute precauzioni contro “i nemici dell'Algeria”.

Ennahar TV e Numidia News, due canali televisivi recentemente creati e noti per essere vicini al regime, hanno lanciato una campagna mediatica contro il movimento. In un servizio di Numidia News, il cui proprietario è un uomo d'affari vicino al presidente, i sostenitori di Barakat sono accusati di tradimento, descritti come nemici dell'Algeria e addirittura ritratti come “pericolosi” terroristi.

Altri servizi dipingono il movimento come un'iniziativa segreta dei paesi occidentali. Bouteflika spesso si riferisce alle loro azioni come guidate da “una mano straniera”.

Online, le autorità algerine hanno creato dozzine di pagine e gruppi Facebook in cui pubblicano informazioni personali, fotografie e contatti dei membri dell'opposizione. Queste pagine comprendono Barakat EscroquerieLa Résistance Virtuelle Algérienne, e La ligue nationale de défense de l’Algérie. Il reporter algerino Siwel ha spiegato come i servizi segreti si sono infiltrati nei social network:

Les services des Renseignements généraux (RG) et du Département de renseignements et de sécurité (DRS) en Kabylie, ont acquis un important lot de matériel sophistiqué pour bien mener leur mission de répression. Rien n’est laissé au hasard. La vie professionnel et intime des militants de la cause démocratique est par ailleurs passée au peigne fin.

I Servizi Segreti (RG) e il Dipartimento di Intelligence e Sicurezza (DRS) a Cabilia hanno acquisito consistenti forniture di materiale sofisticato al fine di condurre le loro operazioni di repressione. Niente è stato lasciato al caso. La vita personale e professionale degli attivisti democratici è tenuta sotto stretto controllo.

Incitamenti all'omicidio sono stati pubblicati e condivisi su queste pagine Facebook, come mostra il seguenti fermo immagine:

 

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Screen shots of the facebook page Barakat L'escroquerie. One comment says : We need to kill this guy. He is the enemy of the people.

Fermo immagine della pagina Facebook Barakat L'escroquerie. Un commento dice: “il faut le tuer le mec kan c'est l'ennemi du pays” (Dobbiamo uccidere questo tipo, è un nemico della nazione!).

 

La strategia richiama pratiche utilizzate dal governo durante la guerra civile algerina che negli anni 90 devastò il paese per più di un decennio. Allora, oppositori e intellettuali furono assassinati dopo che le loro informazioni personali furono rese pubbliche. Di questo genre furono, ad esempio, i casi di Sidali Ben Mechiche, un giornalista ucciso il 10 ottobre 1988, e Djamel-Eddine Fahassi, ucciso l'8 marzo 1995.

Queste azioni hanno diffuso paura e rabbia tra l'opposizione. Alcuni, come il giornalista Idir Tazerout, hanno deciso di intraprendere un'azione legale, nonostante l'indipendenza del sistema giudiziario non sia del tutto credibile. Altri hanno preferito rimanere calmi per un periodo al fine di proteggere le loro famiglie. Infine vi sono coloro che si dimostrano fermi nel chiedere un'Algeria libera e democratica.

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