America Latina: “Dove vanno a finire i desaparecidos?”

Manifestación convocada por la Agrupación de Familiares de Detenidos Desaparecidos. 2009, Santiago, Chile. Foto de antitezo en Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

Manifestazione organizzata dall'Agrupación de Familiares de Detenidos Desaparecidos [Gruppo delle Famiglie delle Persone Prigioniere Scomparse]. 2009, Santiago, Cile. Foto di antitezo su Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

Questa è la seconda parte di un articolo composto da due. Per leggere la prima, cliccate qui [it]. Vi invitiamo anche a visitare la pagina dell'Office of High Commissioner for Human Rights (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani) a cui potete accedere con questo link [en] per avere informazioni ufficiali sull'argomento.

Nell’articolo precedente [it], abbiamo trattato alcune tra le storie e le iniziative delle famiglie delle persone scomparse in America Latina. Ci siamo avvicinati alle testimonianze, abbiamo analizzato questioni e citato canzoni popolari che chiedono “Dove vanno a finire i desaparecidos?”

Dopo decenni di domande senza risposta e casi di sparizioni che continuano ad alimentare l'elenco delle vittime, possiamo dire che le persone scomparse e le loro storie, grazie ai familiari, possono essere trovate anche sui social network.

Le famiglie e gli amici dei desaparecidos cercano di mantenere vivo il ricordo, in modo che anch'esso non diventi vittima della sparizione. In questo modo, internet diventa una fonte di innumerevoli iniziative e storie rappresentative della lotta contro l'impunità e il ritorno al passato.

In questo articolo daremo spazio a nazioni come il Perù, il Guatemala, l'Uruguay e il Messico, e menzioneremo il contributo della Tv arcoiris [es], che ha reso disponibile un documentario [es] diretto da Ángel Palacios sulle sparizioni forzate in Venezuela.

In Perù il conflitto tra lo Stato, Sendero Luminoso [it] e il MRTA (Movimento Rivoluzionario Túpac Amaru) [it] è stato la causa principale dei crimini che hanno portato alle sparizioni forzate.

Un decennio dopo la consegna del Rapporto della Commissione per la Verità e la Riconciliazione [it], Spacio Libre [es] ha pubblicato alcune osservazioni sui risultati che la giustizia peruviana ha presentato riguardo alle vittime di sparizioni forzate. Nell'editoriale viene difeso il diritto delle vittime ad avere risposte e sono elencate le promesse mai mantenute dalla giustizia peruviana:

Muy poco se ha avanzado en materia de reparaciones y sobre todo en la búsqueda de la verdad y de un proceso sincero de reconciliación, luego de la violencia desatada por la insanía terrorista de Sendero Luminoso y el MRTA y la respuesta brutal de un Estado que no dirimió entre inocentes y culpables y mató tan igual que el enemigo que perseguía.

Y es que no se puede hablar de reconciliación, cuando un sector bastante influyente de la clase política ha pretendido silenciar y desprestigiar un trabajo realizado con ahínco, con compromiso y con un interés concreto de generar memoria y buscar un camino para recuperar la esperanza de miles de familias que perdieron a un ser querido y que en muchos casos (15 mil) no tienen ni idea de donde están.

In termini di compensazione, ricerca della verità e di un sincero processo di riconciliazione, è stato realizzato ben poco dopo la follia terrorista di Sendero Luminoso e del MRTA e la conseguente brutale risposta di uno Stato che non ha saputo distinguere tra innocenti e colpevoli, e ha ucciso tanto quanto il nemico a cui dava la caccia.

E non si può parlare di riconciliazione quando una parte influente della classe politica ha cercato di mettere a tacere e di screditare un'iniziativa realizzata con grande impegno volta a preservare la memoria e a cercare un modo di dare nuovamente speranza a quelle migliaia di famiglie che hanno perso una persona cara e, in molti casi (15.000), non sanno dove sia.

Anche in Perù lo storico Renzo Salvador Aroni [es] raccoglie storie e analizza la situazione delle famiglie che sperano ancora di trovare qualche traccia dei loro parenti scomparsi. Nel suo articolo “Le famiglie degli scomparsi”, l'autore difende l'importanza per il Paese della riappropriazione della memoria storica e anche “della memoria di coloro che sono assenti”:

[…] La memoria de los familiares de los desaparecidos, siguen aguardando la posibilidad de que sus seres queridos aparezcan. […] Para los familiares es muy difícil aceptar un hecho aún no concluido.

