Coworking e telelavoro approdano in Giappone

Il coworking [it] è un fenomeno globale in crescita, e il Giappone non fa eccezione. Sebbene sia un paese culturalmente noto per le sue lunghe ore di lavoro e la tendenza per il lavoro d'ufficio – tradizioni radicate nell'anima del lavoratore retribuito -, il passaggio al coworking non è forse così sorprendente come potrebbe sembrare.

La moda del telelavoro ha colpito la coscienza generale grazie alla pubblicazione di “You don’t need an office to work – The Nomad Workstyle” [Non hai bisogno di un ufficio per lavorare – Il telelavoro] del popolare scrittore Toshinao Sasaki [en] nel luglio 2009. L'argomento è stato ripreso in un secondo momento con il terremoto dell’ 11 marzo scorso e con gli eventi che ne scaturirono. A Tokyo, in seguito a settimane di lavoro perse e mesi di ridotto consumo elettrico [en], la ricerca di metodi di lavoro alternativi accelerò naturalmente, andando dall'adozione dell’ora legale [en] al rinnovato interesse per la libera professione. Il coworking era tra questi.

Il giornalista e consulente Ken Kato definisce [ja, come gli altri link, eccetto ove diversamente indicato] il coworking in questo modo:

In poche parole, il coworking è un nuovo stile lavorativo che mira a generare un effetto combinato attraverso lo scambio di idee, informazioni, servizi e competenze in un ambiente di lavoro condiviso. Gli spazi di coworking, molti dei quali dispongono di sale congressi e spazi per eventi, offrono un sottostante grado di informalità che li rende diversi dai lavori pagati a ora, come gli uffici di noleggio. Non sono solo sedi di lavoro, ma spazi collettivi.

Qui sotto una mappa di uffici di coworking in Giappone. I segnaposti verdi indicano uffici che permettono sia l'associazione sia consulenze senza appuntamento, quelli azzurri indicano uffici condivisi (solo associazione), quelli gialli sono bar (solo consulenze), quelli rosa sono uffici societari (solo consulenze) e quelli blu sono uffici non indicizzabili.
Visualizza la mappa originale dal sito di Google Maps Coworking / Jelly! Map

Nuovi uffici di coworking stanno spuntando come funghi, soprattutto a Tokyo, Osaka e Kobe. Un esempio è il “The Terminal”, nel quartiere di Harajuku a Tokyo. Ayako, nel suo blog, carica una serie di foto riguardo la sua visita a “The Terminal” nel giorno dell'inaugurazione avvenuta lo scorso agosto.

Terminal

"The Terminal", foto di Ayako, dal blog 'Tokyo Nomad Work'

Tomohiko Yoneda affida a Twitter la sua impressione:

L’ incredibile euforia per l'apertura di “The Terminal” indica un grande interesse nei nuovi spazi di coworking. Credo fermamente che l'interesse nel telelavoro stia crescendo giorno per giorno. Viviamo in un'epoca in cui siamo consapevoli di dover lavorare usando l'interazione con l'altra gente, senza essere legati a un luogo fisico!

Tony Bacigalupo, co-fondatore di uno spazio di coworking chiamato “New Work City”, ha visitato non meno di quattro uffici di coworking a Tokyo durante un suo viaggio recente. Di “Paxi House”, che è in parte un ristorante specializzato in piatti al coriandolo, dice [en]:

La visita di “Paxi House”, una combinazione di ristorante e ufficio di coworking, è stata un'esperienza che mi ha aperto gli occhi. Per avere successo e competere con la catena di franchising della loro controparte, piccoli bar e ristoranti devono sviluppare un forte seguito e una comunità robusta intorno ai loro spazi. […] I titolari di uffici di coworking farebbero bene a prestare molta attenzione a come fanno successo i proprietari di imprese già esistenti, non ad alludere a come questi fanno fronte alla loro scala ridotta. “Paxi House” porta quest'analogia all'estremo per essere, in realtà, sia un piccolo ristorante sia uno spazio di coworking. Mi piacerebbe molto veder comparire e diventare famosi posti come questi.

