Per decenni i media egiziani non hanno potuto criticare l'ormai deposto Presidente Hosni Mubarak, né l'esercito, mentre i giornalisti venivano imprigionati [en] nel caso osassero infrangere simili tabù. Poi c'è stata la rivoluzione egiziana del 25 gennaio 2011, e si sono aperte le cateratte.
Nessuno ha avuto più paura di attaccare Mubarak in pubblico. Tuttavia, l'esercito continua a costituire una sorta di linea rossa difficile da superare per i media.
Dopo circa 100 giorni di rivoluzione, gli egiziani hanno comunque deciso di continuare a infrangere i tabù ereditati dal precedente regime, dedicando il 23 maggio a una giornata di critica dell'esercito e del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) attraverso i loro blog.
#NoSCAF è un apposito hashtag, creato su Twitter per riunire tutti i blog coinvolti. Sherwet Ahmed ha collaborato con altri netizen per raccogliere tutti i post in una nota di Facebook [ar], oltre che su un nuovo blog [ar]. Finora il numero dei post raggiunti dai blog in questione è 375, e potrebbero anche essercene altri che non sono stati ancora inclusi.
Hussein scrive un post [en] a proposito della sua partecipazione alla giornata, e dell'autocensura alla quale i cittadini erano prima costretti:
Sebbene perfino mia madre mi consigliasse di non pubblicare niente contro il Consiglio Supremo, l'ho fatto lo stesso. Non posso restare qui seduto e leggere tutti questi post senza dire niente.
Ho passato tutta la vita sotto una forma di autocensura che non avrei mai dovuto infrangere e, quando l'ho fatto, stavo per ricevere una dura punizione. Mio padre però fece alcune telefonate e tutto andò a posto, come se non fosse successo niente. E’ stata la sensazione più terribile che abbia mai provato. Una sensazione che, in maniera assurda, potremmo definire inebriante, ma non in maniera positiva, nel senso che intossica le persone con l'indifferenza e l'apatia.
Hussein continua, paragonando lo stato dei tabù presenti in Egitto, prima e dopo la rivoluzione:
Dopo il 25 gennaio mi sono sentito diverso, come se non potessi più stare zitto, come se quella sorta di osservatore invisibile fosse scomparso; mi sono sentito sicuro, nobile, amato, ma più di tutto mi sono sentito ascoltato. Ascoltato da quelli ai quali avrei sempre voluto rivolgermi. Era inebriante, ancora una volta, ma ora assolutamente fenomenale.
Sfortunatamente la sensazione di autocensura ha avuto di nuovo la meglio, un po’ alla volta, finché non mi sono sentito di nuovo come prima del 25 gennaio. Questa volta però è stato peggio, storie di giudizi militari e sentenze decise in 10 minuti senza avvocati, storie di torture al Museo del Cairo, di aggressioni sessuali e di censura dell'informazione. All'epoca di Mubarak, almeno, la rubrica di mio padre avrebbe potuto aiutarmi, ma ora…con l'esercito è così, non credo che la rubrica possa più essermi utile.
Il Consiglio Supremo è riuscito a farmi sentire di nuovo insignificante; sono riusciti a farmi sentire la paura. I militari hanno ingiustamente condotto a giudizio dei civili presso corti militari, per il solo fatto che questi li avevano criticati. Allora vorrei dire al Consiglio, con tutto il dovuto rispetto… “ANDATEVENE!!!”
Mayet descrive l'obiettivo principale di questi post [ar], e di come essi abbiano la finalità di sfidare i tabù finora esistenti:
وأيضا حتي نسهل الموضوع علي السادة أعضاء المجلس العسكري، هذه التدوينة ومئات التدوينات الأخري التي كتبت في يوم 23 مايو 2011 وماقبلها ومابعدها عنكم، هي هدفها، إزاحة هالة ومرتبه اللاإنتقاد علي المجلس العسكري، بإعتبار أعضاءه بشر عادييون أساسا، إضافة إلي إنهم سياسيون بحكم ما أرادوا ورفضهم تكوين مجلس رئاسي يشارك فيه إحدي الشخصيات العسكرية لإدارة شئون البلاد خلال الفترة الإنتقالية.
