Brasile: chi grida “non ci saranno i mondiali”?

Foto de protesto no Brasil a 25 de janeiro de 2014, de Mídia Ninja, republicada pela Agência Pública.

Foto della protesta in Brasile del 25 gennaio scorso, di Mídia Ninja, ripubblicata da Agência Pública.

Il reportage “Quem grita ‘Não vai ter Copa?’” [pt, come i link successivi] di Ciro Barros è stato precedentemente pubblicato da Agência Pública il 17 febbraio 2014 e verrà ripubblicato in due parti da Global Voices.

Il reporter di Agência Pública ha rintracciato gli attivisti che hanno dato il via alla prima manifestazione dell'anno contro i prossimi mondiali di calcio; ha trovato un gruppo variegato e determinato di persone che vogliono bloccare i mondiali senza  ricorrere all'uso della violenza.

È la sera di un fine gennaio sorprendentemente secco, e ci troviamo in un centro accademico di una delle università nella zona ovest di San Paolo. Circa venti persone sono sedute a cerchio. Poiché la riunione non è ancora iniziata si parla a bassa voce criticando la polizia, i mondiali, il governo federale e quello dello Stato di San Paolo. Il gruppo è misto: adulti, ragazzi e ragazze, donne, lavoratori e studenti, che hanno in comune l'appartenenza a movimenti sociali – da quelli più tradizionali con esperienza nelle proteste in strada, a quelli più recenti che hanno avuto notorietà a partire dalle manifestazione di giugno scorso.

Si sono riuniti per organizzare il secondo evento dell'anno del 22 febbraio, il primo si è tenuto il 25 gennaio, sotto il segno del motto: Senza diritti non ci saranno mondiali.

Sui social network la frase “non ci saranno mondiali” ha avuto successo all'inizio dell'anno anche se era già apparsa durante alcune manifestazioni di giugno, ed è stato proprio in quel momento che il PT [Partito dei Lavoratori] e il governo hanno reagito, preoccupandosi del fatto che le proteste avrebbero potuto togliere lustro all'evento di calcio in un anno di elezioni-  e avrebbero potuto avere lo stesso effetto negativo che ha subìto la popolarità delle Presidente Dilma lo scorso giugno, e come lei tutti gli altri che l'hanno preceduta.

Domenica 12 febbraio, a soli tredici giorni dalla prima manifestazione, il PT ha risposto scrivendo un post sulla pagina ufficiale di Facebook: “Siamo d'accordo, auguriamo una buona settimana a tutti quelli che tifano per il Brasile”. La frase era accompagnata da una foto con l'hashtag #VaiterCopa. (I mondiali si faranno). Sulla pagina Dilma Roussef, è apparso lo stesso: “SENZA DUBBIO. Buona settimana a tutti quelli che tifano per il Brasile” ed ancora una foto con lo stesso hashtag. Attualmente, l'hashtag utilizzato dal governo e dal PT è #CopadasCopas, (il mondiale dei mondiali).

Nei blog e sui social media c'è chi ha sospettato che il movimento fosse di matrice “terroristica” e dovesse essere trattato come un “caso della polizia”. Critiche più moderate hanno affermato che se le proteste avessero lo stesso effetto distruttivo della popolarità della presidente Dilma, si starebbero già aprendo la strada per i partiti di destra. 

Ma in sostanza, cos'è questo nuovo movimento? Cosa vuole? Come ha risposto alle critiche di cui è stato accusato? Sono queste le domande che mi hanno spinto a partecipare a quella riunione.

Foto partilhada por Agência Pública.

Foto condivisa da Agência Pública.

Proteste e crescita del movimento

Il 10 dicembre 2013, durante la Giornata Internazionale per i Diritti Umani, è stato lanciato il manifesto del movimento: “Senza diritti non ci saranno mondiali”. Una parte recita:

(…) Junho de 2013 foi só o começo! As pessoas, os movimentos e os coletivos indignados que querem transformar a realidade afirmam através das diversas lutas que sem a consolidação dos direitos sociais (saúde, educação, moradia, transporte e tantos outros) não há possibilidade do povo brasileiro admitir megaeventos como a Copa do Mundo ou as Olimpíadas. Isso significa que as palavras de ordem no combate a esses governos que só servem às empresas e ao lucro devem ser: ‘Se não tiver direitos, não vai ter Copa!’

