São Tomé e Príncipe: la medicina tradizionale minacciata dall'industria farmaceutica

Secondo [en] l'Organizzazione mondiale per la sanità – che nel 2003 ha dichiarato il 31 agosto Giornata mondiale della medicina tradizionale africana -, quasi l'80% della popolazione nei Paesi in via di sviluppo ricorre in prima istanza alla medicina tradizionale. São Tomé e Príncipe [it] non fa eccezione per l'uso di piante medicinali nella cura di varie malattie e disturbi.

Il secondo Stato più piccolo dell'Africa dopo le Seychelles [pt, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato], è considerato da molti ricercatori internazionali l’El dorado, in quanto è riconosciuto a livello mondiale come uno dei più importanti Paesi in Africa per biodiversità [it], con almeno 148 specie di piante endemiche.

Data la sua immensa ricchezza naturale, sull'isola le piante medicinali ricoprono un ruolo predominante rispetto alle medicine della farmacopea industriale.

Rural area of S. João, São João of Angolares, São Tomé e Principe. Photo by Maria Cartas on Flickr (CC BY-SA 2.0)

La diversità sotto gli occhi di tutti. Area rurale di S. João, São João of Angolares, São Tomé e Príncipe. Foto di Maria Cartas su Flickr (Licenza Creative Commons 2.0)

L'efficacia dei benefici teraupetici delle piante più comunemente usate è stata già provata dai ricercatori della regione tra cui Maria do Céu Madureira, che negli ultimi anni si è notevolmente impegnata a studiare, sensibilizzare e far conoscere (con i dovuti riferimenti) la ricchezza intellettuale presente sulle isole.

Evidenze scientifiche e ricette tradizionali sull'uso di piante differenti sono state pubblicate in un libro (PDF), con il coordinamento di un ricercatore nel campo della farmacologia e dell'etnobotanica, intitolato “Estudo Etnofarmacológico de Plantas Medicinais de S. Tomé e Príncipe” (Studio etnofarmacologico di piante medicinali di S. Tomé e Príncipe).

In un articolo su “Plantas Medicinais e Medicina Tradicional de S. Tomé e Príncipe” (Piante Medicinali e medicina tradizionale a S. Tomé e Príncipe) (PDF, 2012), che si può trovare sugli scaffali del Centro di studi africani dell'Istituto universitario di Lisbona (ISCTE-IUL), Maria do Céu Madureira dichiara:

Em S. Tomé e Príncipe um grande número de medicamentos derivados de plantas tem sido utilizado desde há séculos pela medicina tradicional.  De facto, há muitos locais em que é praticamente inexistente, ou mesmo nula a prática de medicina ocidental… Aqui, a medicina tradicional reveste-se de uma importância decisiva, já que é, por vezes, a única alternativa terapêutica a que as populações podem ter acesso.

A S. Tomé e Príncipe, numerose medicine sono prodotte da piante impiegate da secoli nella medicina tradizionale. In molti luoghi la medicina occidentale non esiste o comunque non è tenuta in gran conto… Qui la medicina tradizionale è la più rispettata anche perché spesso è l'unica a cui la gente abbia accesso.

Sun Pontes and Maria do Céu Madureira at the first TEDx São Tomé conference, 06/20/2013. (used with permission)

Sun Pontes e Maria do Céu Madureira alla prima conferenza TEDx São Tomé, 06/20/2013. Uso consentito.

I più profondi conoscitori di questa medicina sono i terapeuti tradizionali, chiamati localmente con termini diversi come “tchiladô ventosa” (applicatore di ventose), “stlijon mato”, (chirurgo della foresta) o “patlela” (ostetrica tradizionale). Queste persone, quasi tutti centenarie (con qualche rara eccezione), portano con sé una saggezza che gli è stata trasmessa dagli antenati in forma orale e oggi rischiano l'estinzione.

All'inizio di agosto Global Voices ha raccontato il progetto “Soya Kutu” (Brevi storie), una raccolta di corti di animazione i cui protagonisti sono “dottori tradizionali”, bambini e ragazzi. Le brevi storie raccontano delle piante medicinali e del loro uso tradizionale, tenendo conto dei riferimenti culturali che ne stanno alla base.

Un esempio è dato da un piatto nazionale, il Calulu, che contiene erbe medicinali con effetti benefici per malaria, coliche, ascaridi, diarrea, dissenteria e mal di testa, come mostrato in questo video “Il giorno dopo il morso (Mouthful)“:

Giovani studenti del corso di turismo hanno voluto creare un progetto per il corso di Storia del patrimonio culturale in cui descrivono la loro percezione dell'importanza della medicina tradizionale per la popolazione di São Tomé e Príncipe:

Constatamos que a nossa terra está enriquecida de cura para todo o tipo de moléstias e doenças. Desde as mais insignificantes ervas daninhas, até as árvores de grandes portes, constituem uma fonte de remédios para todos os males.