L'incubatore di startup [nuove imprese] Samurai Incubate ha appena annunciato che aprirà uno spazio di coworking per le sue imprese neonate, rendendolo uno dei più grandi centri di questo tipo nel paese. In un articolo [en] riguardante l'annuncio, il technical writer Masaru Ikeda offre una mappa di altri centri legati alle startup, dicendo:

A Tokyo, ci sono ora pochi incubatori che sostengono gli spazi di coworking e gli uffici d'incubazione.

Mori Building, operatore nel settore immobiliare, è stato nel gioco per un po’, con un programma di associazione a uno spazio che condivide una biblioteca e il coworking nei grattacieli del mega-complesso di Roppongi Hills. Tony Bacigalupo scrive a riguardo:

La fusione di una biblioteca con il coworking è il tentativo più audace che io abbia visto. E la sede che abbiamo visitato è in bilico al 49esimo piano di una grande torre di uffici. Ed è enorme.

Anche bar e ristoranti già esistenti hanno iniziato a propendere per la creazione di questo tipo di impresa. @elm200 commenta riguardo la filiale dell’ ultra quarantacinquenne mega-catena Renoir Cafe, che offre ai clienti connessione wifi gratuita e caricabatterie.

Mmm, nonostante sia solo un Renoir Cafe, come mai la filiale di Sakuragaoka nella stazione di Shibuya è così affollata!? Ora che ci penso, il Renoir è molto più alla moda di prima. Il design interno è stato migliorato e sembra che siano riusciti ad avere il sostegno finanziario della gente d'affari che usa i laptop, partendo dal telelavoro.

Grazie all’ opendata, è possibile trovare molte informazioni online riguardo il coworking. Il gruppo su Facebook è prova dello scambio attivo di informazioni riguardo differenti spazi ed eventi. La gente condivide costantemente le loro scoperte sul telelavoro, come si vede dal commento su Twitter di @TakuyaKawai:

Hey, il McDonalds al primo piano del Roppongi Hills è un rifugio non ancora sfruttato dai telelavoratori.

L'affinità con internet non si limita solo alla condivisione delle informazioni. Nella piattaforma crowdfunding [it] giapponese Campfire [en], il gruppo Co-ba ultimamente ha raccolto fondi per avviare il suo spazio, mentre Jelly Jelly Cafe ha procurato sedie decenti per il progetto “Save Our Ass” [Salviamoci il fondoschiena].

 

Video dell'utente p_co-ba2 dal sito dalla pagina campfirejp su Vimeo.

 

Il rilancio del multi-social media client Crowy è stato il frutto diretto dei legami e delle collaborazioni [en]:

il grosso aggiornamento di oggi è accaduto grazie a un fortunato incontro lo scorso agosto. Un altro progettista, Yuya Yoshida, ha incontrato il designer Yutaka Fujiki nell’ Open Source Cafe Shimokitazawa e hanno iniziato una collaborazione. La loro collaborazione coinvolge anche altri partecipanti agli spazi di coworking come beta tester e risorse di feedback.

Kenji904 ha messo su recentemente un negozio nel PAX Coworking, uno spazio aggiunto a Paxi House. Mentre gli spazi di coworking sono normalmente associati ai liberi professionisti, egli ha aperto a Tokyo un ufficio vendite della sua azienda con base nella prefettura giapponese di Aichi che offre servizi di stampa serigrafica su abbigliamento.

Sul blog spiega le sue ragioni –

- La velocità e la qualità delle informazioni a Tokyo è delle migliori, e la scala è incomparabile
– La conoscenza dell'IT e del web sta diventando indispensabile
– È importante porre l'attenzione sulla creazione di nuove imprese invece di combattere la concorrenza
– È importante collaborare con i designer e con l'industria del web

– ed è dell'idea che:

Gli spazi di coworking permettono le relazioni informali che inconsciamente stiamo cercando. Penso ad essi come la versione mondiale reale dei social network.
In ogni spazio di coworking c'è lo space catalyst [en, catalizzatore], una sorta di capo barman. Si occupa di formare la cultura dello spazio nei primi momenti, per avere come risultato un'atmosfera di benvenuto per tutti i nuovi arrivati. Dopo esserci andati già poche volte, ci si trasforma in un catalizzatore.

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