Giugno 2013 è stato solo l'inizio! La gente, i movimenti e i gruppi indignati che vogliono trasformare la realtà sono convinti che solo attraverso numerose lotte si ottengono i diritti fondamentali (salute, educazione, casa, trasporti e molti altri). Il popolo brasiliano non può ammettere megaeventi come i mondiali di calcio o le olimpiadi. Questo significa che le parole da usare per combattere questo governo alle dipendenze degli affari e della logica del profitto dovranno essere: “Senza diritti, niente mondiali!”

E il manifesto continua:

Nossa proposta é barrar a Copa! Mostrar nacionalmente e internacionalmente que o poder popular não quer a Copa!

Il nostro obiettivo è bloccare i mondiali! Dimostrare nazionalmente e internazionalmente che il potere popolare non li vuole!

Infine, una citazione sull'aumento delle tariffe dei trasporti pubblici che hanno scatenato le proteste di giugno:

Os dirigentes políticos disseram que era impossível atender a pauta das manifestações pela revogação do aumento, entretanto o poder popular nas ruas nos mostrou que realidades impossíveis podem ser transformadas, reivindicadas e conquistadas pelo povo. E mesmo assim dirão: ‘mas isso é impossível!’ Então nós diremos: ‘o impossível acontece!’

I leader politici avevano detto che era impossibile rispondere alle richieste dei manifestanti revocando gli aumenti, ma il potere popolare ci ha dimostrato che le realtà impossibili possono essere trasformate, rivendicate e conquistate dal popolo. Se loro diranno: “tutto ciò è impossibile!”, Noi risponderemo: “l'impossibile si avvera!”

Cinque movimenti hanno firmato il manifesto. Il più noto tra tutti è il Movimento Passe Livre (MPL), uno dei principali responsabili delle proteste di giugno che rivendica l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico. Gli altri sono il Fórum Popular de Saúde do Estado de São Paulo, che riunisce diversi gruppi che vogliono ottenere dei migliori servizi sulla salute pubblica; il Coletivo Autônomo dos Trabalhadores Sociais, che principalmente è formato dagli assistenti sociali di San Paolo; e Periferia Ativa, fondato dalle comunità della zona sud e della regione metropolitana di San Paolo; e il Comitê Contra o Genocídio da População Preta, Pobre e Periférica, che combatte contro le violenze della polizia e dei gruppi di sterminio legati ad essa che operano nelle periferie. 

“Non sono affiliato a nessuno”

Sono diversi gli obiettivi delle organizzazioni, ma ciò che li unisce è la lotta per i diritti umani della popolazione che viene esclusa e che vede una minaccia nella realizzazione dei prossimi mondiali di calcio. Sérgio Lima, del Forum Popolare per la salute, descrive così gli appartenenti al movimento:

É um pessoal que já participou de muita luta, pessoal de movimento social mesmo, que tá cansado de gabinete e tudo mais. Eu sou um caso que postulei muito tempo luta de gabinete. Mas hoje não sou filiado a nada.

 È gente che ha già partecipato a diverse lotte e che fa parte di movimenti sociali, stanca degli uffici e di tutto il resto. Io da tempo promuovo la lotta contro il potere, ma non sono affiliato a nessuno.

Continua spiegandomi gli obiettivi del gruppo:

Ao meu ver, é dizer que a gente não precisava da Copa nesse momento, diante de tantas mazelas em transporte, educação, saúde. Acredito que é nesse sentido.

Secondo me, il senso di tutte le proteste è che non erano necessari i mondiali in questo momento, di fronte ai tanti problemi che abbiamo sul trasporto, l'educazione e la salute. Credo che si tratti di questo.

Quando penso alle critiche espresse principalmente sui social network che sostengono frasi come “Non ci saranno mondiali”, sono convinto che servano solo ai partiti di destra, e che facciano ridere. Sono già stato affiliato al PT. “Dicono sempre così” commenta con disprezzo Sérgio Lima.

Mi chiedo se veramente vogliono impedire la realizzazione dei mondiali e in che modo.

É um objetivo sim. De enfrentamento mesmo, a gente sabe que é uma luta desleal e cruel, mas a gente tem isso como pauta, sim. Queremos ganhar a massa, ganhar corpo e fazer o enfrentamento com os protestos nas ruas. Não queremos nenhum ato violento, nem se cogita isso. Queremos barrar com os protestos mesmo.