هدف هذه التدونية، هو عوده الإعلام البديل، بعد ظهور “إعلام الملك الجديد” وعدم رغبته أو قدرته لكتابه ونشر إنتقاد علي تصرفات المجلس العسكري -الحاكم للبلاد-، وظهور إعلام عبده المشتاق، وكذلك تلويح قيادات المجلس العسكري بإستخدام القانون مش عارف رقم كام بتاع عدم النشر عن القوات المسلحة، وحبس الي يكتب عنهم، وده إحنا بنتحداه ﻷن المجلس العسكري هوه إلي بيحكم، فلازم ولابد نتكلم عن أخطاءه
Prima arrivavano degli sconosciuti e si mettevano a chiedere: chi vi fa scrivere questo blog? Con quali finalità, e chi vi paga? Sono i servizi segreti americani che vi spingono a farlo? Mentre altri arrivavano a descriverci come controrivoluzionari. Inoltre, per semplificare la questione ai signori membri del Consiglio Militare, questo blog e centinaia di altri, scritti durante la giornata del 23 maggio 2011, oltre che prima e dopo quella data, servono a rimuovere gli ostacoli che impediscono di criticare i militari, sostenendo che i suoi membri siano persone normali, oltre a essere dei politici, in virtù di quello che hanno deciso, rifiutando la costituzione di un comitato direttivo al quale partecipasse una personalità militare, per il governo delle questioni del Paese in una fase transitoria.
L'obiettivo di questo blog è riportare in vita l'informazione alternativa, dopo la comparsa di un sistema di informazione dominato dal nuovo potere, e il fatto che essa non voglia, o forse non possa, scrivere e pubblicare opinioni critiche del comportamento del Consiglio Supremo, che governa il Paese; tale sistema è infatti il fedele servitore dei militari. I leader del Consiglio Supremo hanno inoltre lasciato intendere che potrebbero applicare una legge, della quale non ricordo il numero, relativa al divieto di pubblicare notizie riguardanti le forze armate, reato punibile con la detenzione. Questa è dunque la sfida che abbiamo davanti, visto che il Consiglio Supremo è al governo, e non possiamo esimerci dal criticare i suoi errori.
Il giornalista Evan Hill rileva su Twitter come questo tipo di blog sia tecnicamente illegale :
@evanchill [en]: Al momento ci sono almeno 160 post che criticano la #leadership militare in Egitto, cosa che, tecnicamente, è un crimine.
Tutto ciò però, come ha detto prima Mayet, ha in primo luogo l'obiettivo di sfidare leggi di questo tipo, come quelle alla base dell'arresto e della detenzione del blogger Maikel Nabil [en].
L'iniziativa è stata così potente che alcune persone, che non avevano mai scritto su un blog, hanno creato degli account proprio per parteciparvi. Fadaeya, una delle nuove blogger, esprime così la sua opinione [ar]:
…
من اول ما الجيش مسك في الاول فرحت وقلت كويس..وكنت طالعة بيه السماء.الجيش مننا ..مش الداخلية اللي هوايتها تعذب في الناس وبس
لكن شوية شوية ..لقيت حجات غريبة بتحصل..الموضوع بدا لما قريت ان واحد اسمه عمرو البحيري اتمسك لما في كان في مظاهرة عشان نشيل المدعو شفيق..واتحكم عليه عسكريا خمس سنين..ايه ده؟..هو الجيش بيعمل كده ليه؟..مش الجيش حامي الثورة
Karakeeb mette in luce il modo in cui i media si relazionano al Consiglio Supremo [ar]:
قبل الثورة كانوا بيطبلوا لمبارك .. دلوقت بيطبلوا للمجلس العسكري .. يمكن يكون المجلس مطلبش حد يطبله .. بس في ناس متعرفش تعيش من غير ما تبقى بتطبل لحد .. الناس دي معادش ليها مكان في اعلام ما بعد الثورة .
