Venezuela: escalation di proteste e reazioni della polizia sempre più violente

Manifestantes esquivan gases lacrimógenos lanzados por la Guardia Nacional. 19 de febrero, 2014. Altamira, Caracas. Foto de Sergio Alvarez, copyright Demotix.

Manifestanti cercano di evitare i lacrimogeni lanciati dalla Guardia Nazionale, 19 febbraio 2014. Altamira, Caracas. Foto di Sergio Alvarez, copyright Demotix.

Dopo che il presidente Nicolás Maduro ha annunciato [es, come tutti i link seguenti] alla tv nazionale che adotterà misure straordinarie nello stato di Táchira, per tenere sotto controllo le proteste, i netizen di diverse città hanno iniziato a riportare azioni irregolari delle forze di polizia, dell’esercito e di alcuni gruppi di civili armati che si spostano in moto.

Il Venezuela sta attraversando una crisi politica, economica e sociale, che ha portato in piazza migliaia di cittadini con l'obiettivo di manifestare il loro malcontento nei confronti dell'attuale governo. Da più di una settimana i venezuelani si trovano coinvolti in questa grande protesta che, fino ad ora, ha registrato un bilancio di quattro morti, centinaia di feriti e arrestati.

Il 19 febbraio, Twitter e Facebook sono stati utilizzati da manifestanti e testimoni per denunciare la repressione messa in atto nei giorni precedenti dalle forze di sicurezza. Questa non è una novità: un video virale, girato dall’unità di ricerca del giornale Últimas Noticias, mostra membri della polizia politica (SEBIN) nello stesso istante e nello stesso luogo in cui si sono registrati i primi morti, lo scorso 12 febbraio.

Nel video seguente, sempre di YouTube, si vedono presunti membri della Guardia Nazionale Boliviana (GNB) causare danni nella città di Valencia, capitale dello stato di Carabobo, a circa 250 km da Caracas.

L'utente Ortega Brothers ha pubblicato una foto sulla situazione a Valencia.

Le principali denunce riportate dai cittadini di Caracas provengono da zone a est e dal centro della città. La repressione è iniziata ad Altamira, dove ha avuto luogo il maggior numero di proteste. Sul suo account Twitter, l'utente José Marquez parla della sua esperienza nella zona e denuncia l’utilizzo da parte della GNB di gas lacrimogeni scaduti contro i manifestanti.

Ad #Altamira la GNB lancia gas lacrimogeni scaduti nel 2010, oggi #19F

Alcuni utenti hanno pubblicato video dove riportano di essere stati attaccati da forze di sicurezza e uomini armati in sella a delle moto.

Nel frattempo anche i cittadini hanno denunciato repressioni in un altro quartiere a est di Caracas. L'utente Carlos Bruguera (@Burrgh) ha scritto su Twitter che nonostante non ci fossero manifestanti, la repressione è continuata.

La GNB va e viene in viale Rómulo Gallegos, sparando gas e PALLOTTOLE contro gli edifici. Va detto che giù non ci sono manifestanti. Cosa signifca?

Anche l'utente Jorge Estevez (@Jestevz) ha ripreso quello che stava accadendo.

Alcuni minuti fa un contingente della GNB ha attraversato viale Rómulo Gallegos sparando

Altri hanno confermato la presenza di forze armate che attaccavano gli edifici, come si vede in questo video:


L'utente Carmela Longo (@CarmelaLongo) ha chiesto aiuto durante la sparatoria.

Aiuto! Gruppi armati sparano agli edifici nel quartiere Horizonte.

Al contrario, l'utente Luigino Bracci (@Lubrio) denuncia che sono stati i manifestanti a provocare la Guardia Nazionale.

Alcuni minuti, fa gruppi di oppositori a Montecristo hanno provocato la GNB lanciando razzi contro coloro che si trovavano in viale Rómulo Gallegos

Tuttavia, la zona del centro di Caracas è stata teatro della repressione più dura. Durante la notte sono stati diffusi due video dove si vedono gruppi della Guardia Nazionale che sparano a un cittadino alla schiena e altri dove abbandonano un uomo ferito sull’asfalto. (avvertenza: i video contengono immagini forti)

Non ci sono informazioni ufficiali su quello che è successo a queste due persone. Tuttavia, l’account Twitter del blog El Universitario (@ElUniWeb) riferisce che sono 2 morti.

È stata confermata la morte di due persone durante le manifestazioni di Caracas questa notte: 1 in La Candelaria e l’altra in viale Panteón.

Aggiornamento: l'emittente Alba Ciudad riporta che “la famosa giornalista del quotidiano di opposizione El Nuevo País, Altagracia Anzola, ha riferito attraverso il suo account Twitter che entrambe le persone sono vive e una è stata dimessa”.

Anche all’interno del paese si vivono momenti di grande tensione. I cittadini affermano che lo stato di Táchira si trova in stato d'assedio e alcuni utenti riportano la sospensione del servizio di internet.

L'utente Marc Bonet (@Marcb_) ha illustrato la situazione.

Adesso in molte aree di Táchira mancano sia internet sia l'elettricità. L'esercito è nelle strade. Stato d'assedio implementato ma NON dichiarato. #SOS

L'utente Frases Únicas (@frasesMundia) ha pubblicato una foto sulla situazione a Táchira.

Barricate in viale Carabobo, Tachira, in attesa di un attacco dal Faro da parte della GNB. Tachira non si inginocchierà.

Alcuni cittadini hanno utilizzato il loro account Twitter per fornire brevi analisi sull’ escalation di violenza. È il caso di Sinar Alvarado (@SinarAlvarado), il quale assicura che la forza della repressione potrebbe aumentare se il governo si sentirà maggiormente minacciato.

Il chavismo [i supporte del governo] ricorrerà sempre più alla violenza finché vedrà minacciato il suo potere.

Altri hanno rimproverato al canale di stato, Venezolana de Televisión (VTV) di non aver dato spazio a ciò che stava succedendo. L'utente Victor Amaya (@VictorAmaya) ne ha parlato sul suo account Twitter.

Su VTV denunciano che ci sono autobus presi d'assalto dalla destra fascista. Nessuno parla dei feriti o dei morti. Poveri autobus.

Infine, Audrey M. Dacosta, sul blog Caracas Chronicles, scrive questo sulle proteste del 19 febbraio:

Se siente que se ha cruzado una grave línea, como si la violencia real y física estuviese finalmente poniéndose al día con la enorme retorica violenta que hemos sufrido desde 1999. Hemos pasado 15 años temiendo esto. Ahora lo estamos viviendo.

Si ha la sensazione di aver oltrepassato una linea critica, come se la violenza reale e fisica andasse finalmente di pari passo con l'enorme retorica violenta che stiamo soffrendo dal 1999. È da 15 anni che temiamo tutto questo. Ora lo stiamo vivendo.

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