L'Ambasciata USA in Uganda si dà ai social network, “nuova frontiera di libertà”

L’Ambasciata degli Stati Uniti in Uganda [en, come tutti gli altri link] si sta decisamente lasciando coinvolgere dal potere dei social media: di recente, infatti, ha creato una pagina su Facebook, un feed su Twitter e un canale su Youtube.

L’ambasciatore Jerry Lanier, durante un discorso tenuto per lanciare la nuova iniziativa, ha riconosciuto che i social media sono qualcosa di più di un semplice mezzo per restare in contatto con i propri amici. Si tratta di un nuovo campo di battaglia in cui si sta combattendo la guerra per la libertà di parola:

È evidente che la libertà su internet non ha nulla di diverso dalla libertà di religione o di parola: sta diventando una sorta di libertà di associazione del ventunesimo secolo. Blog, email, social network e sms hanno creato nuovi forum per lo scambio di idee, e con loro nuovi bersagli per i censori.

Gli sforzi di alcuni governi nel negare ai propri cittadini il libero accesso a internet non hanno niente di diverso dalla costruzione del Muro di Berlino: i muri virtuali stanno sostituendo quelli tangibili. Alcuni governi hanno eretto barriere elettroniche al fine di impedire alla propria gente l'accesso a determinate porzioni della rete mondiale, mentre frasi e nomi “scomodi” sono stati cancellati dai risultati dei motori di ricerca.

Si tratta di azioni che violano la privacy dei cittadini impegnati nei discorsi politici non violenti. In questo modo si contravviene alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, secondo la quale chiunque ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare informazioni e idee attraverso qualunque media e indipendentemente dai confini.

Se tutto va bene, queste nuove sedi in rete aumenteranno il flusso delle informazioni provenienti dall'Ambasciata e forniranno agli ugandesi l'opportunità di porre domande sulle azioni e le politiche attuate dagli Stati Uniti in Uganda.

US

YouTube - USMissionUganda's Channel

Insomma, se persino un'istituzione scialba come il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si è imbarcata nel mondo dei social media, forse è davvero il caso di non sottovalutare il potere della comunicazione online.

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