Pakistan: Il piano economico di salvataggio del FMI sta portando l'inflazione alle stelle

In Pakistan, nazione già duramente provata da povertà, interruzioni di corrente e problemi di sicurezza, si è registrato di recente un vistoso aumento dell'inflazione. Si tratta di una conseguenza diretta delle politiche di austerità che il governo ha intrapreso per soddisfare le rigide condizioni [en, come nei link successivi salvo ove diversamente indicato] imposte dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) [it] per concedere al paese 6,6 miliardi di dollari di aiuti.

Il piano triennale di prestito che dovrebbe stabilizzare l'economia pakistana rientra nel progetto complessivo di assistenza finanziaria del FMI, approvato nel settembre 2013 e denominato Extended Fund Facility. Le condizioni per la concessione del credito prevedono però che il governo pakistano intraprenda misure di austerità come tagli al bilancio, riduzione dei sussidi, aumento del gettito fiscale, privatizzazione delle imprese statali in perdita e riforma del sistema energetico, con conseguente aumento dei prezzi.

Potato and onion

Il governo pakistano sta considerando l'ipotesi di proibire le esportazioni di cipolle per fermarne il rapido aumento di prezzo. Immagine dell'utente di Flickr Olaf Kellerhoff. CC BY-NC

Il governo ha così tagliato i sussidi statali del 35%, provocando un aumento dell'inflazione e una vertiginosa impennata dei prezzi nel mercato interno.

Il Pakistan, così come la maggior parte dei cosiddetti “paesi in via di sviluppo”, si sottopone alle ricette del FMI già dagli anni '80. Gli attuali aiuti servono proprio a ripianare i debiti dei prestiti precedentemente concessi al paese – si tratta del cosiddetto “debito circolare”. Il prestito concesso dal FMI al Pakistan nel 2008 ammontava a 11,3 miliardi di dollari e il paese è attualmente ancora indebitato per circa 5 miliardi a causa dell'accumulo degli interessi. Attualmente, la voce di spesa maggiore nel bilancio annuo del Pakistan è proprio il saldo del debito (25%), mentre a settori come educazione e salute è riservato un misero 2-3%.

Mentre lo scorso giugno il ministro delle finanze Ishaq Dar dichiarava che il suo governo, l'alleanza islamica pakistana di Nawaz Sharif [it], in carica da soli 5 mesi, aveva ereditato un'economia malconcia e che il taglio dei sussidi era necessario per l'autonomia del Paese, l'inflazione toccava i 9,1 punti percentuali ad ottobre, il picco più alto degli ultimi 16 mesi.

Graph depicting year-on-year (YOY) increase in inflation, measured by Consumer Price Index. Source: Pakistan Bureau of Statistics, Islamabad

Il grafico mostra l'aumento anno per anno dell'inflazione, così come misurato dall'Indice dei Prezzi per il Consumatore (CPI). Fonte: Ufficio nazionale di statistica, Islamabad.

I prezzi di cibo ed altri generi di prima necessità sono saliti alle stelle. Ma, siccome i salari dei cittadini non stanno aumentando allo stesso ritmo dell'incremento dei prezzi, si è prodotta una situazione molto difficile, specialmente per i lavoratori retribuiti a giornata. Secondo un articolo di IRIN Asia, l'inflazione sta avendo ripercussioni sulla sicurezza del cibo in Pakistan.

Come riporta The Express Tribune, il prezzo degli alimenti deperibili è salito del 18,6%, mentre quello di indumenti e scarpe del 14,6%. In questa situazione le misure del governo come il taglio dei sussidi e l'incremento delle tasse sui servizi (bollette) non hanno fatto altro che aumentare la pressione fiscale sui cittadini pakistani.

Si è diffuso così un generale malcontento per le misure di austerità imposte dal FMI. L'editor digitale Rabab Khan scrive su Google+:

Gli aiuti internazionali di FMI e Banca Mondiale, che dovrebbero essere di supporto alla crescita, non raggiungono il loro scopo perché non provocano che inflazione, instabilità economica e disoccupazione.

Il principale partito di opposizione, il Movimento per la Giustizia (Pakistan Tehreek-e Insafha pubblicato un messaggio ufficiale sul suo profilo Twitter, a nome del suo presidente, l'ex giocatore di cricket Imran Khan [it]:

Come previsto dagli accordi con il FMI, si alza l'inflazione. Un’ ingiustizia per i pakistani – Imran Khan

Il giornalista Osama Bin Javaid (@osamabinjavaid) scrive:

L'inflazione in Pakistan ad ottobre 2013 registrava un aumento del 9,08% rispetto all'anno precedente. Si tratta dell'incremento maggiore degli ultimi 14 mesi.

Il banchiere Sayem (@SayemZA) posta un grafico che mostra l'impennata degli indicatori sensibili dei prezzi (SPI) dopo il discorso del ministro delle finanze nel giugno scorso:

Un grafico che mostra la performance da record del PMLN [il partito di governo] – l'inflazione alle stelle!!

Usama Usmani, uno studente di contabilità di Karachi [it], si lamenta della situazione:

L'inflazione mostra i suoi nefasti effetti in Pakistan! E noi ci perdiamo in dibattiti inutili perché questo paese fa schifo! Le persone buone sono sfortunate.

Per le classi medie e medio-basse, le misure del governo per incrementare le entrate fiscali e la sua incapacità di controllare l'impennata dei prezzi si stanno rivelando letali. Il governo ha inoltre imposto di recente una ‘tassa sul contante prelevato‘ che, insieme alla pressione inflattiva, ha determinato un crollo del valore della rupia pakistana [it].

Si è raggiunto il cambio record di 108,27 rupie per 1 dollare, rendendo ancor più gravosi per il Pakistan tanto il pagamento del debito quanto le importazioni. Il FMI ha riconosciuto che, con la svalutazione della moneta e il taglio dei sussidi statali per l'energia elettrica, l'inflazione non potrà che aumentare ancora. Nel frattempo la crisi, in questo un contesto di assenza di sviluppo economico e di opportunità lavorative, si aggraverà sempre più.

Lo scorso 13 novembre, nel tentativo di frenare l'inflazione e far ripartire l'economia del paese, la Banca Nazionale Pakistana ha alzato i tassi di interesse dal 9,5 al 10%, sperando di alleviare la pressione inflattiva e sostenere la valuta.

Solo il tempo potra dirci se l'inflazione sarà arginata, portando un po’ di sollievo ai Pakistani.

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