Certo che è un obiettivo. Se guardiamo in faccia la realtà ci rendiamo conto che è una lotta crudele e disonesta, ma stiamo facendo questo con uno scopo ben preciso. Vogliamo diventare sempre più numerosi e confrontarci con le proteste nelle piazze. Non vogliamo nessuna azione violenta, non ci pensiamo neanche. Vogliamo solo fermare le proteste.

Anticapitalisti

Oltre alle organizzazioni enunciate, il movimento ha attratto anche attivisti che militavano in partiti politici alla sinistra del PT come il PSTU e il PSOL. Il movimento Juntos!, ad esempio, è sorto ad inizio del 2011 a partire dai giovani del PSOL. Maurício Costa Carvalho, uno dei suoi membri sostiene che:

A gente entende a Copa do Mundo como parte de um aspecto crítico do crescimento capitalista. Com o crescimento, ao invés de termos investimentos nos setores públicos, em saúde, educação, transporte, moradia, o que temos é um processo de subserviência ao projeto tradicional de acumulação, que é esse megaevento comandado por uma entidade absolutamente corrupta como a Fifa. O único objetivo da Copa é enriquecer os parceiros comerciais da Fifa e as grandes empresas no Brasil. E isso tem sido feito com a produção de cidades de exceção.

Noi percepiamo i mondiali di calcio come parte di un aspetto critico di crescita capitalista. Per crescita noi intendiamo investire in alcuni settori tra cui: quello pubblico, la salute, l'educazione, i trasporti e il diritto alla casa, invece ciò che si realizza è una subordinazione al progetto tradizionale di accumulazione che è rappresentato dal grandissimo evento diretto da un'entità assolutamente corrotta come la FIFA. L'unico obiettivo che hanno, è quello di arricchire i partner commerciali dell Fifa e le grandi industrie in Brasile. Tutto ciò è stato fatto con la collaborazione di “città che fanno eccezione”.

Secondo Maurício, le proteste odierne fanno parte di una sequenza di manifestazioni che si stanno susseguendo il tutto il mondo—dagli indignados spagnoli a Occupy Wall Street negli Stati Uniti. Sono state queste proteste che hanno alimentato la creazione di Juntos!:

Todos os governantes tiveram a sua popularidade bastante desgastada depois das jornadas de junho. Isso mostra que não é um problema de um partido ou de outro, só. É um problema da estrutura da velha política partidária no país. As manifestações mostraram que é necessário ter mudanças estruturais. E essas mudanças passam por ter uma política que é completamente distinta dessa política que vem sendo feita. É necessário que se ouça a voz das ruas e que a política não se resuma a passar um cheque em branco a um candidato a cada dois anos.

Tutti quelli al potere hanno avuto una diminuzione della popolarità dopo le proteste di giugno. Ciò dimostra che non si tratta di un partito o dell'altro, ma di un problema di una vecchia struttura politica nei partiti del Paese. Le proteste hanno dimostrato che c'è la necessità di cambiamenti strutturali che si realizzeranno solo con la creazione di una politica completamente diversa da quella che c'è al momento. La voce di quelli nelle strade deve essere ascoltata; la politica non si può riassumere solo nell'essere un assegno in bianco nelle mani di un candidato ogni due anni.

Chiedo se il rapporto tra Juntos! e il PSOL che sosterrà il senatore Randolfe Rodrigues di Amapa come candidato alla presidenziali di quest'anno compromette l'indipendenza di partito al gruppo, e così mi risponde:

O Juntos! é um grupo que têm militantes do PSOL, mas que tem muitos militantes que não são do PSOL, tem seus fóruns próprios, seus próprios grupos de discussão. Existem militantes do PSOL que participam de vários grupos diferentes. Então não tem nada ligado à estrutura do PSOL.

Juntos! é un gruppo che ha militanti del PSOL e non, ha il suo proprio forum e gruppo di discussione. Ci sono numerosi appartenenti al PSOL che partecipano ad altrettanti gruppi. Fondamentalmente non c'è niente che ci lega strutturalmente a questo partito.

Il blog Copa Pública è un'esperienza di giornalismo collettivo che dimostra come la popolazione brasiliana sia stata colpita dai preparativi dei prossimi mondiali di calcio 2014 – e di come si sta organizzando per non rimanere esclusa.

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