Turchia: censura e violenza a tre settimane dall'inizio delle proteste

In origine questo post è stato pubblicato sul blog dell'autore Azadolu.

In Turchia le massicce proteste sono cominciate tre settimane fa. A partire dal 31 maggio, data dello scoppio delle proteste, il paese ha visto censura mediatica, atti di violenza da parte della polizia, proteste di migliaia di persone con la morte e il ferimento di alcuni dimostranti. Questo è il riassunto delle scorse tre settimane:

Durante le prime fasi delle manifestazioni il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha definito i dimostranti “Capulcu” [en, come gli altri link eccetto dove diversamente indicato], che in turco vuol dire saccheggiatore. Questo termine è tornato sulla cresta dell'onda nel momento in cui i manifestanti se ne sono appropriati, autodefinendosi con questo appellativo. I dimostranti hanno persino prodotto un video modificando le parole del testo della canzone “Everyday I am Shuffling” in “Everyday I am Capulcuing”:

Censura mediatica:

Sebbene i principali media turchi abbiano auto-censurato le proteste, i social media sono stati e sono ancora attivi nella diffusione delle notizie a riguardo. CNNTurk, NTV e Haberturk (i principali canali di notizie della Turchia) sono stati coinvolti nell'auto-censura. Dopo che la CNNTurk ha pubblicato un documentario sui pinguini invece di trattare delle proteste, l'utente emre erdem con sarcasmo ha scritto su Twitter:

@emreerdem Memlekwt yerinden oynuyor CNNTURK'te penguen belgeseli var, medyamizi seveyim…

Mentre l'intera nazione trema, la CNNTurk trasmette documentari sui pinguini. Amiamo i nostri mezzi di comunicazione…

Le proteste contro la censura mediatica sono continuate davanti al quartier generale della NTV da quando il canale ha deciso di minimizzare le proteste anti-governative. Anche la banca nazionale Garanti Bank, società partner di NTV, è stata presa di mira dai dimostranti, molti dei quali hanno smesso di utilizzare i suoi servizi. La banca ha annunciato di aver perso 1500 clienti.

Inoltre, di recente la BBC ha sospeso la sua cooperazione con NTV dopo che quest'ultima si è rifiutata di mandare in onda il suo programma “World Agenda”.

Il programma è stato preparato da Selin Girit, che ha scritto su Twitter:

@selingirit la BBC ha sospeso la partnership con il canale di notizie turco @ntv a causa della censura di un servizio televisivo sulla libertà di stampa. @bbcworld@bbcturkce

Seven Turkish newspaper ran the same headline on the protests. Photograph shared by @ozlemmisler on Twitter

Sette giornali turchi hanno pubblicato lo stesso titolo sulle proteste. Fotografia pubblicata da @ozlemmisler su Twitter

Ci sono state anche coincidenze interessanti nella copertura mediatica turca delle proteste: sette giornali differenti hanno proposto lo stesso titolo nel medesimo giorno. L'utente di Twitter Ozlem Isler ha condiviso una fotografia dei giornali:

@ozlemmisler 7 gazete ayni manset! pic.twitter.com/LGN5D9EaGU

Sette giornali, stesso titolo! pic.twitter.com/LGN5D9EaGU

Il titolo recitava così: “Darei persino la mia vita per le rivendicazioni democratiche”

Atti di violenza da parte della polizia: 

La violenza della polizia è stata la più grande preoccupazione per i manifestanti. C'è un video che mostra la posizione di molti nei confronti dell'oppressività della polizia: mentre i poliziotti trattengono un manifestante, gli astanti cercano di proteggerlo gettando contro i poliziotti qualsiasi cosa capiti loro sotto mano. Ecco il video:

 

L'utente di Twitter Capulcu S A così spiega la solidarietà della nazione contro gli atti di violenza della polizia:

@Sedat2Aral Non è mai stato così… Dottori, giornalisti, studenti, artisti, attori, uomini d'affari… Tutti i turchi si aiutano l'uno con l'altro contro gli atti di violenza della polizia.

 

La morte di Ethem Sarisuluk in seguito ai colpi ricevuti dalla polizia è stata senza dubbio il momento più straziante delle proteste. Il poliziotto che ha ucciso il dimostrante ancora non è stato preso. Sarisuluk è una delle quattro persone uccise e delle circa 1500 ferite durante le proteste. Il sindaco di Ankara, la capitale della Turchia, ha affermato in un programma televisivo in diretta [tr] che non era stata la polizia ad ucciderlo, ma che erano stati invece gli altri dimostranti ad ammazzarlo lanciandogli contro una pietra. Questo video, apparso in rete dopo la morte del giovane, racconta una storia diversa: mostra un poliziotto mentre fugge con una pistola dopo ciò che sembra essere stato uno sparo a un manifestante a breve distanza [Attenzione, contiene immagini crude]:

 

Qui ci sono ulteriori informazioni sugli atti di violenza della polizia durante le proteste.

Social media: “La minaccia peggiore per la società”

Il Primo Ministro Tayyip Erdogan ha dato sfogo alla sua rabbia verso i social media e li ha definiti “la peggiore minaccia per la società“. L'utente di Twitter Pelin spiega il motivo della rabbia di Erdogan condividendo il rapporto Bloomberg sull'uso turco di Twitter durante le proteste:

@BettySpades I dati mostrano perché Twitter costituisce una minaccia per Erdogan. Ecco l'impatto dei social media sulle proteste riguardanti Gezi Park: #occupygezi #direnankara http://www.bloomberg.com/news/2013-06-10/twitter-really-is-a-menace-to-erdogan.html …

 

Erdogan ha attaccato anche i manifestanti che hanno trovato rifugio in una moschea durante gli attacchi della polizia. Ha comunicato ai media che i dimostranti hanno disonorato la moschea entrando senza togliersi le scarpe e bevendo alcolici all'interno. Questo video mostra il contrario delle affermazioni di Erdogan. Nel video si vedono i manifestanti mentre si rifugiano nella moschea e i dottori mentre curano i feriti (Attenzione, contiene immagini crude):


Messaggi contraddittori:

Anche il governatore di Istanbul Huseyin Avni Mutlu ha comunicato messaggi contraddittori. Sul suo account Twitter aveva scritto che non ci sarebbero stati attacchi da parte della polizia a Gezi Park, dove sono cominciate le proteste. Invece solo poche ore dopo la polizia ha attaccato Gezi Park:

@Valimutlu GEZİ PARKI ve TAKSİM’e KESİNLİKLE DOKUNULMAYACAK,SİZLERE ASLA DOKUNULMAYACAKTIR.Bu sabah ve bundan sonra polis kardeşlerinize emanetsiniz.

Il Gezi Park e Taksim non saranno toccati, nessuno vi toccherà. Siete affidati ai vostri fratelli poliziotti da questa mattina in avanti.

L'utente Twitter Utangac Adam ha replicato così al governatore:

@UtangacAdam Büyüklerimiz “İnsanlığın okulu yok” derdi.Şimdi ne demek istediklerini daha iyi anlıyorum… @Valimutlu

I nostri nonni dicevano sempre che “l'umanità non si impara a scuola”. Adesso capisco meglio quello che volevano dire…

Il Primo Ministro Erdogan ha organizzato molti raduni per i suoi sostenitori anche ad Ankara e Istanbul. Erdogan ha intimato ai manifestanti, definendoli terroristi, di liberare Gezi Park. Dopo la sua affermazione sullo sgombero dei manifestanti di Gezi Park, il 16 giugno la polizia turca ha attaccato il parco e ha preso il controllo di piazza Taksim e di Gezi Park.

 

Resistenza passiva: proteste “in piedi”

Adesso le proteste sono diventate resistenza passiva. Le proteste Duran Adam (Uomo in Piedi) sono state lanciate dal coreografo Erdem Gunduz, rimasto in piedi immobile per tre ore in piazza Taksim. Proteste simili si sono diffuse velocemente in tutto il paese. La poetessa Bejan Matur ha scritto sul suo account Twitter:

@bejanmatur duran adam;tc tarihinin gördüğü en sofistike eylem;.iktidarın asla baş edemeyeceği şahane bir performans.

L'Uomo in Piedi è la protesta più sofisticata nella storia della repubblica turca. Una grande azione che il partito al potere non riuscirà mai a gestire.

Nelle ultime tre settimane il popolo turco ha mostrato il proprio desiderio di democrazia, diritti umani e tutela dell'ambiente. Sebbene i poliziotti fossero violenti, i politici arrabbiati e i media in silenzio, ha continuato il proprio viaggio verso una vita migliore. Forse proprio questo video, in cui i manifestanti richiedono sarcasticamente che la polizia lanci altri gas lacrimogeni verso di loro, mostra al meglio le loro grandi ambizioni, cioè un paese e un domani migliori:

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