[…] La memoria dei familiari delle persone scomparse, che continuano a credere nella possibilità che i propri cari ritornino. […] Per le famiglie è molto difficile accettare un fatto incompiuto.

L'autore spiega anche come i ricordi si facciano spazio nella vita di tutti i giorni. Si tratta di esperienze dolorose, a volte espresse nei racconti orali, nelle rappresentazioni artistiche, nei sogni e in altre forme di linguaggio. Aroni poi cita un estratto dalla testimonianza della madre di un desaparecido.

- Si lo veo, me dice: “mamá no llores por mí”.

Así me habla. Ya no lo he vuelto a ver [a mi hijo: Segundino Flores Allcaco], sólo en mis sueños. Lo veo con la misma ropa que tenía puesta.

- Quando lo vedo, mi dice: “Mamma, non piangere per me”.

Questo è il modo in cui mi parla. Non l'ho più rivisto, [mio figlio: Segundino Flores Allcaco], ma soltanto nei miei sogni. Lo vedo con indosso gli stessi vestiti di allora.

In Guatemala, dove i prigionieri e gli scomparsi sono commemorati ogni anno il 21 giugno, il blog delle Comunidades de Población en Resistencia (Comunità della Popolazione di Resistenza) [es] spiega che le sparizioni forzate in Guatemala si verificano ancora oggi, sono aumentate in tutto il territorio e contano sulla complicità silenziosa delle autorità:

La desaparición forzada en Guatemala no es un hecho del pasado. Es un crimen de lesa humanidad de carácter imprescriptible instaurado en América Latina, que también permanece vigente por su continua utilización como mecanismo de control social y dominio político; así como por la impunidad que persiste sobre los hechos cometidos y que hoy se expresa, entre otras cosas, en la reconfiguración de las estructuras de poder que articularon, financiaron y callaron estos crímenes.

Le sparizioni forzate in Guatemala non sono un evento del passato. Si tratta di un crimine contro l'umanità di carattere imprescrittibile molto diffuso in America Latina, ancora perpetrato in quanto meccanismo di controllo sociale e dominio politico. Questi atti sono ancora coperti da un'impunità che ancora oggi si manifesta, tra le altre cose, nella riconfigurazione delle strutture del potere che organizzarono, finanziarono e insabbiarono questi crimini.

Anche il blog Familiares de Desaparecidos [Familiari degli Scomparsi] [es] rappresenta un punto d'incontro per le famiglie uruguaiane di desaparecidos che non hanno smesso di cercare e per le persone che vivono in Uruguay o sono in esilio:

Desde la apertura democrática caminamos juntos respetando la diversidad de pensamientos que nos caracteriza pero unidos en torno a nuestros principales objetivos: MEMORIA, VERDAD, JUSTICIA Y NUNCA MÁS

Dall'apertura democratica, abbiamo camminato insieme rispettando la diversità di pensiero che ci caratterizza e che ci unisce nei nostri obiettivi principali: MEMORIA, VERITA’, GIUSTIZIA E MAI PIU’

In Messico le sparizioni forzate hanno avuto origine dalla guerra ai narcotrafficanti. Il Comité Cerezo [es] messicano ha reso disponibile il documento Cosa fare in caso di sparizione forzata [es], che si può scaricare dal loro sito.

E’ importante aggiungere che le sparizioni non riguardano esclusivamente l'America Latina e non sono l'unico elemento costitutivo della memoria storica. Il numero delle persone che spariscono in circostanze sospette è elevato, e sono ancora di più quelle che vengono messe a tacere e terrorizzate da questi crimini.

Per concludere, bisogna sottolineare che la battaglia delle famiglie continua ben oltre la rete e che allo stesso tempo le varie iniziative vanno avanti online sia prima che dopo il giorno della commemorazione. In questo modo i social media aiutano a tenere vivo il ricordo e a collegare tra loro gruppi di vittime al di là dei confini nazionali. Il tratto che li accomuna tutti è la ricerca della risposte e la battaglia collettiva perché giustizia sia fatta.

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