La comunità indigena Wayúu in Colombia e Venezuela sta morendo di sete

Captura de pantalla del documental "El río que se robaron" que expone la situación de la comunidad Wayúu y su necesidad de agua.

“Il fiume che ci hanno rubato”. Screenshot dal documentario che mostra le condizioni di vita della comunità Wayuu e il suo disperato bisogno di acqua.

Dopo tanti anni di emarginazione e povertà, la comunità Wayuu che vive in Colombia e Venezuela, deve ancora lottare per far sentire la propria voce.

Le persone di questa comunità, che si trova nella penisola deserta della Guajira all'estremo nord della Colombia e nei territori in comune con il Venezuela, sono costrette ad affrontare una terribile combinazione di fame, malnutrizione e sete. La ragione principale? Sul fiume che attraversa la regione è stata costruita una diga e le sue acque sono state privatizzate per favorire l'estrazione del carbone e l'agricoltura industriale.

A pagarne le drammatiche conseguenze sono soprattutto i bambini. La comunità ha presentato un reclamo alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani allo scopo di costringere il governo colombiano a liberare il flusso d'acqua del fiume. La loro petizione fa luce ancora una volta [es, come tutti i link seguenti eccetto ove diversamente indicato] su un tema che è stato spesso protagonista nei notiziari, a partire dalla seconda metà del 2014. I difensori della comunità hanno richiesto più volte programmi, donazioni progetti umanitari che potessero aiutare la popolazione indigena, ma pochi di essi sono poi diventati realtà.

I Wayuu sono il più grande gruppo indigeno del Venezuela e della Colombia [it]. Rappresentano circa l'11% della popolazione dello stato venezuelano del Zulia e quasi il 45% del dipartimento di La Guajira.

Scrivendo per il sito internet Canarias-Semanal.org, Juan Andrés Pérez Rodríguez sostiene che i media principali non hanno prestato abbastanza attenzione alle problematiche urgenti di questa comunità:

Como los medios de comunicación corporativos tienen sus prioridades informativas bien definidas y orientadas, especialmente contra Cuba, Venezuela u otros países que no se subordinan a Occidente; usted no sabrá que la nación indígena Wayúu, la mayor de Colombia, se muere de hambre y sed porque el río madre de la región donde radican fue represado y su agua privatizada para el servicio de la industria agrícola y la explotación de la mina de carbón -a cielo abierto- más grande del mundo. Por esa misma razón, ignorará, seguramente, la denuncia que esta comunidad ha presentado ante la Comisión Interamericana de Derechos Humanos -CIDH-, de la OEA, con sede en Washington, por la violación de sus derechos vitales fundamentales

Poichè i media ufficiali hanno delle priorità di informazioni da pubblicare ben definite e mirate (specialmente a discapito di quelle nazioni come Cuba e Venezuela, che non rientrano nello stile di vita occidentale), non verrete a sapere che la comunità indigena Wayuu, la più grande in Colombia, sta morendo di fame e di sete perchè il fiume principale della regione è stato bloccato da una diga, e le sue acque privatizzate per l'agricoltura industriale e per lo sfruttamento della miniera di carbone Cielo Abierto, la più grande del mondo. Per lo stesso motivo, non siete a conoscenza della denuncia che questa comunità ha presentato alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani, che fa parte dell'Organizzazione degli Stati Americani, con sede a Washington, per la violazione dei loro diritti fondamentali.

L'articolo termina con il trailer di un documentario prodotto dal giornalista colombiano Gonzalo Guillén, intitolato The River That They Stole (Il Fiume Che Ci Hanno Rubato). Il film, che la comunità indigena ha presentato come prova legale nel reclamo, dipinge un quadro sconvolgente di quella che è la situazione attuale di questa regione, usando sia le testimonianze delle vittime che dei responsabili.

Alcuni organi di stampa si sono occupati di recente del problema. Tra essi, El Tiempo, il quale ha pubblicato un testo scritto da María del Pilar Camargo che spiega le gravi condizioni in cui vivono i bambini di La Guajira. L'editorialista ha evidenziato qualcosa di ancora più grave: non tutti i bambini sono registrati, il che significa che le cifre dei bambini deceduti potrebbero essere ancora più alte:

En el 2012, fallecieron 43 niños indígenas por cada 100.000 niños menores de 5 años en el país. Esta cifra podría ser mucho mayor, así lo constatan la guajira, Unicef Colombia y el líder wayúu.

“Aquí hay muchos niños que mueren, pero en el monte. Los entierran y no los reportan al hospital”, dice la mujer.

