Yemen: militari, funzionari e diplomatici si uniscono alla protesta

Il 18 marzo è stata la giornata più sanguinosa [en come tutti gli altri link salvo dove diversamente indicato] dall'avvio della rivolta nello Yemen, che risale a quasi due mesi fa. Ali Abdullah Saleh si era rivolto diverse volte alle forze di sicurezza chiedendo di proteggere sia i dimostranti che manifestavano a favore del Governo sia quelli che manifestavano contro. Ma niente di tutto ciò è accaduto in realtà. Infatti, venerdì scorso l'esercito fedele al presidente yemenita e le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui cittadini che protestavano pacificamente all'Università di Sanaa, uccidendo 46 persone e ferendone decine. L'attacco, che mirava a far cessare le numerose proteste che stanno infiammando il Paese, ha di fatto aumentato l'empatia e il sostegno morale nei confronti dei manifestanti.

Manifestanti a Sanaa' foto del 16 marzo di Afrah Nasser

Lunedì scorso, Ali Muhsen, un alto ufficiale dell'esercito yemenita ha dichiarato il suo sostegno per “la rivoluzione pacifica dei giovani e a favore delle loro richieste”.
Nasser Arrabyee, un giornalista yemenita che vive nella capitale ha scritto:

Il comandante militare della Regione del nord ha espresso il suo sostegno ad una rivoluzione pacifica contro il Governo del presidente Ali Abdullah Saleh, ormai alla guida del Paese da 33 anni.

Tale iniziativa arriva dopo che l'esercito del generale Muhsen (divisione armata 1) era stato schierato nei pressi dell'Università a partire da domenica 20 marzo.

E aggiunge:

La dichiarazione di Ali Muhsen, di fatto rappresenta un punto di svolta nelle proteste contro il regime di Saleh.

Il generale Muhsen, parente del presidente, è considerato il secondo personaggio più influente nell'esercito dopo Saleh.

Le parole di Ali Muhsen potrebbero essere considerate come un indicatore che l'esercito potrebbe affiancarsi ai manifestanti nella protesta contro Ali Abdullah Saleh.
Un attivista yemenita (@yemen4change) in un tweet afferma:

@RAHB1980 [ar] così com'è adesso la situazione credo proprio che l'esercito si sia diviso, e con le dimissioni delle ultime ore è possibile che il resto dell'esercito segua l'esempio degli altri nel giro di pochi giorni

Lunedì scorso il passo compiuto da Ali Muhsen è stato seguito da una massiccia ondata di dimissioni tra funzionari yemeniti, ambasciatori, generali dell'esercito e membri del Parlamento.

Suhail TV ha postato questo tweet [ar]:

نعتذر عن عدم قدرتنا مواكبة جميع الإستقالات المتواليه من الحزب الحاكم ومن القاده العسكريين ومن المشائخ والشخصيات لكثرتها #yemen[ar] #suhail

Ci dispiace di non essere in grado, a causa del gran numero, di dare conteggio di tutte le dimissioni che si stanno susseguendo, dal partito al Governo a leader dell'esercito, sceicchi e altre personalità

Viene anche affermato[ar]:

سفراء اليمن في كل من الكويت والصين وسوريا والأردن واليابان والسعوديه وباكستان وغيرها ينضمون لثورة الشعب والشباب #yemen #suhail #sanaa #yf

Gli ambasciatori dello Yemen, Kuwait, Cina, Siria, Giordania, Giappone, Arabia Saudita, Pakistan ed altri ancora si sono uniti alla rivoluzione della gente e dei giovani

Tom Finn scrive:

Stanno cadendo come mosche #Yemen, 2 generali dell'esercito, il portavoce del parlamento, l'ambasciatore del Giappone, tutti abbandonano il regime

Yahya Al-Saryhi, ha pubblicato su (G.C.Y) جيل التغيير اليمني [ar] una lista di tutti coloro che finora si sono dimessi dai loro incarichi e hanno dichiarato apertamente il loro sostegno alla rivoluzione. Tra gli altri, in questa lunga lista compaiono, Hameer Al-Ahmer, vice presidente della Camera dei Deputati; l'ambasciatore della Repubblica Ceca; il capo della televisione yemenita e il governatore di Aden.
Questa serie di dimissioni sono considerate come il segnale della fine imminente dei 33 anni di regime di Ali Abdullah Saleh.
Ben Wedeman scrive:

Ali Abdallah Saleh è in bilico e sul punto di cadere #Yemen

Wsaqaf, dal canto suo scrive:

La storia nello #Yemen si sta facendo anche con i leader dell'esercito che si sono uniti ai dimostranti. Quello che ci si aspetta da #Saleh è che si dimetta o scappi via

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