Venerdì 8 luglio gli egiziani sono tornati in Piazza Tahrir. Ma se la rivoluzione è finita, Mubarak non è più al potere e molti degli uomini chiave del vecchio regime sono dietro le sbarre, perché manifestare ancora? La situazione non è così semplice, e diversi blogger hanno riflettuto sul perché quegli stessi egiziani che a gennaio erano a Piazza Tahrir dovrebbero scendere nuovamente in strada.
Destituzione di Mubarak a parte, molte delle istanze dello scorso gennaio non hanno ancora trovato una risposta. Qui [ar, come tutti i link tranne ove diversamente indicato], Sama Singer (@Sama_Singer) [en/ar] riassume quelle che considera le richieste dell'8 luglio:
المحاكمات العلنية والسريعة لمبارك واولاده ووزراءه وحاشيته الفاسدة ، وكل من افسدوا علينا الحياة السياسية
تكريم الشهداء وتعويض اهالى الشهداء ، وسرعة محاكمة قتلة الشهداء
تكريم المصابين ، وعلاجهم على نفقة الدولة ، وتعويضهم
حرمان أعضاء الحزب الوطني السابق من حق الممارسة السياسية لمدة 5 سنوات على الأقل
الافراج الفورى و التام عن كل المعتقلين السياسيين واصحاب الرأي من يوم 25 يناير وما قبلها الى يومنا هذا
الوقف الفوري للمحاكمات العسكرية للمدنيين ، واعادة محاكمة من تم محاكمتهم عسكريا من المدنيين امام محاكم مدنية
Processo pubblico e immediato per Mubarak, per i suoi figli, per il suo regime corrotto e per tutti quelli che hanno rovinato la nostra scena politica.
Onorare i martiri e garantire un'indennità alle famiglie. Processi immediati per i loro assassini.
Onorare i feriti, garantire loro un'indennità e cure a spese dello stato.
Proibire ai membri del Partito Nazionale Democratico di partecipare a qualsiasi processo politico almeno per i prossimi cinque anni.
Liberare immediatamente tutti i prigionieri politici e d'opinione incarcerati prima e dopo il 25 gennaio.
Fermare immediatamente i processi militari per i civili e ripetere tutti quelli avvenuti in precedenza, stavolta di fronte a un tribunale civile.
Un'altra delle richieste di Sama riguarda la ripulitura delle “organizzazioni corrotte”, come la polizia, i media e il sistema giudiziario.
Di recente, Mina Naguib (@MinaNaguib90) [en/ar] è venuto a conoscenza di alcuni fatti che l'hanno reso ancora più deciso a partecipare alle proteste. In un post, scrive:
كله كوم طبعاً و والدة الشهيد اللى إبنها التانى اللى باقلها إتحاكم عسكرى بعد القبض عليه عند مسرح البالون!
Tutto questo dopo che una donna, che aveva già un figlio martire, si vede ora processare un altro figlio, l'unico rimastole. L'arresto è avvenuto dopo gli eventi al Teatro el-Balloon [dove il 28 giugno una commemorazione per i rivoluzionari uccisi è sfociata in scontri con polizia e gruppi armati, ndT], e a giudicarlo sarà il tribunale militare.
Mohamed el-Sarty e Ahmad Taha preferiscono invece ricorrere all'ironia, chiedendosi perché la gente dovrebbe tornare in Piazza Tahrir ora che la polizia agisce in maniera efficiente e pacifica, i martiri hanno avuto giustizia e il Consiglio Supremo delle Forze Armate processa i civili di fronte al tribunale militare, mentre la polizia e il personale militare del vecchio regime vengono giudicati da tribunali civili. Taha condivide inoltre una foto di qualche giorno fa in cui un poliziotto mostra il dito medio ai manifestanti.
Il punto di vista di Assemism è ancora diverso: secondo lui, alcune forze politiche si servono dei martiri con secondi fini, senza patriottismo. In un post riporta le parole del suo amico Kareem Mounir:
Segue un suo commento: