Russia: censurate pagine di Wikipedia su consumo di cannabis e suicidio

Fumare cannabis è una questione pericolosa per tutti nel mondo. In Russia però, basta scriverne online per entrare in conflitto con la polizia antidroga, come hanno potuto capire gli utenti russi di Wikipedia lo scorso venerdì 5 aprile 2013. Dopo che gli ufficiali di stato hanno informato Wikimedia Russia, divisione locale della Wikimedia Foundation, il governo ha infatti inserito l'articolo “fumare cannabis” [ru] nella lista nera dei siti illegali.

Le difficoltà dell’ “Enciclopedia libera” si sono moltiplicate quando Vladimir Pikov, portavoce della Roskomnadzor (agenzia incaricata della lista nera), ha parlato alla radio nazionale [ru] e ha rivelato che altri 15 articoli sono ora sulla lista degli URL bloccati in Russia. “[Wikipedia] è stata sulla lista nera per molto tempo,” ha detto [ru] poi Pikov al sito Interfax.ru, aggiungendo, “Non capisco come le persone se ne siano accorte solo ora.”

La responsabilità della confusione però sembra essere del governo, perchè è emerso che gli ufficiali non hanno informato Wikimedia Russia delle loro decisioni di censura fino alla settimana scorsa. (Pikov dice che Roskomnadzor non riusciva a contattare gli amministratori di Wikipedia.) Per aggravare la situazione poi, pare che i documenti presenti su Wikimedia ultimamente siano pieni di buchi cronologici. Secondo l’ attuale [ru] elenco del “Registro Singolo”, ad esempio, l'articolo sulla cannabis è stato inserito nella lista nera a metà dicembre 2012. Nel documento [ru] mandato il 5 aprile però si riporta che la polizia antidroga abbia deciso di censurarlo il 26 marzo 2013.

È emerso che dallo scorso anno ci sono state almeno 7 decisioni ridondanti da parte dei legislatori e dei funzionari di polizia, per aggiungere il suddetto articolo alla lista nera di RuNet. Nel post di un blog [ru] pubblicato l'8 aprile, Wikimedia Russia ha rivelato che attualmente c'è un totale di 10 articoli censurati su Wikipedia (e non 15 come Pikov ha detto alla radio RSN). Questi articoli enciclopedici riguarderebbero i narcotici (fumare cannbis, LSD, etc.) e il suicidio (auto-immolazione, “metodi di suicidio,” e così via), includendo articoli in russo e in inglese, selezionati dagli ufficiali di tre agenzie diverse: Roskomnadzor, FSKN (polizia del servizio antidroga) e Rospotrebnadzor (garante dei diritti dei consumatori).

L'account Twitter di Wikipedia Russia ha accennato [ru] la scoperta di altre vittime simili sulla lista nera federale:

Вот оно наконец и случилось: нас внесли в чёрный список (дважды?) за статью «Курение каннабиса». Привет @ru_pirateparty и @lurkmore_ru.

Alla fine è successo: hanno inserito nella lista nera (due volte?) l'articolo “fumare cannabis”. Salve a @ru_pirateparty e @lurkmore_ru.

Da venerdí scorso, quando si è sparsa la notizia, gli utenti russi di Wikipedia hanno febbrilmente risistemato e revisionato [ru] l'articolo, seppur senza l'obiettivo esplicito di adeguarne il contenuto alle leggi russe sulla censura di internet. “Fumare cannabis” è stato pubblicato quasi sei anni fa (nel dicembre 2006) e ha subito più di cinquecento modifiche. Tra l'altro, l'ultima serie di revisioni era servita ad adattarlo ai rigidi standard di oggettività e sulle citazioni usati da Wikipedia. Su diversi forum di discussione [ru] di Wikipedia, gli editors avevano dato la loro opinione sulle decisioni degli ufficiali di censurare molti dei loro articoli. Se da un lato alcuni utenti erano preoccupati che gli articoli in questione non fossero ben scritti, i commentatori erano prevedibilmente e in maggioranza contrari alla cancellazione o all'alterazione del materiale del sito per allinearsi alla lista nera di RuNet.

L'editor Dmitry Rozhkov scrive [ru] pacatamente:

Пусть закрывают, чё. Реакция на блокировку Википедии уже известна. Сами себя заблокируют.

Lasciateli chiudere [il sito], che diavolo! La reazione al blocco di Wikipedia è cosa nota. Stanno [solo] bloccando se stessi.

Un altro utente chiamato Tucha (“nuvola temporalesca”) scrive [ru]:

Пусть закрывают. Это может быть забавно, такая классная реклама для одной статьи.

Lasciate che lo chiudano. ‘Sarà divertente, una così ovvia pubblicità per un articolo.

Questo era un chiaro riferimento all'effetto Streisand, “fenomeno mediatico per il quale un tentativo di rimuovere un'informazione ne provoca, contrariamente alle attese, l'ampia pubblicizzazione.” L'effetto si è verificato in modo sorprendente durante il weekend, quando la ricerca della voce “cannabis” sulla versione russa di Wikipedia è aumentata circa del 13,000% rispetto al normale traffico, passando da 431 visualizzazioni giovedì 4 aprile, a più di 56,000 il giorno successivo. Secondo le statistiche della settimana, la voce “Cannabis” ha attirato più di 125 mila visite, numero minore solo rispetto a Odnoklassniki (social network di RuNet) e Margaret Thatcher (che è morta l'8 aprile).

In una notizia pubblicata [ru] sul sito wikinews.org, il direttore esecutivo di Wikimedia Russia, Stanislav Kozlovsky, si è lamentato che la vaga prerogativa della lista nera di RuNet, minacci uno sprettro troppo ampio di contenuti online:

Даже название статьи «Курение каннабиса» можно подвести под его формулировку, так как законом запрещено упоминать о способах употребления наркотиков. […] По самоубийствам аналогично: фразы «Есенин повесился», «Маяковскийзастрелился», «Ромео и Джульетта отравились» — уже повод для блокировки сайта, так как всё это способы совершения самоубийств.

Perfino il nome dell'articolo, potrebbere essere soggetto alle norme [della lista nera], perchè queste prevedono che sia illegale menzionare anche solo l'utilizzo delle droghe. […] Lo stesso vale per il suicidio: frasi come “Yesenin si è impiccato,” “Mayakovsky si è sparato,” and “Romeo e Giulietta si sono avvelenati” sono pretesti per censurare il sito, dal momento che sono tutti metodi per suicidarsi.

Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, 12 luglio 2008, foto di Joi Ito, CC 2.0.

Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, 12 Luglio 2008, foto di Joi Ito, CC 2.0.

Il 9 aprile il fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, ha risposto [ru] a Ain92, un utente russo di Wikipedia, che ha reso noto a Wales sulla sua pagina che “due articoli in inglese sono stati censurati (inseriti nella lista nera) da Roskomnadzor [sic].” La risposta di Wales è stata palesemente sprezzante:

Per quanto mi riguarda essere censurato è sicuramente meglio di collaborare con la censura. È importante capire che la paura della censura dei siti web è basata sulla preoccupazione che alcuni ISP (presumibilmente piccoli), manchino di risorse tecniche sufficienti a bloccare solo pagine individuali, costringendoli così a bloccare interi siti per sottostare alla legge. Credimi, se quegli ISP bloccheranno l'intera Wikipedia, mentre altri ISP [agiranno] solo su singole pagine, i primi perderanno clienti molto molto in fretta. Noi non siamo deboli, al contrario siamo molto potenti. Soddisfare la richiesta di politici deboli e codardi, quei politici che hanno paura della diffusione delle informazioni, non fa parte di Wikipedia.

Non sarà comunque Wales a decidere gli sviluppi dei contenuti di Wikipedia su droghe e suicidio in risposta alle autorità russe. Questo onore tocca agli editor volontari di Wikipedia, che sono i primi responsabili degli articoli; il che significa che sono del tutto indipendenti sia dalle autorità russe che dagli utenti di Wikipedia. Vale a dire che l'articolo “Fumare cannabis” e i suoi sovversivi correlati rimarranno molto probabilmente sulla lista nera di RuNet.

1 commento

  • Giovanni

    Un articolo che parte con la premessa:

    “Fumare cannabis è una questione pericolosa per tutti nel mondo.”

    suscita molte perplessita’ sulle competenze del giornalista. Fumare cannabis e’ molto piu salutare che bere alcool e fumare tabacco, e forse e’ proprio per questo che queste due ultime droghe letali sono legali mentre la cannabis no. E non tralasciamo le note qualita’ mediche della stessa.

    Milioni di persone fumano cannabis nel mondo e nessuno ne e’ mai morto, e’ molto piu pericoloso avere dei giornali che pubblicano articoli faziosi.

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