Tunisia: contestazioni al preambolo della nuova Costituzione

I Tunisini reagiscono con rabbia all'ultima stesura del preambolo della nuova Costituzione come redatta dal primo Parlamento eletto dopo la caduta del regime di Ben Ali. Molti netizen non condividono la visione della Tunisia post-rivoluzionaria che hanno in mente i membri dell'Assemblea.

Il preambolo della nuova costituzione tunisina

Il preambolo della nuova costituzione tunisina. Foto di Tunisia Live

Il giornalista tunisino Farah Samti del sito di informazioni locale Tunisia Live, traduce il testo del preambolo [en].

Il preambolo, un tema che finora è stato scarsamente affrontato dai media e dai gruppi di discussione, ha sollevato obiezioni da parte di diversi blogger, i quali sollevano problemi per la formulazione, per il confuso amalgama di idee presentate nel testo e per la sua lunghezza.

Nel seguito alcuni dei diversi, eppure importanti, aspetti che sono stati discussi nella blogosfera. Gli autori sono: Erik Churchill [en], blogger politico a lungo residente a Tunisi, e i blog NadiaformTunis [fr], Debatunisie.com [fr] e MasrwaTouness [en].

Lunghezza e amalgama di idee

Erick Churchill: Il preambolo tunisino conta 433 parole (in inglese) e 8 paragrafi. Include riferimenti alla storia della Tunisia, alla storia araba, alla cultura musulmana, ai Palestinesi, e all'ambiente. Il fatto che il preambolo abbia richiesto sei mesi per la sua redazione, e il fatto che sia un'accozzaglia di idee, non necessariamente è di buon auspicio per i tempi stabiliti dal portavoce dell'Assemblea Costituente, Mustapha Ben Jafaar, che ha promesso che il documento sarà completo per ottobre 2012.

NadiaFromTunis: Ce texte est extrêmement lourd. Alors qu’un préambule est censé inspirer respect et amour de la patrie et des valeurs communes au peuple tunisien, nous voilà en présence d’un morceau médiocre de littérature sans queue ni tête, où l’effort – trop visible – des élus d’y introduire tout et n’importe quoi a résulté en une chose qui manque d’homogénéité, tant au niveau de la langue que du contenu. On y voit pêle-mêle des références historico-culturelles du pays et des postures géopolitiques dont on ne sait si le peuple les approuve ni quel sens elles ont dans un contexte par définition mouvant alors qu’il s’agit là d’un texte fondateur censé durer.

Il testo è estremamente pesante. Mentre un preambolo dovrebbe essere concepito per inspirare rispetto e amore per la patria e per i valori comuni del popolo tunisino, siamo in presenza di un pezzo mediocre di letteratura senza testa né coda, in cui lo sforzo – troppo visibile – dei deputati di introdurvi tutto e niente è sfociato in qualcosa che manca di omogeneità, sia nel linguaggio che nel contenuto. Ci si trova un miscuglio di riferimenti storico-culturali sul Paese e di posizioni geopolitiche delle quali si ignora se abbiano l'approvazione del popolo e quale senso possano avere in un contesto per definizione mobile, quando invece si tratta qui di un testo fondatore pensato per durare.

Troppa enfasi sull'identità arabo-musulmana, sull'Islam e debole richiamo ai diritti universali

Erick Churchill: Il documento è attento a evitare riferimenti a valori o a diritti universali. Se da una parte garantisce uguali diritti umani e civili tra i Tunisini, non prende decisa posizione nel garantire i diritti universali, così come nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite. Molti Paesi musulmani hanno rifiutato di firmare il documento in quanto lo considerano un soggiogare la Sharia islamica a dei diritti artificiali. I liberali in Tunisia avevano sperato che l'Assemblea prendesse questa posizione audace, che avrebbe poi costituito dei precedenti per i giudici da usare come base per pronunciarsi in merito alle rivendicazioni di diritti. Così com'è, il documento rimane così vago che la Costituzione stessa o il codice civile dovranno stabilire esattamente quali diritti debbano essere considerati fondamentali.