Karakeeb passa successivamente ai processi gestiti dall'esercito, e come questo reagisca alle manifestazioni e ai sit-in:
يعني الموضوع بدأ بضرب مرة وتاني يوم كان “اعتذار ورصيدنا يسمح” .. شوية كدة وكمان علقة بس من غير اعتذار .. ومن ساعتها والضرب شغال فلة وشمعة منورة وبقينا ملطشة .. وكل ما نتكلم الجيش يقوللك “ولد! .. انا اللي حميت الثورة يا ولد.” وتلاقي القلم نازل على قفاك يطرقع ..
هو انتوا جيتوا تحمونا ولا جيتوا تضربوا وتعتقلوا فينا .
…
Prima i manifestanti venivano picchiati e il giorno dopo i militari dicevano “Chiediamo scusa, in virtù del nostro onore”… Dopo un po’ picchiavano senza scusarsi il giorno dopo. Da quel momento in poi le prendiamo da tutte le parti e senza ricevere nessuna scusa. Tutte le volte che parliamo dell'esercito dicono: “Giovane! Noi siamo quelli che hanno difeso la rivoluzione, ricordi?” dandoci poi una manata sul collo. Siete qui per proteggerci, o per arrestarci dopo averci picchiati?
Anche Michael Habib scrive [ar] a proposito del referendum che si è tenuto in Marzo [en], e di come l'esercito stia considerando i risultati da allora:
طب وليه اللواء ممدوح شاهين قال في مداخلة مع أون تي في إنه الإستفتاء كان على شرعية المجلس العسكري؟ وأن 77 % من الشعب قال نعم للمجلس العسكري وضد مجلس رئاسي مدني؟
هو الإستفتاء كان على المجلس ولا على الدين ولا على إيه بالضبط؟ أنا كنت فاكره على الدستور, ونزلت من بره مخصوص عشان أقول رأيي… لأن الدستور حاجة مهمة ليَّ ولمصر قوي
Qual è stata la finalità del referendum? Come mai ci hanno chiesto di votare su 9 articoli, e poi ve ne siete usciti con 60-70 articoli presi dal testo precedente, alcuni modificati ed altri presi così com'erano? Qual è il criterio, come mai non si è votato sull'intera carta costituzionale allora?
Come mai il generale Mamdouh Shahin ha affermato su ON TV che il referendum riguardasse la legittimità del Consiglio Supremo, e che il 77% dei cittadini ha detto sì al consiglio militare e si è pronunciato contro l'istituzione di un comitato civile, che assumesse la guida del Paese? Le votazioni riguardavano il consiglio e non la religione [come ha affermato un predicatore salafita] o qualcos'altro in particolare? Pensavo che fosse sulla Costituzione, e sono tornato in Egitto dall'estero appositamente per esprimere la mia opinione…poiché considero la Costituzione assai importante, sia per me, che per l'Egitto.
Venerdì 27 maggio sono state poi convocate delle grandi manifestazioni [it], per far sì che venissero realizzate le richieste emerse durante la rivoluzione, che non si sono ancora compiute. Mostafa Sheshtawy scrive a proposito del suo desiderio [en] di istituire anche uno Stato di Diritto, oltre che delle manifestazioni previste per il 27 maggio:
Che cosa è cambiato alla fine? Perché lo SCAF ha ancora il potere? Per via dell'orgoglio? Sembreranno deboli, se lasciano il potere a qualcun'altro? Mi pare che quasi tutte le richieste del 25 gennaio non siano state realizzate! Soltanto Mubarak è stato rovesciato, ma mentre scrivo mi rendo conto che non se n'è ANCORA andato!
Sono felice di avere un ‘esercito forte’ ma, per favore, non voglio vedervi a meno che non ci sia una guerra, o a meno che io non venga maledetto al punto da essere arruolato quest'anno! Ci vediamo il 27 maggio.
Infine Al-Komy chiarisce [ar] che non vogliamo uno scontro con l'esercito, e che c'è un modo per non arrivare fino a quel punto: