Il Kazakistan è ancora tormentato dalla politica repressiva e dalla carestia dell'era sovietica

Una statua in ricordo delle vittime della carestia del 1931-33 è stata eretta ad Almaty, Kazakistan. Screenshot dal canale YouTube  Jurnal Exclusive

Il 31 maggio, il Kazakistan ha ripercorso il periodo più buio della sua storia  commemorando le vittime della repressione Staliniana e la carestia che  ebbe luogo nel paese negli anni '30. Nel 1997, il  governo ha scelto il  31 Maggio  come Giorno della Commemorazione delle Vittime della Repressione Politica, Il Giorno della Memoria delle Vittime Della Repressione Politica [ru] per sensibilizzare sul tema delle milioni di vittime oppresse dalle autorità sovietiche in Kazakistan. Parlando dell'importanza di tale giorno, il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha dichiarato [ru] che “i crimini commessi dal totalitarismo hanno lasciato un profondo segno nella coscienza” dei kazaki ed è fondamentale “continuare a studiare  queste oscure pagine della storia, rendendo giustizia  a tutte le vittime innocenti.”

Nel 2020, Tokayev  ha istituito la Commissione Statale per la Completa Riabilitazione delle Vittime della Repressione Politica [ru] si tratta di 11  gruppi di lavoro ciascuno si occupa di studiare gli archivi allo scopo di trovare le  vittime  della repressione appartenenti a specifici gruppi come quelli dei chierici religiosi  e l'intellighenzia locale . La decisione di istituire questa commissione  è  stata presa  17 anni dopo l'adozione da parte del governo della Legge sulla riabilitazione della repressione politica di massa [ru] nel 1993, la quale è stata una delle primissime leggi adottate dopo l'indipendenza, ottenuta nel 1991.

Il Kazakistan è stato uno dei paesi più colpiti dalla dura repressione e dalla collettivizzazione e dekulakizzazione, che consisteva nello spodestamento  dei ricchi proprietari terrieri a cui veniva confiscata la propria terra e altre proprietà: in ciò consistevano le politiche delle autorità sovietiche. Milioni di persone [ru] provenienti da varie parti  dell'Unione Sovietica furono deportate a forza in Kazakistan, e il paese divenne così parte integrante del  sistema del Gulag [en] come ospite di diversi importanti campi di lavoro forzato  come Steplag [en], Karlag [en] e ALZHIR [en] Il periodo più tragico nella storia del Kazakistan è stato negli anni Trenta, quando la carestia di massa e la repressione politica dell'intellighienza locale e dei proprietari terrieri portò a milioni di morti, un'emigrazione di larga scala  fuori dall'URSS, e la trasformazione radicale delle strutture sociali, politiche ed economiche.

Carestia e morte nella steppa

All'inizio del XVIII secolo, il Khannato di Kazach [it] era diviso in tre zhuz [en] (orde) piccola, media e  grande orda. Il Kazakistan nacque inizialmente sotto il controllo russo nel 1730, quando la Piccola Orda divenne il protettorato [en]della Russia. Durante il 1742, Le restanti Media e Grande Orda divennero anch'esse protettorati, e durante il 1848 il  khannato di tutte e tre le Orde  fu abolito, cedendo ogni tipo di autonomia restante nelle mani  dei governanti locali. Nel 1920, il governo sovietico  ha istituito la Regione Autonoma Kirghiza  [it] nel territorio del Kazakistan, che fu rinominata Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Kazaka [it] nel 1925. Il Kazakistan divenne la repubblica costituente dell'Unione Sovietica nel 1936.

Così come con le altre regioni costituenti dell'URSS, Il Kazakistan fu vittima della repressione politica,  della collettivizzazione [it], e delle politiche di dekulakizzazione [en] durante la fine degli anni '20-'30. Le autorità sovietiche  tentavano di cambiare radicalmente il Kazakistan sopprimendo l'intellighenzia locale, spossessando la sua gente delle loro proprietà, forzando la sua popolazione nomade ad essere sedentaria e a focalizzarsi sulla produzione agricola e industriale.

Tra il 1921 e il 1954, quasi 100.000 persone [ru] sono stati processati con accuse politiche, e circa 25.000 di questi venne condannato a morte. Il periodo di punta di queste repressioni  fu nel 1928  quando i membri del partito dell'Orda Alash, i quali rappresentavano l'élite politica e culturale del Kazakistan, furono liquidati come “borghesi nazionalisti”[en]. Coloro che riuscirono a scampare alla pena di morte  nel 1928 furono nuovamente processati nel 1937 [ru], condannati alla pena di morte oppure a lunghe  pene detentive nei campi di lavoro. Nel processo di repressione, il governo sovietico ha denudato il paese dei suoi leader politici indigeni e aspirazioni di qualsiasi significativa autonomia regionale.

Ecco un video YouTube sui leader  del partito dell'Orda Alash.

