Russia: strano aumento dei casi di AIDS/HIV

L'AIDS è arrivato in Russia dopo aver raggiunto livelli epidemici in altre regioni del globo. Durante l'era sovietica, gli spostamenti delle popolazioni erano limitati ma il trend è cambiato all'inizio degli anni '90. In Russia si è registrato il primo caso di AIDS nel 1987; fino alla fine del ventesimo secolo ci sono stati circa 20.0000 persone contagiate, e alcune stime suggeriscono che il numero di casi di AIDS in Russia sia raddoppiato ogni anno dal 1998.

 

'Red Ribbon' symbol of solidarity of people living with HIV/AIDS. Image by Flickr user Andy McCarthy UK (CC BY-NC 2.0).

Il 'fiocco rosso' simbolo di solidarietà per le persone con HIV/AIDS. Foto di Andy McCarthy UK su Flickr (CC BY-NC 2.0)

Recentemente l'attenzione della comunità internazionale si è concentrata sul sistema sanitario russo, sul pregiudizio che riguarda le persone contagiate, e sulle politiche russe sugli stupefacenti; il Paese si trova geograficamente tra l'Asia centrale, dove si produce l'eroina, e l'Europa, dove quest'ultima viene venduta.

Sul blog della rivista USA “Foreign Policy”, Elizabeth Dickinson ha scritto sull'epidemia di AIDS in Russia contestualmente a un articolo intitolato “La situazione dell'AIDS/HIV in Russia è forse peggiore che in Africa?”

Il direttore di ufficio di UNAIDS, Bertil Lindlab, è preoccupato per una regione del mondo dove i casi di HIV stanno aumentando, anche se il tasso di crescita nel resto del mondo sta diminuendo.  Non si tratta dell'Africa o l'Asia, o anche l'America Latina. E’ l'Europa dell'est,quindi paesi come l'Ucraina, dove un rapporto recente dell'UNICEF riporta che l'aumento del tasso d'infezione è stato  circa del 700 per cento dal 2006.

“C'è urgente necessità che tutta l'Europa dell'Est e l'Asia Centrale, agiscano velocemente”, ha detto Lindblad questa mattina. “Tutto questo è piuttosto spaventoso dato che c'e’ diniego, vergogna e anche molta omofobia(in questa regione). Potrebbe diventare un problema enorme se l'HIV continua a diffondersi da piccoli gruppi a gruppi sempre più grossi.”

Il “Russian Embassy Protest Blog” ha evidenziato che il mondo si è reso conto di questa epidemia in un articolo (5 Dicembre 201), riguardante le proteste della giornata mondiale dell'AIDS:

“Durante il “World Aids Day, appena pochi giorni fa, le organizzazioni di riduzione del danno parte dell'International Network of People who Use Drugs (INPUD) hanno protestato davanti alle ambasciate russe in varie città del mondo, in queella che è stata la più grande dimostrazione di solidarietà organizzata dalle e per le persone che fanno uso di sostanze illegali.”

Le proteste, intitolate “Vergogna Russia Vergogna”, sono state dirette contro le politiche altamente controverse sulle droghe che, si pensa, siano alla base della crescita delle epidemie di EEC, HIV e TB. Le iniezioni di droga tramite strumenti contaminati stanno alla base dell'epidemia dell'HIV, ora in crescita maggiore rispetto al resto del mondo e ciò si vede nelle statistiche;  circa l'80 %  dei nuovi contagi avvengono tra le persone che si iniettano droga (PWID), in totale una popolazione di approsimatamente 1.3 milioni di siero positivi. Con questo dato alla mano, proiezioni recenti prevedono che altre 5 milioni di persone potranno essere contagiate dall’ HIV in un futuro prossimo, a meno che la Russia cambi drasticamente le modalità con cui sta gestendo questa pandemia.

Masha Ovchinnikova ha pubblicato nel 2007 un post intitolato “Attivismo per la riduzione del danno in Russia”. Una persona che faceva uso di droga che vive in Russia, Ms. Ovchinnikova, ha parlato delle sfide che affronta chi fa uso di droghe nel suo Paese quando cercano una cura:

“Ci sono molte barriere, burocratiche, finanziarie e morali che impediscono a chi fa uso di droga di essere in grado di prendersi cura della loro salute, e a volte delle loro vite. Ci sono persone che non ricevono nessun assistenza medica  nelle cliniche se stanno “combattendo”. Se vuoi entare in un programma di disintossicazione devi aspettare alcune settimane o a volte di più. Devi preparare molti documenti e fare dei test( compreso il test dell'HIV). Dopo ciò non è garantito che ti saranno date buone medicine,  ma è sicuro che sarai giudicato e umiliato dallo staff medico.”