Abbiamo constatato che il nostro Paese è ricco di cure per ogni tipo di disturbo o malattia. Dalle più insignificanti erbe agli enormi alberi, da ogni parte si possono trovare le cure per tutti i mali.

Alberto, Txiladô-Ventosa (Applier of Suction Cups). Foto di Maria do Céu Madureira nell'articolo "Plantas Medicinais e Medicina Tradicional de S. Tomé e Príncipe (Piante medicinali e medicina tradizionale di S. Tomé e Príncipe) " (uso consentito)

Alberto, Txiladô-Ventosa (Applier of Suction Cups). Foto di Maria do Céu Madureira nell'articolo Plantas Medicinais e Medicina Tradicional de S. Tomé e Príncipe (Piante medicinali e medicina tradizionale di S. Tomé e Príncipe.

Senza trascurare la preoccupazione per la perdita di questo patrimonio immateriale, affermano che la “medicina tradizionale ricopre un posto determinante nella società di São Tomé e Príncipe” perché:

(…) faz parte da crença do povo são-tomense, pois desde há muito tempo que as pessoas acreditam nos tratamentos e nos efeitos da medicina tradicional. Esta crença foi-nos transmitida pelos nossos avós, tornando-se assim, a nossa tradição «quá cú bé mé nu, dona mu cá fé, ele só çá vede, ele só cá buá dá nom» – (o que eu vi minha mãe e minha avó a fazerem, é para mim verdadeiro e melhor para nós)

(…) fa parte del bagaglio culturale della popolazione di São Tomé e Príncipe, dato che per molto tempo la gente ha creduto nelle cure e negli effetti della medicina tradizionale. Questa convinzione ci è stata trasmessa dai nostri nonni ed è poi divenuta una nostra tradizione «quá cú bé mé nu, dona mu cá fé, ele só çá vede, ele só cá buá dá nom» (ciò che ho visto fare a mia madre e a mia nonna, per me è vero ed è la cosa migliore per noi)

Gli studenti sostengono inoltre che con il tempo la tradizione si è andata spegnendo nel Paese per diverse ragioni come lo scarso interesse delle giovani generazioni, il rifiuto da parte degli anziani di trasmettere le proprie conoscenze ai giovani e la minore credibilità della medicina tradizionale rispetto a quella ufficiale. E per questo affermano che “è necessario conservare la conoscenza in modo che non scompaia”.

Mentre molti fra curiosi e specialisti stranieri proseguono le loro spedizioni a São Tomé e Príncipe alla ricerca di “dottori tradizionali” dell'isola in modo da poter condividere le loro conoscenze, ci sono anche coloro che criticano l’ “appropriazione delle conoscenze tradizionali” da parte di chi le vorrebbe usare a vantaggio dell'industria farmaceutica. Xavier Muñoz, geografo e presidente di Caué-Amigos (Amici-Caué) Associazione di S.Tomé e Príncipe con sede a Barcellona, ha scritto nel 2008:

As diferentes espécies de plantas medicinais que escondem os matos húmidos africanos estão a dar dia a dia novas fórmulas de princípios ativos farmacológicos nos laboratórios das grandes multinacionais, que são imediatamente patentados, baixos [sic] marcas industriais e produzidos com os anos a grande escala. Posso concordar que os custos de desenvolvimento dos produtos farmacológicos nessas empresas podem ser altos, mas isso não deveria supôr a apropriação dos direitos sobre a base do conhecimento que é originário muito frequentemente do saber tradicional local.

Le diverse specie di piante medicinali che si nascondono nell'umida vegetazione africana possono produrre giorno dopo giorno nuove formule di principi attivi farmacologici negli enormi laboratori delle multinazionali, per essere poi immediatamente brevettati sotto i marchi industriali e prodotti per anni su larga scala. Posso essere d'accordo sul fatto che i costi dello sviluppo dei prodotti farmacologici in questo ambito possano essere alti, ma questo non dovrebbe significare la cessione dei diritti di proprietà intellettuale sulla base della conoscenza sviluppata in ambito locale-tradizionale.

Muñoz ritiene che questa conoscenza dovrebbe essere valorizzata e preservata, proprio come Brigida Rocha Brito, analista di Studi africani, che auspica un lavoro di gruppo fra diversi ambiti di studio:

 Também defendo que as medicinas tradicionais são de preservar, bem como o conhecimento dos mais velhos. Acredito que este pode vir a ser um excelente trabalho de parceria entre a investigação científica e a sabedoria tradicional de carácter popular.

Penso inoltre che la medicina tradizionale dovrebbe essere difesa, così come il sapere degli anziani. Si tratterebbe di un ottimo progetto di collaborazione fra ricercatori scientifici e il patrimonio di conoscenze popolari tradizionali.

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