El problema del subregistro también lo señala la experta de Unicef Colombia. “El porcentaje de la población indígena está en 5,4 %, no representa mucho, pero es el que suma la mayoría de las muertes de los niños en este país. Y eso que hay muchas muertes infantiles que no se registran. Estoy casi segura de que en La Guajira hay muchas más muertes de las que están registradas en las estadísticas y eso lo digo por la experiencia que hemos tenido con un proyecto, en el que, para el indígena wayúu, el niño no tiene valor hasta cuando cumple cierta edad, porque ese niño tiene la posibilidad de morirse, entonces en sus valores sociales hay que esperar a que crezca y una vez crezca empieza a hacer parte de la familia”.

“Nel 2012, sono morti 43 bambini indigeni minori di 5 anni sui 100,000 in questa nazione. Questa cifra potrebbe essere molto più alta”, dichiarano il capo della comunità Wayúu, La Guajira e l'UNICEF Colombia.

“Ci sono molti bambini che muoiono, ma tra le montagne. Vengono sepolti e le loro morti non vengono riportate agli ospedali,” afferma la donna.

Il problema della mancanza di morti denunciate è reale, afferma ancora. “La percentuale della popolazione indigena è 5,4%, non molto alta, ma va sommata al totale della maggior parte dei bambini morti nel paese. E ci sono molte morti non registrate. Sono quasi certa che a La Gaujira ci sono molte più morti di quelle registrate nelle statistiche, e lo dico per esperienza acquisita durante un progetto in cui ho imparato che per gli indigeni Wayuu un bambino non ha alcun valore finchè non compie una certa età. Ciò perchè il bambino potrebbe morire da piccolo e quindi per avere un vero valore sociale i bambini devono aspettare di crescere e solo una volta grandi diventano parte integrante della famiglia.”

Sul giornale online alternativo Las 2 Orillas, Diana López Zuleta spiega nei dettagli la denuncia della comunità:

De acuerdo con el escrito judicial, además de pedir la apertura inmediata de las compuertas de la represa para que el agua llegue cuanto antes a los indígenas, se pide que se ordene suspender de manera inmediata las tomas de agua de La Guajira que (la mina) Cerrejón obtiene de otras fuentes públicas distintas al río, principalmente subterráneas, hasta cuando una evaluación técnica idónea e imparcial determine si después de abastecer satisfactoriamente a los seres humanos en la región, quedan excedentes de agua para destinarlos a la agricultura a gran escala y la explotación de las minas de Cerrejón.

Stando alla copia legale della denuncia, oltre alla richiesta dell'immediata apertura delle barriere della diga, in modo che l'acqua posso raggiungere la comunità indigena il prima possibile, si richiede anche la sospensione immediata dell'acqua presa da La Guajira che (la miniera) Cerrejón ottiene da altre fonti pubbliche oltre che dal fiume, perlopiù sotterranee, finchè una valutazione tecnica adeguata e imparziale non determinerà se, dopo aver fornito acqua a sufficienza per gli abitanti della regione, ci sia effettivamente acqua in eccesso che può essere destinata ad un'agricoltura in grande scala e allo sfruttamento delle miniere Cerrejón.

Su Twitter, la gente ha offerto il proprio supporto alla campagna #SOSLaGuajira fondata da Colombia Digna, (@colodigna). Anche l'UNICEF ha creato una campagna,  #DeseoQueAyuda (Desiderio di aiuto) con lo scopo di raccogliere fondi per la causa:

Sapete che a La Guajira muoiono 3 bambini Wayuu al giorno? E sapete perchè? Per malnutrizione. Hanno bisogno d'aiuto. STOP ALL'INDIFFERENZA. Sosteniamo #SOSLaGuajira.

 

Abbiamo ricevuto molti aiuti grazie a #SOSLaGuajira quindi continueremo fino alle 7 di domani sera. Speriamo di poter contare ancora sul vostro supporto.

 

L'arrogante Ministro della Salute della Colombia (un buffone) non sa nemmeno cosa sia o dove si trovi La Guajira #SOSLaGuajira

 

La responsabilità è di tutti i colombiani #SOSLaGuajira

 

Unitevi anche voi a coloro che chiedono di poter aiutare e vogliono salvare i bambini di La Guajira. Visitate il sito desoqueayuda.com

Nel dicembre del 2014 l’ UNICEF [it] fondò la campagna #DeseoQueAyuda (Desiderio d'aiuto) per raccogliere fondi per questa causa.

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