Il peggio successo tra gli anni 1931–1933, quando il Kazakistan fu colpito dalla più devastante carestia della sua storia. Verso il 1930, la collettivizzazione dell'Unione Sovietica e le politiche di dekulakizzazione, che vennero messe in atto verso la fine degli anni '20, ebbero come conseguenza una carenza di scorte [ru] alimentari in tutto il suo territorio. Il Kazakistan divenne la regione primaria da cui il  Cremlino estrasse della carne per il suo esercito e le città principali e,  formò delle riserve di cibo strategiche.

Nel periodo che durò cinque anni, tra il 1928 e il 1933, il numero di animali[ru]  nel paese  diminuì del 90%, da 40,5 a 4,5 milioni. In pratica, i cittadini kazaki, che  a quel tempo conducevano una vita nomade e semi-nomade e si nutrivano di animali come loro fonte di sostentamento primaria, rimasero senza scorte di sopravvivenza. La carestia ha causato da un milione e mezzo a tre milioni di vittime, [ru]  di cui il  90% era di etnia kazaka. Il numero di persone che lasciarono il Kazakistan a causa della carestia oscilla tra l‘uno e due milioni di persone. [ru]

Ecco un video YouTube sulla carestia in Kazakistan negli anni 1931-1933.

Una simile carestia ci fu anche in Ucraina, Holodomor [it], riconosciuta come genocidio. Anche se la carestia che colpì il Kazakistan non è stata riconosciuta come genocidio, in quanto non rientra nei criteri per poter essere definita tale, gli studenti sono d'accordo nell'affermare che [ru] le sue conseguenze non furono meno devastanti.

Una prigione grande quanto un paese

Il Kazakistan era noto per essere una delle principali paesi di destinazione per i deportati e i prigionieri politici nell'URSS.  Le autorità sovietiche consideravano che l'utilizzo locale della terra e delle risorse da parte dei nomadi fosse irrazionale e tentarono di trasformare il Kazakistan in una regione agricola e industriale  sfruttando  per tale scopo i prigionieri e i deportati esperti in agricoltura e ingegneria.

Il paese comprendeva 11 campi di lavoro forzato [ru] all'interno del  sistema del Gulag, sparsi in diverse regioni. Tra il 1930 e la fine degli anni '50, più di 5 milioni di  persone  [ru] furono mandate in questi campi. La maggior parte di esse erano vittime della repressione politica e rientravano nella categoria di “nemici del popolo.” [ru] Il più grande campo fu quello di Karlag, situato nel Kazakistan centrale. Tra il  1931 e il  1959, quasi  1 milione [ru] di persone  furono mandate in questi campi,  la cui area di 2 milioni di ettari era della dimensione di Israele.

Un video YouTube sul Karlag.

Steplag  fu un altro campo infame  che ricopriva uno status speciale di prigione per quelli accusati di tradimento, spionaggio e altri crimini politici. Fu aperto nel 1948 dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Aleksandr Solženicyn, autore del  libro Arcipelago Gulag [it], ha scontato parte della sua pena nello Steplag. I prigionieri [ru] di questo campo costruirono centrali elettriche, edifici residenziali, dighe del serbatoio di Kengir, [ru] lavorarono in miniere di carbone, e svilupparono depositi di manganese.

ALZHIR fu un campo unico nel suo genere nel nord del Kazakistan. Fu aperto  nel 1938 come prigione a cui erano destinati i familiari dei cosiddetti “traditori della patria,” ossia, le loro mogli, sorelle, e le madri dei prigionieri politici. Circa 8000 prigionieri [ru] finirono nel campo, che fu uno delle quattro più grandi  prigioni femminili dell'Unione Sovietica.

Oltre i campi del Gulag, Il Kazakistan è stato testimone di un altro crimine di larga scala da parte delle autorità sovietiche: le deportazioni di massa. Tra il  1937  e il 1944, più di 1.2 milioni [ru] di persone furono deportate a forza in Kazakistan. La maggior parte di essi era costituita da gruppi etnici provenienti da varie parti dell'Unione Sovietica, ritenuti inaffidabili e nazionalisti e, visti come una minaccia.

La deportazione etnica ebbe inizio  a metà degli anni '30  con i gruppi etnici che vivevano nelle regioni al confine, [ru] come i coreani, che vivevano nella parte ad Est del paese, i finlandesi, i tedeschi, i polachi ad Ovest, i kurdi, gli iraniani, e gli ebrei al Sud. L'ondata successiva arrivò durante e dopo la Seconda Guerra mondiale e incluse la deportazione di massa dei ceceni  e degli ingusci,  i tatari della Crimea e gli ucraini, fra gli altri. Almeno 500mila [ru] ucraini furono deportati in Kazakistan.

Questo video YouTube documenta la deportazione dei ceceni e degli ingusci   [en] in Kazakistan.

La repressione politica e la carestia  hanno segnato profondamente il popolo kazako. Uno degli esiti attuali della repressione è il fatto per cui nel paese vi sono 124 nazionalità. [ru] I tragici eventi  dell'oscuro periodo decennale della storia  necessitano di ricerche approfondite per la riabilitazione delle vittime. Il Kazakistan deve  ancora fare i conti con le tragedie del passato e  rielaborare il trauma vissuto dalla sua nazione.

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