Un altro problema è la riservatezza dello status di chi fa uso di droga. Non si può ottenere un trattamento medico gratis senza la registrazione ufficiale, ma questa lista, delle volte, è accessibile alla polizia. Anche se la situazione è in qualche modo migliorata recentemente, il livello di abuso della polizia è ancora molto alto.  A volte è ancora pericoloso comprare una siringa nuova perché la polizia osserva chi fa uso di droghe vicino le farmacie.

Il “Psychiatrist Blog” ha spiegato come le organizzazioni del sistema sanitario russo impediscono una cura effettiva dell'AIDS:

“Nella mia clinica gli psichiatri lavorano in stanze accanto ai medici. Oggi nella clinica, ho parlato con Mark Sullowski, un esperto di malattie infettive che si sta specializzando in infezioni multiple di HIV e epatite c. Abbiamo moltissimi pazienti insieme. So che potrei bussare alla sua porta in qualsiasi momento e non sarebbe con un paziente discutendo di un caso o dell'ultima medicina per l'epatite C( abbiamo due nuovi inibitori inibitori delle proteasi che probabilmente aumenteranno le
percentuali di guarigione). Abbiamo anche operatori sociali,  farmacisti, case managers, medici generici ostetrici/ginecologi, dermatologi, oculisti e neurologi. E noi tutti insieme scriviamo le stelle cartelle mediche e gestiamo gli stessi pazienti.”

In russia un sistema così non esiste. La settimana scorsa stavamo discutendo il complicato problema della gestione dei pazienti sieropositivi, con tubercolosi attiva, e utilizzo attivo di droge iniettate. Il problema maggiore è che non c'è un sistema. La tubercolosi è trattata nelle cliniche per la tubercolosi, l'HIV nelle cliniche per l'HIV, e le droge nelle cliniche di narcologia(che è indipendente sia dalla psichiatria che dalla medicina generale). E non comunicano tra di loro.

In un articolo intitolato “L'AIDS in Russia, perché la Russia è così vulnerabile” ho discusso come i professionisti della sanità sono preparati per trattare le persone affette dall'HIV. I centri regionali affermano che forniscono consulenze psicologiche sia prima che dopo il test, ma non è sempre così come illustrato in un resoconto di una giovane donna,Nizhny Novgorod:

“Quando sono testato positivo ero totalmente sotto shock. Mi è stato detto di vedere uno psicologo. Quando ci sono andato, lei mi ha detto : “Sei sieropositiva. Sappi che diffondere consapevolmente l'HIV è un atto criminale secondo le leggi russe. Se fai del sesso non protetto e diffondi il virus, verrai messa in prigione. Firma il documento per mostrare che hai capito. ” Quello fu tutta la consulenza che ho ricevuto. Quando sono entrata nell'ingresso, pensavo che sarei svenuta . Non sapevo nulla dei farmaci antiretrovirali, ne ho saputo qualcosa solo l'anno scorso quando ero a Mosca.”

In molti paesi l'attitudine verso chi e’ malato di HIV/AIDS è un vero problema. HIVnet.ru ha pubblicato un video musicale con l'intenzione di mitigare il pregiudizio mostrando come una coppia attraente riuscivano ad assimilare il fatto che fossero diventati sieropositivi. Un blog popolare di lingua russa “Lj blog” ha discusso i problemi conessi con il pregiudizio:

“Nella nostra società c'è uno schema di condotta nei confronti delle persone sieropositive, cioé sono effettivamente “seppelliti vivi”.Solamente gli amici li contattano sporadicamente cosicché da evitare di essere contagiati. Qualsiasi scusa viene usata per espellere una persona infetta dalle scuole e non hano modo di trovare lavoro. E il problema non sono nemmeno i cattivi datori di lavoro, tu stesso protesteresti se la badante dell'asilo nido dei tuoi bambini fosse sieropositiva.[…]. Anche i medici, che dovrebbero essere persone di profonda conoscienza, negano trattamenti medici se riconoscono che il paziente ha l'HIV.”

Questo non è certo l'unico problema: molti, intimoriti dal pregiudizio associato alla malattia, rifiutano di essere diagnosticati e quando vengono a sapere della diagnosi, la nascondono, e ciò porta a un rapido sviluppo dell'epidemia. L'unico modo per combatterla è rieducare la società.[…]

 

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