Il 2 ottobre scorso, il Ministero degli Interni cileno (responsabile dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale), con l'intento di arginare l'ondata di proteste civili che da mesi imperversano nel Paese, ha presentato al Parlamento una proposta di legge che, nello specifico, criminalizza l'occupazione abusiva di edifici privati e pubblici [es, come gli altri link eccetto ove diversamente segnalato] da parte dei manifestanti.
Su richiesta del Ministero, la nuova legge anti-occupazione è stata elaborata da Miguel Otero, ex senatore rappresentante del Partito di Rinnovamento Nazionale [it] (lo stesso partito del Presidente Sebastian Piñera) che attualmente ricopre il ruolo di consigliere presso la Camera Nazionale del Commercio (CNC).
Quando il quotidiano online El Dinamo chiede a Otero la sua opinione riguardo alla manifestazione studentesca del 6 ottobre scorso (la numero 37), l'ex senatore risponde con le queste parole:
Come era prevedibile, la proposta legislativa di Otero ha immediatamente suscitato le reazioni dell'opposizione e della società civile, inclusi gli agguerriti movimenti studenteschi.
La forte riprovazione dei cileni verso l'iniziativa del governo si esprime anche via Twitter. Ne è un esempio, Felipe Carcamo (@carcamofelipe), studente al quarto anno di scuola superiore, che afferma:
“La #leyantitomas es otra excusa mas supuestamente con un fin de justicia pero solo es para quitarnos mas derechos.”
“Apparentemente, la legge anti-occupazione si fonda sul pretesto di garantire più giustizia, ma, in realtà, non fa che abolire gran parte dei nostri diritti.”
Altri, come lo studente universitario Javier Vergara (@javiervergarap), pensano che l'approvazione di una legge del genere non farebbe che perpetuare le politiche dittatoriali tipiche del regime di Augusto Pinochet.
Secondo J. Raul Martinez (@jraul_martinez), questa proposta di legge dimostrerebbe anche il grado di influenza che gli interessi economici esercitano sulle decisioni del governo. Il ragazzo scrive infatti:
“Impuestos son “suficientes para necesidades del país”, dice el gran comercio… el mismo que mandó listo el proyecto de ley #antitomas“
“Le tasse sono “sufficienti per i bisogni del paese”, dicono i grandi uomini d'affari… gli stessi che hanno elaborato la bozza completa della #legge anti-occupazione”
Diversi blog hanno analizzato questo aspetto, sottolineando il fatto che la legge anti-occupazione è stata partorita dopo che la Camera Nazionale del Commercio aveva chiesto al governo di mettere in campo dei provvedimenti per la protezione del commercio. A tal proposito, sul blog El Kiosco Bloggero, Daniel Arellano solleva alcune questioni:
“Y para terminar llama la atención que la idea de este proyecto no fue del Gobierno propiamente tal (aunque lo “amononaron” en estos días), sino que de la Confederación Nacional de Comercio (CNC), en otras palabras de los empresarios.
¿Quien manda entonces en Chile?. ¿El Gobierno o los empresarios?. ¿Habría sido tomado tan en cuenta un proyecto similar […] que fuera presentado por ciudadanos comunes?. Este es un punto que debe ser aclarado prontamente por ambas partes para bien de la transparencia gubernamental. Para terminar, esta alianza Gobierno – Empresarios en temas de seguridad se ve consolidada con la premiación a la CNC, del Ministerio del Interior, por su aporte en materias de seguridad ciudadana. ¿Raro al menos, no creen?”
Su Diario30, Raul Valdivia spiega le ragioni per cui, a suo parere, lo sconvolgimento dell'ordine pubblico si rivela a volte necessario ai fini di un cambiamento positivo:
“A través de estas acciones “disruptivas” –marchas, paros y diversas formas de protesta- los movimientos despiertan el interés de otros ciudadanos y de los medios de comunicación, que es el primer paso para generar solidaridad y, finalmente, lograr adhesión masiva a sus demandas. Es así […] como los movimientos acumulan fuerza, aumentan su incidencia en la agenda pública […]”
Valvidia aggiunge infine:
“Pero lo que no se puede permitir es que una nueva ley ahogue esa cuota de disrupción que enriquece la democracia y que en ocasiones es necesaria para impulsar cambios que a la larga son saludables para el país, especialmente cuando se trata de situaciones abiertamente injustas, como lo es la realidad educacional chilena.”