Russia: Novaya Gazeta, un giornale d'opposizione sotto attacco

Sergey Sokolov
Sergey Sokolov, caporedattore aggiunto di “Novaya Gazeta”. Fotografia di Gregory Asmolov

Novaya Gazeta [it] è considerato il giornale russo d'opposizione più liberale. È conosciuto per le sue famose indagini e la copertura indipendente dei principali eventi russi. Dopo l'uccisione di parecchi dei suoi giornalisti, il giornale ha attratto l'attenzione ben oltre i confini russi. Per questo riceve regolarmente svariate minacce.

Sergey Sokolov, caporedattore aggiunto di Novaya Gazeta, uno dei fondatori del giornale e capo del dipartimento investigativo, ha condiviso con GV le sue opinioni sulla sicurezza dell'informazione per un giornale d'opposizione, sulle iniziative online a sostegno della democrazia in Russia e sulle ultime notizie riguardanti le indagini ancora in corso sull'uccisione di giornalisti.

Quale genere di attacchi riceve Novaya Gazeta?

L'incidente più sgradevole che Novaya Gazeta ha subito è stato un potente attacco di “negazione del servizio” (DDoS [it]) verificatosi nel febbraio 2010. Il nostro sito è stato bloccato per una settimana e mezza. L'attacco è cominciato alle 9 e, in un primo momento, abbiamo ricevuto poche centinaia di richieste al secondo. Siamo riusciti a risolvere il problema in 24 ore, ripristinando il sito. Nonostante ciò, un'ora più tardi, il nostro sito è andato di nuovo in crash, perché abbiamo cominciato a ricevere più di un milione di richieste al secondo. Ci è subito risultato chiaro che non eravamo oggetto di un attacco accidentale ma piuttosto di qualcosa di ben organizzato in anticipo. Come abbiamo poi scoperto, inizialmente è stato usato un botnet [it, ossia una rete di robot o di computer infetti da virus] relativamente piccolo. Una volta neutralizzato il primo attacco, è stato usato un altro botnet, questa volta molto più grande. Per quanto ne sappiamo oggi, la fonte del botnet più grande si trovava in Corea del Sud. La nostra richiesta ufficiale alla polizia di investigare sull'attacco non ha prodotto risultati. I poliziotti ci hanno chiesto se conoscessimo gli attentatori. Quando abbiamo detto di no, ci hanno risposto che in tal caso non avevano nulla a che vedere con tale episodio. Solo qualche tempo più tardi, quando altri mezzi d'informazione che erano stati colpiti dal medesimo attacco DDoS, inclusi i giornali Vedomosti, Kommersant e Moskovskiy Komsomolets, hanno richiesto al Presidente d'investigare su tali episodi durante un incontro con i direttori esecutivi, il Servizio di Sicurezza Federale (FSB) ha iniziato le indagini. A quanto ne so, queste sono ancora in corso e gli investigatori stanno cercando di scoprire qualcosa.

Chi c'era dietro questi attacchi?

Per quel che ne so, utilizzare un botnet così potente è molto costoso. Non credo si sia trattato di compagnie d'affari, perché in quel periodo non stavamo trattando storie che potessero minacciare interessi commerciali. Di conseguenza possiamo ipotizzare che si trattasse di un'azione politica, motivata dalla linea generale del nostro giornale, considerato anche il fatto che il nostro era uno di una serie di attacchi contro la stampa russa liberale. Esistono alcune organizzazioni di giovani sostenute dal Cremlino già conosciute per essere state coinvolte in questo tipo di attacchi, ad esempio l'attacco DDoS contro l'Estonia [en], quindi presumiamo che gli attentatori provenissero dallo stesso posto. Poiché non siamo stati il primo obiettivo, penso che ci sia un piano generale per stabilire come utilizzare il budget a disposizione di questa associazione di giovani per tali scopi, all'interno del programma di lotta contro la cosiddetta “minaccia arancione”, una minaccia della cosiddetta Rivoluzione arancione [it].

Quali sono state le conseguenze di questo attacco al giornale, e come ha gestito la situazione durante l'episodio?

Ovviamente ha causato dei problemi, non solo per quanto riguarda la pubblicazione di contenuti ma anche per altri aspetti. Abbiamo usato LiveJournal per pubblicare i nostri articoli principali. I nostri media partner ci hanno aiutato sia pubblicando alcuni dei nostri articoli sia rendendo disponibile il link al nostro blog. In generale l'attacco non ha avuto un grosso impatto sul numero di visitatori, dato che abbiamo una quantità di lettori piuttosto stabile. Inoltre, poichè il nostro giornale non è un'organizzazione commerciale e non abbiamo molta pubblicità, la perdita finanziaria non è stata molto significativa. E l'attacco non ha colpito la nostra immagine. Al contrario, ha probabilmente aumentato l'indice dei lettori. Comunque è stata una situazione sgradevole che ci ha causato parecchio stress e perdite di tempo e di energia.

Quali sono state le altre minacce via Internet ed elettroniche subite dal suo giornale?

