Russia: in ricordo del “Giorno in cui la democrazia russa morì”

The Russian White House after being shelled by tanks in 1993, screenshot from YouTube.

La Casa Bianca russa dopo i bombardamenti dei carrarmati del 1993, schermata tratta da YouTube.

La crisi costituzionale che per due settimane divise Mosca 20 anni fa si potrebbe riassumere con le tre parole che Thomas Hobbes usava per descrivere la vita: “disgustosa, incivile e breve”. Il 21 settembre del 1993, l'allora Presidente Boris El'cin [it] dichiarò sciolto il Soviet Supremo [il corrispettivo dell'attuale Parlamento], liberandosi così di una delle ultime vestigia del sistema sovietico. Il portavoce del Soviet Ruslan Khasbulatov [en] e il vice presidente Aleksandr Ruckoj [it] si barricarono allora nell'edificio che ospitava il Parlamento, noto come “la Casa Bianca”, per votare la decadenza di El'cin e incoraggiare l'intervento armato [en] di alcuni gruppi di oppositori di El'cin contro gli studi televisivi nella torre di Ostankino [it] .

La reazione di El'cin è poi passata alla storia. Il 4 ottobre egli ordinò all'esercito di aprire il fuoco contro il Parlamento, precipitando la città in quello che è stato definito [en] “il peggior episodio di violenza urbana mai capitato a Mosca dopo la Rivoluzione d'Ottobre nel 1917″. In un momento di tumulto politico e crisi economica, El'cin si impose rapidamente e con violenza nel conflitto con il potere legislativo. Alcuni russi salutarono con gioia le azioni di El'cin, mentre altri si preoccupavano per il destino della nascente democrazia. A 20 anni di distanza, la maggior parte dei commenti presenti tra gli utenti del sito RuNet è critica con la decisione di El'cin di fare fuoco sulla Casa Bianca e riconoscono quel momento come la vera svolta negativa dell'era post-sovietica. 

Vladimir Milov [en], politico ed analista, scrive [ru, come i link seguenti salvo diversa indicazione] sul blog della radio Echo Moskvy:

Удивительно, как 20 лет пролетели со дня трагических событий 3-4 октября 1993 года… Но я читаю сегодня отзывы о тех событиях от сторонников Верховного совета – изобилующие фразами типа «узурпатор Ельцин», «расстрелянный парламент», «растоптанная демократия.»

Incredibilmente sono già passati 20 anni dai tragici eventi del 3 e 4 ottobre 1993…ed oggi ho letto molte critiche da parte dei sostenitori del Soviet supremo in cui El'cin veniva definito “usurpatore”, “colui che ha colpito il Parlamento” e uno che “calpesta la democrazia”.

L'utente di Facebook Pavel Pryanikov si chiede cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente nell'ottobre del '93:

Долго думал, на что была бы похожа сегодня Россия, победи тогда, в 93-м Верховный Совет. Сначала на ум пришла Испания. Но вряд ли – при всех гримасах патернализма Испания всё же имеет корни в европейской цивилизации.Наверное, современная Россия была бы похожа на современные Чили или Уругвай, “вторичную Европу”, тяжко переживающие тоталитарное наследие и сегодня. Но современные Чили и Уругвай всё же будет повеселее той страны, у которой главные друзья Каддафи, Ким Чен Ын и Эмомали Рахмонов.

Ho pensato a lungo a come potrebbe essere oggi la Russia se nel '93 avesse vinto il Soviet supremo. Il primo parallelo che mi è venuto in mente è stata la Spagna. Ma è uno scenario diverso – nonostante le sue buffonate paternalistiche, la Spagna ha solide radici nella cultura europea. Più probabilmente la Russia sarebbe stata simile al Cile o all'Uruguay di oggi: “succursali d'Europa”, che soffrono ancora del loro passato totalitario. Cile ed Uruguay sono comunque meglio rispetto ad un paese, come la Russia, che vanta tra i suoi amici Gheddafi [it], Kim Jong Un [it], ed Emomali Rahmon [it].

Ilya Klishin, caporedattore del portale online del canale televisivo Dozhd, sottolinea come la decisione presa da El'cin 20 anni fa costituisce un pessimo inizio per il successivo sviluppo democratico. Non sono i colpi di Stato o la violenza, secondo Klishin, a produrre il cambiamento istituzionale, ma elezioni libere, media indipendenti e un sistema giudiziario trasparente:

Во всей дискуссии по 1993 году главная польза состоит в том, что поколение двадцатилетних — а ведь тут битва идет именно за их умы, сороколетние все давно для себя решили […] Что на честных выборах побеждают те за, кого голосуют, а не те, кто нам нравится. Что в свободной прессе говорят то, что считают нужным, а не то, что нам хочется. Что в справедливых судах, выносят вердикты по закону, а не по нашему желанию. Заумно говоря, более широкая демократическая идентичность пробивается из кокона более узкой либеральной.

In tutte le discussioni sul 1993 la più grande spinta viene dalla nostra generazione di anonimi ventenni – e tuttavia è in corso una battaglia per le loro menti, perché i quarantenni hanno deciso per loro già da tempo […] Il punto è che, se si hanno elezioni libere, vince chi prende i voti, non chi piace alla gente. Ed una stampa libera dice ciò che considera necessario, non quello che vogliamo sentirci dire; una corte giusta emette le sentenze seguendo la legge, non i nostri desideri. In termini astratti, una identità democratica più ampia può svilupparsi dal bozzolo del liberalismo più ristretto.

L’ utente di Livejournal borko sostiene di essere stato colpito durante il bombardamento del Soviet supremo nel '93. Sul suo blog racconta inoltre la storia di Otto Pol, anche lui sopravvissuto al bombardamento, e ne condivide alcune foto (attenzione: materiale grafico):

Я приехал в Москву, чтоб найти правду и разрешить свои сомнения, но обнаружил, что стране, а также самим выжившим в октябрьских событиях не удалось сделать ни того, ни другого.

Sono venuto a Mosca per cercare la verità e sciogliere i miei dubbi, ed invece ho scoperto che il Paese e i sopravvissuti a quell'ottobre non sono riusciti in nessuno dei loro intenti.

Nel frattempo Eduard Limonov [it], scrittore e dissidente, ha pubblicato un mordace poemetto in versi liberi sulla mossa di El'cin e le sue conseguenze:

Сегодня пасмурная дата.
День смерти российской Демократии.
В этот мрачный день, двадцать лет назад, преступный Ельцин расстрелял из танковых орудий Российскую Демократию.

Русские плохо вдумываются в эту дату.
Подумать только, в столице европейского государства, из танков, расстрелян был парламент страны.
Такого злодейства последние века себе никто не позволял. Даже самые дикие правители народов.
Нужно бы когда-нибудь вышвырнуть его прах с кладбища, где он там лежит, поскольку упырь и злыдень.
И СССР убил.

Oggi è un giorno cupo.
Il giorno in cui la democrazia russa morì.
In questo stesso giorno tetro, vent'anni fa, il criminale El'cin ha bombardato la democrazia russa con i suoi carri armati.

I russi non riflettono abbastanza su questa giornata.
Immaginate – nella capitale di uno Stato europeo, il nostro Parlamento fu bombardato dai carri armati.
Per secoli, nessuno aveva osato tanto. Nemmeno i leader più barbari.
Prima o poi dovremo rimuovere le ceneri di quel vecchio spirito malefico dal cimitero dove si trovano.
Oltretutto, ha assassinato l'URSS.

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