Yemen: proteste e auto-immolazione a due anni dalla rivolta nazionale

A ridosso del secondo anniversario della Primavera Yemenita, Munìf Al-Zubairy si è dato fuoco [en, come tutti gli altri link eccetto ove diversamente segnalato] a Sana’, la capitale del Paese, per esprimere solidarietà ai propri connazionali che, feriti durante la rivolta del 2011, sono attualmente in sciopero.

Atiaf Al-Wazir infomra su Twitter:

@WomanfromYemen: oggi a mezzogiorno Munìf Al -Zubairi si è dato fuoco per protestare contro l'indifferenza del governo yemenita verso i rivoluzionari feriti. pic.twitter.com/nZkSVEud

https://twitter.com/WomanfromYemen/status/298760914935635968

Foto pubblicata su Twitter

@WomanfromYemen: Pur riportando ustioni gravi, Munìf è ancora vivo e rimane sott'osservazione in ospedale.

La blogger Afrah Nasser rilancia:

Le immagini scioccanti di Munìf si sono diffuse rapidamente sul web. Che si infastidiscano pure i leader politici nel vederle! Munìf è stato portato d'urgenza in ospedale e, nonostante la gravità delle ustioni riportate, sta lottando per rimanere ancora in vita. “Dobbiamo fare una seconda rivoluzione”, ha urlato oggi mentre si dava fuoco.

Rivoluzionari feriti in sciopero 

I manifestanti feriti durante la Primavera devono ancora ricevere la giusta attenzione da parte del governo. A seguito della morte di Taha Mohammed Al-Ariqi, colpito gravemente durante la rivolta, un gruppo di manifestanti feriti ha organizzato un sit-in di protesta (qualcuno addirittura è in sciopero della fame) di fronte l'ufficio di gabinetto, chiedendo al governo di fornire loro l'aiuto finanziario necessario per curarsi all'estero.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=321454567974612&set=o.134626450036013&type=1&theater

Sul cartellosi legge: “Col nostro sangue sono saliti al governo e noi adesso li supplichiamo per ricevere cure mediche adeguate”.

Yemen Updates scrive su Twitter:

@yemen_updates: i manifestanti feriti hanno organizzato un sit-in iniziando lo sciopero della fame: ecco la protesta contro la negligenza del governo che sembra ignorare le loro necessità.

Il giornalista Aron Baron aggiunge:

@adammbaron: Dal punto di vista morale, turba l'incapacità dei politici all'opposizione di assicurare il trattamento medico per gli attivisti feriti. Dal punto di vista politico, invece, è una cosa semplicemente stupida.

 

Ricordando la Primavera

Gli yemeniti commemorano l'11 febbraio 2011, giorno in cui la Primavera ebbe inizio. Da Ta'iz, la città da dove la rivolta si è diffusa, Mohammed Al-Asaadi ha pubblicato il tweet:

@alasaadim: Sono a Ta'iz. Qui la folla si è riunita per celebrare il secondo anniversario della rivolta dell'11 febbraio. Un giorno da ricordare per lo Yemen e gli yemeniti.

Un'immagine commemorativa dell'11 Febbraio, l'inizio della rivolta dei giovani pacifisti dello Yemen

Immagine commemorativa dell'11 Febbraio, l'inizio della rivolta dei giovani pacifisti in Yemen

È risaputo che lo Yemen è la seconda nazione più armata al mondo (dopo gli USA). Eppure gli yemeniti hanno impressionato il mondo con le marce pacifiche. Ogni venerdì e per oltre un anno, uomini e donne hanno riempito la piazza del Cambiamento e la piazza della Libertà a Sana’ e le strade di altre ben 21 province.

Sono passati due anni da quando gli yemeniti sono scesi per le strade “chiedendo dignità, libertà e una vita degna di essere vissuta”, come testimonia SupportYemen in questo video:

Eppure, voltandosi al passato e rivedendo ciò che è stato fatto, emerge in molti un amaro disappunto. Le condizioni di vita nello Yemen non sono migliorate, anzi, secondo alcuni, sono addirittura peggiorate. Il Paese continua a soffrire per i tagli di energia elettrica e la carenza d'acqua.

La forza militare non è stata ancora ricostruita sebbene dei decreti siano stati approvati dal presidente Abdu Rabu Mansour Hadi. Neppure l'economia è migliorata. Molti fondi auspicati e promessi per lo sviluppo e il risanamento aspettano ancora la conferenza degli “Amici dello Yemen” a marzo, ospitata dalla Gran Bretagna. Sempre per marzo è previsto il Dialogo Nazionale che dovrebbe affrontare le divisioni politiche e le amare lamentele che minacciano l'unità del Paese tracciando linee alla nuova costituzione per prepararsi alle elezioni presidenziali del 2014. Il presidente Hadi ha scelto il 18 marzo come data della conferenza, una data che qualche yemenita trova particolarmente spiacevole poichè segna il secondo anniversario del “Massacro del Venerdì” in cui furono uccise 52 persone dalle forze del regime.

