Brasile: l'identità brasiliana secondo la Rete

Sin dalla dichiarazione d'indipendenza del 1822, l'identità del Brasile è stata sottoposta a numerose trasformazioni sulla spinta dei cambiamenti economici, sociali e culturali. Si può parlare di un'unica identità brasiliana in un Paese in cui esistono numerose razze [it], classi sociali, credi e tradizioni, ed una parte consistente della popolazione proveniente dai cinque continenti [en], e in cui le differenze interne tra zona e zona sono molto marcate? In poche parole, cosa significa essere brasiliano?

Nonostante Internet sia una tecnologia moderna, il suo uso democratico e a carattere inclusivo può essere d'aiuto nella ricerca di una risposta a questa domanda. Probabilmente una risposta di questo tipo non sarebbe un riflesso diretto dell'identità brasiliana; dopo tutto, meno del 50%  [pt, come per tutti i link eccetto ove diversamente indicato] dei 200 milioni di brasiliani vi può accedere, e lo stesso 50% si caratterizza per la predominanza di alcuni gruppi. In ogni caso il mondo online riunisce una serie di opinioni e dopo una breve ricerca se ne possono trovare di diverse.

365 Persone. Foto di Sarah Avezza su Flickr (CC BY-NC 2.0)

365 Persone. Foto di Sarah Avezza su Flickr (Licenza Creative Commons)

Sono molti infatti ad aver già provato a rispondere con le proprie parole, o meglio ancora, sulla base della propria esperienza. Ma ancora prima di arrivare a “brasiliano,” conviene dare una definizione dei concetti di nazione e di nazionalità. Secondo il giornalista Mauro Santayana, in un articolo pubblicato sul sito Contexto Livre [Contesto libero] :

A etimologia nos diz que pátria é o adjetivo para a terra de nossos pais. É a terra pátria, o que sugere a integração entre a realidade geográfica e a comunidade que nela vive, identificada pela língua, pela cultura e, mais do que por esses sinais, pelo sentimento de fraternidade (….) é, no fundo, a solidariedade cotidiana.

L'etimologia ci dice che la nazione è l'aggettivo che indica la terra dei nostri padri. È la patria, il che suggerisce una forma di integrazione fra la realtà geografica e la comunità che in essa vive, identificabile grazie alla lingua, la cultura e in modo ancora più forte con lo spirito di fratellanza (…) è, nel profondo, la solidarietà quotidiana.

E’ importante anche spiegare che l'identità in Brasile si è andata costruendo nel corso degli anni. Secondo Eliene, in un articolo scritto per il sito Mundo Educação [Pianeta educazione]:

A preocupação, de tentar construir uma identidade brasileira, começou no século XX, pois no século XIX, grande parte da população não era considerada oficialmente como brasileira. A partir de 1930, os órgãos governamentais começaram a introduzir elementos na nossa cultura, como por exemplo: o futebol, o carnaval, a feijoada, etc. Nesse período, na primeira metade do século XX, foi construída a imagem do brasileiro. Um povo cordial, bem-humorado, alegre e não racista. Porém, é válido ressaltar que os órgãos governamentais tentavam introduzir uma identidade, mas ela só foi aceita porque o povo se identificava com ela.

La preoccupazione di cercare di costruire un'identità brasiliana, ha avuto inizio nel 20° secolo, dato che nel 19° un'ampia percentuale della popolazione non era ancora considerata ufficialmente brasiliana. Dopo il 1930, le istituzioni governative hanno iniziato a introdurre elementi delle nostre culture tra cui: il calcio, il carnevale, la feijoada [uno dei piatti tipici], ecc. In questo periodo, nella prima metà del 20° secolo iniziò a prendere forma l'immagine brasiliana. Un popolo cordiale, felice, di buon umore e tollerante. In ogni caso vale la pena sottolineare che anche se fu il governo a cercare di introdurre un'identità comune, questa venne accettata solo perchè la gente in essa si identificava.

Riassumendo, ciò che unisce la popolazione brasiliana è la semplice sensazione di un comune sentire brasiliano. Pare ovvio ma dal momento della pubblicazione di Casa grande e Senzala [en] opera di Gilberto Freyre [it] nel 1933, e Raizes do Brasil [Radici brasiliane], di Sergio Buarque de Holanda [en] nel 1936, molto è stato scritto e teorizzato rispetto a tale definizione. E la comunità online? Che cosa ne pensa?

Il professore di storia Lázaro Curvelo Chaves, apre in modo categorico la sua
definizione:

Somos um povo sui generis em vários aspectos. Alguns ditados populares têm lá a sua razão de ser. Aqui há “leis que pegam” e “leis que não pegam”, depende de a quem se aplica. A rigidez da letra fria da lei esbarra no “jeitinho brasileiro”, no “favor”, no quebra-galho.

Siamo un popolo sui generis per molti aspetti. Alcuni detti popolari hanno la loro ragione d'essere. Qui, ci sono “leggi che si applicano” e “leggi che no”, a seconda di colui a cui si riferisce. La rigidità del codice rimbalza contro il “modo alla brasiliana”, una sorta di “favore”, di metodo per risolvere i problemi.