NadiaFromTunis: Ici le mot Islam (et ses dérivés) est cité 3 fois[…]. Voyons voir si ces 3 références sont bien nécessaires. La première fait peur : comment ça « se baser sur les constantes de l’islam » ? quelles constantes et selon qui d’abord ? et que veut dire le fait de se baser dessus et dans quel but ? bref, le summum de l’interprétabilité sur un sujet aussi sensible est un crime contre les générations futures (ou une chose totalement inutile, ça dépend). La deuxième pourrait être exprimée autrement, même si à mon humble avis, il s’agit là de la seule référence à peu près acceptable dans le sens où elle fait partie d’un passage sur les composantes historico-culturelles du peuple. La troisième fait partie d’un magma d’idées qui ne me semblent pas avoir leur place dans une constitution censée représenter tout le peuple et ne pas préjuger de ses choix diplomatiques et géopolitiques présents et futurs.

Qui la parola Islam (e i suoi derivati) è citata tre volte  […]. Vediamo se questi tre riferimenti sono necessari. Il primo fa paura: come dovrebbe “basarsi sulle costanti dell'Islam”? Quali costanti, e secondo chi soprattutto? E che vuol dire il fatto di basarsi su tali costanti e con quale scopo? In breve, l'estrema interpretabilità di un soggetto così sensibile è un crimine contro le generazioni future (o qualcosa di totalmente inutile, dipende). Il secondo riferimento potrebbe essere espresso differentemente, anche se a mio umile avviso, si tratta in questo caso del solo riferimento quasi accettabile, nel senso che rientra in un passaggio sulle componenti storico-culturali del popolo. Il terzo fa parte di un magma di idee che non mi sembrano aver posto in una Costituzione concepita per rappresentare tutto il popolo e non per pregiudicare le sue scelte diplomatiche e geopolitiche presenti e future.

Debatunisie.com: Il est évident qu'en donnant à notre consitution un socle religieux, nous intégrons une part d'irrationnel dans nos textes de lois, ouvrant ainsi la porte aux multiples interprétations. Nous mettrons sous tutelle notre citoyenneté au profit d'experts de la religion qui nous expliqueront d'après leurs sciences occultes les arcanes de nos codes de conduite et de nos lois. Ils useront de sourates ou de hadiths hermétiques -à nous autres pauvres mortels- pour légiférer à notre place, censurer et atteindre à notre liberté.

È evidente che dando alla nostra Costituzione un fondamento religioso, integriamo una parte di irrazionale nei nostri testi di legge, aprendo così la porta a molteplici interpretazioni. Metteremmo sotto tutela la nostra cittadinanza a vantaggio di esperti religiosi che ci spiegheranno secondo le loro scienze occulte gli arcani dei nostri codici di condotta e delle nostre leggi. Faranno ricorso a sure e hadith ermetici – a noi altri poveri mortali – per legiferare a nostro posto, censurare e intaccare la nostra libertà.
Libertà, Dignità, Giustizia circondate da un piedistallo del giuramento islamico

Libertà, Dignità, Giustizia circondate da un piedistallo del giuramento islamico. Foto di Debatunisie.com

Un'agenda politica allargata

L’umma, l'integrazione del popolo musulmano, l'unione del Maghreb, l'unione araba e il movimento di liberazione della Palestina sono forse le parole chiave che suscitano il maggior numero di controversie nel preambolo. Ma se queste espressioni non sono in relazione con i diritti o i doveri del popolo tunisino, si ritiene che nascondano uno specifico programma politico.

NadiaFromTunis: C’est là qu’on en arrive plus largement à cette histoire d’union (maghrébine, arabe). Mais qui vous dit que tous les tunisiens sont d’accord pour s’unir avec les pays voisins ? Ou alors les 217 élus sont en charge d’en décider pour eux ? Et si je ne veux pas moi de cette union, serais-je hors la loi ou carrément excommuniée, mon passeport brûlé et vouée au statut d’apatride ? Bref, j’aimerai dire à ces gens que non, ces affaires là on peut en discuter dans d’autres circonstances quand il s’agira de définir notre politique internationale, et qu’il faudra nous demander notre avis sur la question avant de conclure un quelconque accord de ce genre. Et ne venez pas me dire « mais moi je suis d’accord pour qu’on s’unisse » … je m’en fous, la question n’est pas là, la question est que ce préambule n’est pas fait que pour vous, et surtout que c’est le préambule d’une constitution, pas le programme du Ministère des Affaires Etrangères du gouvernement Machin.

È qui che si arriva in modo più evidente a questa storia dell'unione (magrebina, araba). Ma chi vi dice che tutti i Tunisini sono d'accordo per unirsi con i Paesi vicini? O forse i 217 deputati eletti sono nella possibilità di decidere per essi? E se io non voglio questa unione, sarò considerata una fuorilegge o apertamente scomunicata, il mio passaporto sarà bruciato e sarò condannata a vivere da apolide? In breve, mi piacerebbe dire a questa gente che no, che tali questioni possono essere discusse in altre cirsostanze, quando si tratterà di definire la nostra politica internazionale, e che bisognerà domandare la nostra opinione prima di concludere qualsiasi accordo di questo genere. E non venitemi a dire “ma io sono favorevole all'unione”… me ne sbatto, non è questo il punto. Il problema è che questo preambulo è fatto per voi, e soprattutto che si tratta del preambolo di una Costituzione, non il programma del Ministero degli Affari Esteri del governo, qualunque esso sia.

Palestina

MasrwaTouness: Nonostante il mio interesse per la causa palestinese, non posso accettare il fatto che debba essere al di sopra di tutto il resto solo in quanto causa “araba”. Significhirerebbe semplicemente dare il proprio sostegno in favore dell'appartenenza etnica e non della giustizia. In molti posti nel mondo si trovano situazioni orribili quanto quella palestinese, e a volte anche peggiori. Morire di fame in Somalia o ucciso da un Talebano in Afghanistan o a Jenjaweed in Darfur non è meno importante né meno doloroso. Favorendo la causa palestinese la Tunisia farà passare il messaggio che non tutte le vittime sono uguali.

Erik Churchill: La questione palestinese fa una comparsa non molto discreta, e abbastanza problematica. Il documento afferma che “gli individui hanno diritto all'autodeterminazione, e ai movimenti di liberazione giustificata, in cima ai quali vi è la liberazione della Palestina”. È una costruzione curiosa, ovviamente basata innanzitutto sulla motivazione di includere i sentimenti populisti a supporto della causa palestinese. Ciò che è interessante è il riferimento all'autodeterminazione, che è la base legale per la formazione di uno Stato palestinese, in assenza di guerra. Tuttavia, l'autodeterminazione è anche alla base dei movimenti di indipendenza in tutto il mondo, soprattutto tra i Sahariani occidentali in disputa con il governo marocchino e tra i Berberi in Kabylie in Algeria. Sarebbe interessante vedere se questa clausola provocherà dei problemi diplomatici per il governo nel momento stesso in cui sta cercando di riavviare la causa dell'unità del Maghreb.

Lacune

MasrwaTouness: In quanto mezza-tunisina Amazigh (Berbera), mi sento personalmente estromessa dal mio paese a causa di questo preambolo. La Tunisia viene mostrata come arabo-islamica, ignorando così le radici Amazigh della nostra cultura/identità (non sto parlando della minoranza di lingua berbera, ma della maggioranza che, sebbene non parli berbero, condivide tutti i tratti culturali della civiltà berbera, come tutti gli altri Stati del Maghreb). La lingua berbera non ha alcuno statuto nel preambolo: né lingua ufficiale, né nazionale, neppure lingua di minoranza. Semplicemente come se la lingua berbera non esistesse affatto.

Ho anche l'impressione, come Tunisina, di contare meno dei Palestinesi per i nostri governanti. In quanto Africana, sento la mia africanità non rispettata (così tanta enfasi sul mondo arabo in questo preambolo e niente sull'Africa?) e in quanto essere umano, sento di essere spinta a parteggiare per la causa palestinese non per le persone che vi sono coinvolte ma per l'ideologia che implica (non penso che un Palestinese soffra più di un abitante del Darfur o di un Somalo, per esempio).

L'Assemblea Costituente voterà il preambolo il prossimo ottobre quando, presumibilmente, avrà terminato di redigere la Costituzione, come annunciato del presidente dell'assemblea.


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