Osamah Fakih rilancia su Twitter:

@osamahfakih: Organizzare il 18 marzo il Dialogo Nazionale nello Yemen oscurerebbe l'anniversario del Venerdì della Dignità. Tutte le nazioni devono rispettare la propria memoria.

Summer Nasser aggiunge:

@SummerNasser: Trovo completamente irrispettosa la decisione di Hadi di organizzare il Dialogo Nazionale il 18 marzo, giorno dell'anniversario del Venerdì della Dignità.

Così il giornalista Adam Baron:

@adammbaron: mentre le élites dello Yemen bisticciano per il dialogo nazionale, la massa rimane impantanata in una lotta quotidiana per la sopravvivenza in un'economia moribonda.

Persino gli yemeniti che studiano all'estero soffrono la corruzione che il nuovo governo ha ereditato dal precedente regime che la rivolta ha fatto cadere “in apparenza”. Gli studenti in Algeria, Germania, Egitto, Sudan, Malesia e Russia lottano contro le difficoltà finanziarie e la cattiva gestione da parte dal settore dell'istruzione nelle ambasciate all'estero. Hanno organizzato dei sit-in nelle rispettive ambasciate ottenendo dei corrispettivi sit-in davanti al Ministero dell'Istruzione, Ministero dell'Economia e Ministero degli Affari Esteri che giocano a scarica barile per le responsabilità di questi stenti. Questo video è stato caricato su  YouTube da VSJ Germany e contiene i messaggi di studenti in Germania che raccontano i loro problemi e chiedono al governo di risolverglieli al più presto (ar): 

Questo è il tweet di Mohammed Al-Asaadi:

‏@alasaadim:

Saleh è stato rovesciato. Il governo di famiglia nello Yemen è finito. La costruzione, lo sviluppo e l'avanguardia
stanno per arrivare. Grazie alla rivoluzione della gioventù dell'11 febbraio.

 

@alasaadim: le masse che ho visto a Ta'iz e che sono ovunque nello Yemen difenderanno la nazione e la rivoluzione. L'11 febbraio ha dato avvio alla lunga marcia.

Così scrive Rooj Alwazir:

@Rooj129: SCIOPEEEEEEROOOO!! I giovani dello Yemen sciopereranno domani per portare la rivoluzione alla vittoria!

Questo, invece, il tweet di Afrah Nasser:

‏@Afrahnasser: Per il secondo anniversario della rivolta nello Yemen devo congratularmi con gli USA, i sauditi e il resto degli stati del Golfo perchè stanno sopprimendo la rivoluzione popolare.

Ataif Alwazir propone un post dal titolo “La Rivoluzione 1.0 è finita & la Rivoluzione 2.0 è iniziata”, dove si legge:

Chi ha dedicato la propria vita a protestare contro l'ingiustizia, chi si è sentito tradito dal sistema, chi va  a letto digiuno, chi è stato torturato in prigione, chi non trova lavoro e chi ha dovuto fronteggiare la corruzione del governo quotidianamente era felice che questo giorno fosse finalmente arrivato. Noi tutti abbiamo continuato a sognare e ci siamo rifiutati di svegliarci dal sogno.

E’ stata la più grande pugnalata alle spalle che la rivolta potesse aspettarsi: la sottoscrizione del piano del Consiglio di Cooperazione del Golfo col supporto della “comunità internazionale”. Il piano ha dato l'immunità a Saleh e a molti del suo regime. Aggiungendo al danno la beffa, il piano prevedeva che ci sarebbe stato “Elezione di un solo uomo” e che il prossimo presidente sarebbe stato Abd Rabo Mansour Hadi, vicepresidente di Saleh.

 

Con la sottoscrizione dell’accordo del Consiglio di Cooperazione del Golfo, sembra che tutti (partiti di regime e di opposizione) abbiamo avuto un pezzo della torta, eccetto i giovani indipendenti che hanno dato inizio alla rivoluzione con grandi speranze di cambiamento e sogni di costruire un nuovo Yemen.  Sakhr galeb [ar] carica su YouTube il video di un brano rap che commemora i martiri della rivoluzione, poi ampiamente condiviso su Facebook e Twitter.

Nonostante molte contrarietà, reclami, interferenze internazionali, intoppi e obiettivi non raggiunti, la storia ci ha insegnato che le rivoluzioni non avvengono nel giro di una notte. Impegno, sforzo, fede, speranza, pazienza e, soprattutto, tempo sono necessari per qualsiasi cambiamento concreto, ovvero, per ogni altro desiderio di cui si auspica pronta realizzazione. Rimane il fatto che è passato l'11 febbraio, il giorno scritto nella storia come la data in cui la Primavera dello Yemen ha avuto inizio … e verosimilmente continuerà per molto tempo ancora.

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