Ma cosa dire rispetto alla nozione di calcio, religione e carnevale? Sì, alcuni continuano a definire i brasiliani sulla base della loro squadra nazionale di calcio, altri riferendosi alla musica, ma come scrive Diogo Didler nel suo sito web Ser Feliz e ser Livre [Essere felici significa essere liberi]:

Ser brasileiro vai muito além do que torcer por um time, ser sambista, ter uma religião ou gostar de mulher. É, antes de tudo, um exercício de cidadania do qual cada um enxerga a nossa realidade e tentar de alguma forma mudá-la qualitativamente em benéfico do povo. Ser brasileiro é, ainda, exaltar o que realmente temos de melhor e não coisas supérfluas que não trazem benefício algum para a coletividade social, mas sim pequenos paliativos que com o tempo serão esquecidos.

Essere brasiliani significa molto di più che tifare per una squadra, essere un musicista di samba, professare una fede o amare le donne. È prima di tutto un esercizio di cittadinanza, attraverso il quale ognuno di noi vede la nostra realtà e cerca di modificarla in modo da beneficiare la popolazione. Essere brasiliano significa tutt'ora sottolineare il nostro meglio e non il superfluo, ciò che non porta un beneficio per la comunità ma piccoli palliativi che verranno scordati con il tempo.
Abitanti di Chapada.  Foto di deltafrut (Otávio Nogueira) su Flickr (Licenza Creative Commons)

Abitanti di Chapada. Foto di deltafrut (Otávio Nogueira) su Flickr (Licenza Creative Commons)

Su Twitter, alcuni dicono la loro attraverso l'hashtag #brasileiro (#Brazilian), Jose (@heyjholetsgo) scrive:

BOM DIA pro proletário que amanheceu encarangado mas segue na luta ‪#sou‬ ‪#brasileiro‬ ‪#nao‬ ‪#desisto‬

BUON GIORNO al lavoratore che si alza malato ma continua a lottare #Sono #brasiliano #non #mollo

Inoltre, Tiago G. Estevam  (@tiagogestevam) concorda che:

#Brasileiro é uma MultiMistura genética formidável! Por isso temos tanta pessoas talentosas, potencializamos as qualidades das decendencias.

#Brasiliano è una formidabile supermescolanza genetica! Per questo motivo abbiamo cosi tanti talenti, che incrementano le qualità ereditate.

Se fino ad ora abbiamo parlato del territorio nazionale, cosa dire dei brasiliani che vivono fuori dai confini? La “Brasilianità” attraversa le frontiere? Mentre alcuni dicono che è facile riconoscere i brasiliani che vivono all'estero basandosi sugli stereotipi, Debora Baldelli, co-editrice di Global Voices in portoghese, riconosce nel suo blog Urbanices, che all'estero, da un punto di vista fisico, “l'idea che i brasiliani non abbiano un viso (o abbia tutte le facce del mondo )’ non è così diffusa come pensavo.” si, i brasiliani hanno una faccia ed un'identità e anche se ognuno è unico, anche noi siamo brasiliani, indipendentemente da dove ci troviamo.
Fra tutte queste opinioni, online c'è posto anche per l'orgoglio brasiliano ?

Con la domanda “Sei orgoglioso di essere brasiliano?,” Jessica ha lanciato la sfida su Yahoo!. Le risposte sono state diverse, c'è chi dice di amare il suo Paese per le sue risorse naturali e chi invece è più tiepido al rispetto. La blogger Catharina Lopes ha cercato di esprimere i suoi sentimenti su Youtube.

http://www.youtube.com/watch?v=38O15Roa6Dg

Ma possono un forum online e alcuni video riflettere davvero le opinioni sparse nel mondo non connesso? Secondo i dati pubblicati sul sito web Essere Guarany, “gli utenti internet brasiliani sono 79,9 milioni, il che rende il Paese il quinto per connessione a Internet e con un alto tasso di crescita”. Ma anche l'ineguaglianza sociale ha il suo posto. Secondo una ricerca fatta dal Senato brasiliano nel 2011:

Entre os 10% mais pobres, apenas 0,6% tem acesso à Internet; entre os 10% mais ricos esse número é de 56,3%. Somente 13,3% dos negros usam a Internet, mais de duas vezes menos que os de raça branca (28,3%). Os índices de acesso à Internet das Regiões Sul (25,6%) e Sudeste (26,6%) contrastam com os das Regiões Norte (12%) e Nordeste (11,9%).

Tra il 10% più povero, solo lo 0,6 ha accesso a Internet; fra il 10% più ricco, questa percentuale sale al 56,3. Solamente il 13,3% della popolazione afro brasiliana usa Internet, più di due volte meno dei bianchi (28,3%). La percentuale di accesso a Internet nel sud (25,6%) e sud est (26,6 %) contrastano con le regioni del nord (12 %) e del nord-est (11,9 %).

Sebbene i numeri siano cambiati negli ultimi tempi, siamo ancora ben lontani dal raggiungimento dell'eguaglianza di accesso. Ma se realmente esiste un'unica identità brasiliana, è precisamente questa, le diverse opinioni, realtà ed esperienze su un unico territorio comune.

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