Il primo incidente si è verificato nel 1999. Qualcuno cancellò l'intera edizione del giornale da un accesso remoto e per questo non riuscimmo a stampare il giornale in tempo. Circa un anno dopo, il nostro sito internet è stato contaminato da un virus, per cui tutti coloro che visitavano il nostro sito ne venivano automaticamente infettati. Questo genere di aggressioni è molto più dannosa per noi e per il nostro pubblico rispetto ad un attacco DDoS e sicuramente tenteremo qualsiasi cosa in futuro per evitare che si ripeta.

Il nostro principale problema sono gli spyware che compromettono il nostro processo editoriale. Non posso affermarlo con certezza, ma si sono verificati alcuni episodi in cui i soggetti delle nostre indagini hanno ricevuto informazioni riguardanti gli articoli in programma e ci hanno telefonato. Un altro problema è la sicurezza nello scambio di email. Disponiamo di un servizio email interno di cui in generale ci fidiamo. Ma quando i giornalisti utilizzano metodi di comunicazione esterni e piattaforme di email (come Yandex), non possiamo essere certi che queste email non vengano lette da qualcun altro. Per comunicare raccomandiamo di usare Gmail, Skype, o PGP [it].

Qual è la sua previsione sulle possibili minacce in futuro?

La tecnologia è in continuo sviluppo e i rischi aumentano. Dovremmo essere preparati rispetto a questo scenario. Più si avvicinano le elezioni parlamentari e presidenziali, più il numero d'incidenti riguardanti non solo il nostro giornale ma anche altri mezzi d'informazione aumenta. Probabilmente i siti Internet dell'opposizione verranno bloccati. Non penso che ci sarà una guerra informatica, ma in un momento di tensione politica le ragioni per bloccare risorse d'informazione indipendenti saranno più forti.

Alcune persone sostengono che le organizzazioni russe per la sicurezza non dispongono di risorse sufficienti per poter attuare questo genere di operazioni di spionaggio online. È vero?

A quanto ne so, ci sono abbastanza persone con notevoli capacità in campo informatico, principalmente nel FSB e FSO [la versione russa dei servizi segreti americani]. La polizia russa è ancora all'età della pietra in questo settore. Ma quando parliamo dei servizi di sicurezza russi dovremmo avere ben presente che c'è una notevole differenza tra le loro capacità e quello che fanno effettivamente. Il compito principale di questi servizi è il guadagno collaterale di denaro, per cui non iniziano nulla contro i mezzi d'informazione se questo non consente nessun introito. Principalmente si occupano di spionaggio commerciale per diverse organizzazioni. Ma se ricevono l'ordine concreto di fare qualcosa, possono essere particolarmente efficienti.

Vede altri tipi di minaccia per il giornalismo online in Russia oltre a quelli tecnici? Per esempio, nuove iniziative legali?

Il governo russo ha una politica particolarmente “efficiente”. Ha deciso di non spendere denaro per costose soluzioni di filtraggio come metodo per limitare i mezzi d'informazione online. Nel caso russo, non si tratta di ostacolarne il contenuto ma piuttosto chi crea tale contenuto. A tal proposito la legge russa include già alcuni aggiornamenti. Uno scenario tipico comporta il processo contro un blogger per il suo commento “estremista” nei confronti di uno specifico gruppo sociale (una storia vera [it] – si è cercato di far riconoscere gli stessi poliziotti come gruppo sociale).

A dispetto dei blogger i mass media hanno una lunga tradizione di persecuzione. Per questo motivo controllano quello che pubblicano. In questa situazione, lo spazio più vulnerabile di qualsiasi mezzo d'informazione online è il forum, dove può apparire qualunque commento inclusi quelli “illeciti”. Questo punto debole è stato scoperto dalle autorità e [il parlamento] sta attualmente lavorando a una proposta di legge che renderebbe i mezzi d'informazione online responsabili per i commenti di terze parti. Persino alcuni esperti dei media liberali sostengono questa legge, ma nessuno ha analizzato il suo potenziale impatto economico. Se i principali giornali possono affrontare un numero extra di moderatori del forum, i mezzi di comunicazione regionali probabilmente non riusciranno a disporre delle risorse necessarie. Di conseguenza, l'aumento della popolarità di un particolare mezzo di comunicazione online porterà ad un aumento dei rischi di chiusura immediata e quindi a un aumento delle spese da sostenere. E se, in accordo con la legge, i media sono responsabili, nessuno cercherà un commentatore, il che dà piena libertà a qualsiasi tipo di troll [it] o guastatore su Internet. È chiaro che la proposta di legge è parte della campagna pre-elezioni.

Proprio questa settimana, la Corte Suprema russa ha approvato [en] una decisione che esenta i mezzi di comunicazione online da qualsiasi responsabilità per commenti di una terza parte. È stato stabilito che le autorità possono richiedere la rimozione di un particolare commento, ma che i media russi non si possono considerare responsabili per il solo fatto di aver pubblicato tale commento. Questo si può vedere come un segnale di progresso che potrebbe neutralizzare la minaccia prospettata?

