Brasile: personaggi famosi e la nuova legge sulle biografie autorizzate (o no?)

Museu da Lí’ngua Portuguesa. Foto de Karlos Leonardo no Flickr (CC BY 2.0)

Una frase apparsa sui muri di Parigi nel '68 è tornata a riecheggiare in Brasile: “è vietato vietare” [it]. La locuzione francese, ripresa da Caetano Veloso [it] in una delle sue canzoni, dove ripete “não ao não” [pt, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato], è diventata motivo di discussione nel mondo dell'editoria, degli scrittori e della musica popolare brasiliana: vietare o non vietare la pubblicazione di biografie senza il consenso dei soggetti stessi? Questo è il problema.

Da una parte troviamo l'associazione Procure Saber, composta da un “gruppo di autori, artisti e persone che si occupano di musica” e seguono le vicende legate all'industria discografica in Brasile per difendere il diritto alla privacy; dall'altra c'è l'Associazione Nazionale di Case Editrici (ANEL), convinta che “la storia è una proprietà collettiva e conoscerla è diritto di ogni brasiliano”. 

La questione è iniziata nel 2012, quando il gruppo Procure Saber ha presentato una denuncia presso il Supremo Tribunale Federale nei confronti dell'associazione ANEL riguardo un’azione definita anticostituzionale. Capitanata da Paula Lavigne, imprenditrice ed ex moglie di Caetano Veloso, Procure Saber annovera nel suo groppo nomi del calibro di: Chico Buarque [it], Roberto Carlos [it], e Milton Nascimento [it], artisti che hanno vissuto sulla propria pelle il lato più duro della dittatura militare, e che si sono sempre battuti per la lotta alla censura, ma al giorno d'oggi, pretendono di controllare l'operato dei biografi.

Attualmente, il Codice Civile Brasiliano dichiara che è vietato o passibile di censura tutto il lavoro non autorizzato “che riguarda l'onore, la buona reputazione o la rispettabilità, o è destinato a fini commerciali” (pdf). Con il cambiamento suggerito dal gruppo ANEL, le autorizzazioni non sarebbero più necessarie per le pubblicazioni di libri che trattano di “personaggi famosi“.

“Non si può nascondere la verità/ Quello che è accaduto”

Gli artisti hanno reagito con Robero Carlos come portabandiera. Lo stesso giorno in cui è stata approvata una controversa legge sui diritti d'autore, che ha portato alcuni dei più grandi nomi della musica brasiliana a protestare fino al Congresso Nazionale, Roberto Carlos ha richiesto un incontro privato con la presidente Dilma [it], per manifestare “il suo sdegno in relazione a qualunque cambiamento apportato alla legge che regola la pubblicazione di biografie in Brasile.”

Il conflitto tra Roberto Carlos e i testi biografici non è una novità. Il caso più famoso è sicuramente la biografia scritta da Paulo César Araújo. Il libro, arrivato alla pubblicazione, è stato successivamente ritirato dai negozi su ordine giuridico, dopo un accordo tra il “re” – il soprannome con cui è noto Roberto – e la casa editrice. Tra le cause del ritiro probabilmente c'è la riluttanza del cantante a raccontare episodi che lo vedono coinvolto nella dittatura militare, e la storia del suo incidente, in cui ha perduto una gamba da bambino.

Mentre il Supremo Tribunale Federale si divide, Roberto Carlos e degli altri sostenitori, hanno ottenuto che il caso venisse preso in carico da Jair Bolsonaro, deputato noto per essere un simpatizzante del regime militare. D'altra parte, gli editori ricevono l'appoggio di artisti favorevoli al cambiamento delle legge.

Una risposta critica e spiritosa alla reazione degli artisti è stata la creazione della pagina facebook Biografia di Caetano, descritta come “la più pirata e collettiva biografia non autorizzata di Caetano Veloso”. La pagina già conta 6683 follower – molti di più di Procure Saber, che ne possiede solo 5632. 

La domanda è questa: vale di più la libertà d'espressione o il diritto alla privacy?

“Incompatibilità di geni”

Tra le motivazioni riportate da Procure Saber, c'è l'inciso X, dell'articolo 5 della Costituzione Brasiliana  – che garantisce la libertà d'espressione – secondo il quale “sono inviolabili l'intimità, la vita privata, l'onore e l'immagine della persona, assicurando il diritto di indennizzo per il danno materiale o morale decorrente dalla sua violazione”; l’interesse del mercato che motiverebbe le scelte di editori e scrittori; i compensi finanziari destinati ai biografi.

D'altra parte, Luiz Schwarcz, editore della Companhia das Letras, dichiara che se le cose dovessero restare in questa maniera “l'attuale legge brasiliana permetterebbe, singolarmente, che si instaurino una serie di affari arbitrari e disonesti”. Quando nel 1996 venne lanciata la biografia non autorizzata del calciatore Garrincha [it], Schwarcz dovette prendere accordi con le figlie del giocatore, per far sì che il libro tornasse sugli scaffali. Recentemente ha scritto:

Quem ajuda a moldar a vida e a cultura de um país, seja no futebol, na música ou na política, tem, desde sempre, menor controle de sua vida pública. Sempre foi assim, de Cleópatra a Maria Callas, passando por Getúlio Vargas e pelos ídolos do iê-iê-iê. A defesa da privacidade no mundo contemporâneo deveria nos unir, mas o custo que a lei brasileira cobra é inaceitável, é muito pior.

Chi aiuta a plasmare la vita e la cultura di un paese, che sia nel calcio, nella musica o nella politica, ha sempre avuto, fin dalla notte dei tempi, uno scarso controllo sulla sua vita pubblica. È sempre stato così, da Cleopatra a Maria Callas, passando per Getúlio Vargas [it], fino ad arrivare agli idoli dei giovani d'oggi. La difesa della privacy nel mondo contemporaneo dovrebbe unirci, ma il prezzo che chiede la legge brasiliana è inaccettabile.

Un prezzo ancora troppo caro per gli autori. Mário Magalhães, giornalista e autore della biografia su Carlos Marighella [it], il guerrigliero che lottò contro il regime militare, racconta che mettendo nero su bianco i guadagni ricevuti con la vendita del libro, con la vendita dei diritti d'autore per la produzione del film e le spese affrontate per i nove mesi di ricerche, in finale è arrivato a ricavare solo il 15% dello stipendio che aveva come reporter. Nonostante il successo di pubblico e critica, non si è arricchito con la sua opera. Nel suo libro, Magalhães, si pone un'altra grande domanda: Qual è il tipo di materiale che ha bisogno di essere autorizzato?

A ordem jurídica aceita hoje censura prévia. Quem gosta de censura é ditadura. Todo o malabarismo retórico que busca bloquear o conhecimento público sobre fatos e pessoas de dimensão pública sucumbe diante da seguinte constatação: se aparecer um neto desconhecido de Adolf Hitler no Brasil, teremos de solicitar protocolarmente autorização sua para publicar uma biografia em que o líder nazista seja descrito como genocida.

Só em nosso país, entre as grandes democracias, Hitler seria consagrado como herói, pois só haveria biografias chapas-brancas.

L'ordine giuridico oggi accetta la censura anticipata. Chi ama la censura è la dittatura. Tutte le macchinazioni che si trovano per bloccare l'informazione pubblica su argomenti o personaggi pubblici, soccombono davanti la seguente constatazione: se improvvisamente in Brasile apparisse un nipote sconosciuto di Adolf Hiltler, dovremmo chiedere l'autorizzazione per pubblicare una biografia nel quale il leader nazista viene descritto come genocida.

Solo nel nostro paese, tra le grandi democrazie, Hitler sarebbe consacrato ad eroe, dato che esisterebbero unicamente biografie autorizzate dai protagonisti stessi.

L'americano, Benjamin Moser, autore di una biografia sulla vita di Clarice Lispector [it], scrittrice brasiliana nata in Ucraina, ha pubblicato sul quotidiano Folha de São Paulo, una lettera aperta destinata a Caetano Veloso, dove riflette sulle “condizioni” di lavoro in cui si trovano gli editori e scrittori brasiliani:

É um tipo de censura que você talvez não reconheça por não ser a de sua época. Não obriga artistas a deixarem o país, não manda policiais aos teatros para bater nos atores. Mas que é censura, é. E muito mais eficaz do que a que existia na ditadura. Naquela época, as obras eram censuradas, mas existiam. Hoje, nem chegam a existir.

Questo tipo di censura non è facile da riconoscere perché non è tipica del nostro tempo. Non obbliga gli artisti a lasciare il proprio paese, non invia forze dell'ordine nei teatri a picchiare gli attori, ma è comunque un forma di censura; molto più efficace di quella che esisteva durante la dittatura. In quel periodo, le opere venivano censurate, ma almeno c'erano. Oggi, nemmeno vedono la luce.

Moser continua:

Você já parou para pensar em quantas biografias o Brasil não tem? Para só falarmos da área literária, as biografias de Mário de Andrade, de João Guimarães Rosa, de Cecília Meirelles, cadê? Onde é que ficou Manuel Bandeira, Rachel de Queiroz, Gilberto Freyre? Você nunca se perguntou por que nunca foram feitas?

Eu queria fazer. Mas não vou. Porque o clima no Brasil, financeiro e jurídico, torna esses empreendimentos quase impossíveis. Quantos escritores brasileiros estão impedidos de escrever sobre a história do seu país, justamente por atitudes como as suas?

Vi siete mai chiesti quante biografie non esistono in Brasile? Parlando solo in ambito letterario, possiamo citare ad esempio: Mário de Andrade [it, come tutti i link seguenti], João Guimarães RosaCecília Meirelles; dove sono le loro storie? Dov'è andata a finire quella di Manuel Bandeira, Rachel de Queiroz, o di Gilberto Freyre? Nessuno si è mai domandato perché non sono mai state scritte?

Io volevo comporne qualcuna, ma non lo farò, perché in Brasile l'aria che tira nel settore finanziario e giuridico rende impossibile questa impresa. Quanti scrittori brasiliani non producono storie del loro paese proprio per atteggiamenti come questo?

“La voce del proprietario e il proprietario della voce”

Il caso, senza una data prestabilita, deve ancora essere trattato dal Supremo Tribunale Federale. Tuttavia il dibattito continua, anche riguardo la produzione audiovisiva, dato che anche i film biografici sono soggetti a tale divieto.

Durante un'intervista al programma televisivo Fantástico, lo scorso 27 ottobre, Roberto Carlos è sembrato più flessibile, è si è dichiarato favorevole alle composizione di biografie “senza autorizzazioni, ma comunque con qualche modifica”.

Il 29 ottobre, membri di Procure Saber sono apparsi in un video, spiegando la loro posizione al riguardo: “non vogliamo zittire nessuno ma almeno vogliamo essere ascoltati”.

 

C'è solo da chiedersi se tali modifiche privileggeranno “il diritto alla privacy come quello della cittadinanza” o la libertà d'espressione come pilastro della democrazia. La risposta, nel prossimo episodio.

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