Russia: versioni discordanti sull'attentato di Volgograd

Forze speciali russe che partecipano alla cattura degli attivisti islamici, compreso Sokolov. Screenshot preso da Youtube.

Forze speciali russe che partecipano alla cattura degli attivisti islamici, compreso Sokolov. Fermo immagine da YouTube.

In quello che è ormai diventato un evento di routine nell'irrequieta provincia meridionale del Daghestan, ha avuto luogo una sparatoria in un villaggio alla periferia della capitale, Machačkala. Ma l'incidente si è rivelato essere più della solita resistenza tra la polizia e gli attivisti islamici. In seguito all'accaduto, il Comitato nazionale anti-terrorismo russo (NAC) ha rilasciato una dichiarazione affermando che uno degli attivisti altri non era che Dmitry Sokolov, la mente dietro l'attentato a un bus a Volgograd del mese scorso, che si suppone sia stato messo in atto dalla moglie. Il Comitato ha riferito [ru, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato] che durante l'azione sono rimasti uccisi cinque uomini, e che Sokolov ha ammesso la propria responsabilità nell'attentato.

In poco tempo, la storia ha preso una strana svolta, quando Julija Latynina, giornalista e personaggio della radio russa, ha dichiarato che una diversa serie di eventi si è verificata. Durante il suo programma settimanale alla radio, Latynina ha detto che, in realtà, Sokolov era stato presto fermato dai cittadini quella settimana ed era stato consegnato alla polizia. La giornalista ha anche sostenuto che, dopo la mancata comunicazione dell'incidente ai notiziari, una fonte locale le ha riferito che, probabilmente, la polizia aveva finito per “uccidere” quell'uomo, come risultato di una “operazione delle forze speciali”.

Il blogger anonimo hardingush [en, post di Global Voices], un soldato delle forze speciali russe che opera con una squadra anti-terroristica nel Caucaso settentrionale e che racconta in un blog delle sue esperienze lì, ha sfidato Latynina in un post del suo blog, mettendo in dubbio la sua affermazione in base alla quale Sokolov era stato fermato facilmente dai cittadini locali mentre era all'aperto, in un luogo pubblico, senza nemmeno indosso una cintura con l'esplosivo (cioè, un dilettante). In realtà, hardingush si è spinto al punto di affermare che lei, o qualcun altro, avessero inventato la notizia iniziale, forse a causa della nebbia di guerra:

Понимаете, Юля, после каждого ОБМ [оперативно-боевое мероприятие — ed.], в котором я участвовал, в интернете появлялись свидетельства очевидцев. Все эти свидетельства были столь же абсурдны, как и ваша история о мифическом знакомом из Махачкалы. Если бы кого-то гражданские задержали после терракта и передали бы сотрудникам полиции (на вашем журналистском языке – ментам), то весь Дагестан бы гудел об этом до сих пор.

Vede, Julija, dopo ogni azione operativa di combattimento a cui ho partecipato, su internet comparivano racconti dei testimoni oculari. Tutti quei racconti erano assurdi quanto la sua storia sul conoscente fittizio a Machačkala. Se qualcuno fosse stato fermato dai civili dopo un attacco terroristico e consegnato alla polizia (o agli “sbirri”, secondo il suo gergo giornalistico), ormai girerebbero voci sull'accaduto in tutto il Daghestan.

Il collega della Latynina all’ Eco di Mosca, Vladimir Varfolomeev, ha pubblicato nuovamente la storia della giornalista sul suo blog, e la maggior parte dei commenti che ha ricevuto riflettevano un cinismo crescente verso gli ufficiali delle forze dell'ordine russe. Molti hanno commentato in modo sarcastico riguardo al presunto fatto che Sokolov avesse confessato sull'attentato di Volgograd:

Главное, перед смертью по телефону успел взять на себя ответственность за взрыв в Волгограде!

La cosa più importante è che prima di morire abbia avuto il tempo di assumersi la responsabilità dell'esplosione a Volgograd al telefono!

Altri erano scettici anche sulla storia di Latynina:

А почему вы об этом сразу не написали, а стали ждать “сообщений об этом по новостям”?

E perché non avete scritto subito al riguardo, ma avete aspettato che “fosse comunicato nei notiziari”?

Forse non scopriremo mai com'è stata la fine di Sokolov, ma la natura opaca delle abituali operazioni anti-terrorismo non fa altro che incoraggiare le teorie di cospirazione, con le quali la blogosfera russa si delizia così tanto.

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