La Corte Suprema ha preso un'ottima decisione che potrebbe portare alla revisione delle proposte dei legislatori. Tuttavia resta da considerare un punto. La decisione della Corte Suprema è stata presa in accordo con la legge attualmente in vigore ma, se passerà il nuovo emendamento alla legge, la situazione cambierà. In tal caso la legge sarà diversa e, di conseguenza, la decisione presa dalla Corte Suprema non avrà alcuna rilevanza.

Mi consenta di farle alcune domande generali. Primo, qual è, a suo parere, il ruolo di Internet in Russia? Potrebbe contribuire al rafforzamento delle forze liberali?

Il ritratto sociale di un utente internet in Russia è diverso da quello di un utente europeo o americano. La comunità internet russa comprende giovani e professionisti di età compresa tra i 40-45 anni con redditi superiori alla media. Nella maggioranza dei casi si tratta del segmento più attivo della società, sebbene molto spesso queste persone pensino di vivere in uno Stato parallelo. Il loro elevato livello d'indipendenza comporta che non si aspettino alcun aiuto dallo Stato, ma che, allo stesso tempo, considerino di non dovere nulla allo Stato. Possiamo notare che molte attività d'opposizione si stanno muovendo dalle strade verso Internet, dove continuano a comparire comunità online che condividono la stessa visione del mondo e le medesime interpretazioni degli eventi. Così è possibile organizzare iniziative che non possono essere influenzate né dal governo né dall'opposizione. Le azioni di protesta più incisive sono state promosse attraverso Internet, e ai politici non è rimasto altro che cercare di “prendere il treno in corsa.” Queste comunità online non hanno un leader ufficiale. Sono in grado di portare sulle strade un elevato numero di attivisti; non rivoluzionari o frange minoritarie, ma persone normali che combattono per i loro diritti. Se assisteremo all'emergere di una società civile in Russia questo si baserà sulla comunicazione via Internet e sulle comunità online (ad esempio le community sulle auto, il movimento contro l'illuminazione d'emergenza delle automobili, ecc…).

Non posso concludere la mia intervista senza chiederle qualcosa che non sia collegato ad Internet. Novaya Gazeta ha subìto grosse tragedie in questi anni. Qual è lo stato attuale delle indagini sugli omicidi dei giornalisti del vostro giornale?

Mi faccia ripercorrere tutti i casi sotto indagine uno per uno. Il 16 luglio, saranno dieci anni dal'assassinio di Igor Domnikov [en]. Gli assassini sono in prigione e hanno ricevuto l'ergastolo. Ma ci stiamo ancora battendo per iniziare un'indagine contro i mandanti dell'assassinio e i mediatori. Il secondo caso – Yuri Shchekochikhin [en]. E’ stato chiuso, nonostante un'indagine particolarmente seria. Secondo noi è stato archiviato a causa di motivi burocratici e abbiamo tutte le ragioni per chiederne la riapertura, cosa che faremo quest'estate. Per quanto riguarda il caso di Anna Politkovskaya [it] gli investigatori, da quanto ho capito, stanno per presentare il caso in tribunale. Non possiamo sostenerlo: a nostro avviso molte circostanze, inclusi i protagonisti di questo caso, non sono ancora stati smascherati.

Il caso di Stanislav Markelov [it] e Anastasia Baburova [it]. Penso che in prossimità dell'autunno 2010 il caso sarà presentato in tribunale, e qui ci sono i veri imputati. Non sappiamo ancora se c'è qualche altro responsabile di questo omicidio oltre alle due persone arrestate, e se ci sia un mandante. Presumo che parte di questo caso diventerà un processo indipendente. Il caso di Natalya Estemirova [en] – sembra risolto. Ma penso che sarà particolarmente complesso portare questo caso in tribunale, dal momento che gli assassini sono inattaccabili per il sistema giudiziario russo a causa di ragioni politiche.

E qual è il suo giudizio sulla sicurezza dei giornalisti in Russia?

La sicurezza dei giornalisti sta progressivamente peggiorando. Oggi è il nostro problema principale. Il fatto che le uccisioni e gli attacchi ai giornalisti rimangano impuniti crea un precedente per alcune persone che fa credere loro di poter colpire o uccidere giornalisti senza assumersene la responsabilità. Attualmente stiamo perciò preparando i nostri giornalisti ad affrontare ogni tipo di viaggio che abbia a che fare con indagini legate ad autorità come se stessero andando in una zona di guerra.

Ha ricevuto minacce attraverso Internet?

Assolutamente si, Internet viene usato come mezzo per diffondere minacce. Le riceviamo via email e nei commenti sul forum. Ad esempio, dopo l'omicidio di Markelov e Baburova, abbiamo ricevuto un'email che rivendicava l'assassinio. Inoltre, raccomandiamo sempre ai nostri giornalisti, specialmente coloro che sono direttamente impegnati in attività investigative, di ridurre le loro attività sociali e in altri settori, e di rendere il più possibile inaccessibile i propri conti. Spieghiamo chiaramente che non si tratta solo della loro sicurezza, ma anche di quella delle loro famiglie, dei loro amici e delle persone che amano.

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