Egitto: ma Chaim Grapel è davvero una spia israeliana?

Ilan Chaim Grapel, un ebreo americano residente in Israele, è stato arrestato in Egitto la scorsa domenica e rimarrà in custodia cautelare per almeno 15 giorni per essere interrogato dalla procura della Sicurezza di Stato in merito alle presunte attività di spionaggio condotte nel Paese. Il giovane è accusato di aver incoraggiato scontri tra la popolazione e il Consiglio supremo delle Forze Armate e tra musulmani e copti [it] egiziani.

In un'intervista pubblicata lunedì 13 giugno sul sito libanese El Nashra, il vice primo ministro egiziano del governo provvisorio Yehia El-Gamal ha rivolto [en, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] a Israele l'accusa di essere fautore della tensione confessionale che opprime il Paese.

Ilan Grapel a Piazza Tahrir

Ilan Grapel a Piazza Tahrir, con un cartello in cui il presidente americano Obama è definito stupido. Foto dal profilo Facebook di Ilan Grapel

Sul blog Bikya Misr, Desmond Shepard riferisce così la notizia:

Secondo quanto riportato dalla Middle East News Agency, Hesham Badawi, della procura della Sicurezza di Stato, ha convalidato l'arresto di Elan Chaim Grabel per un periodo di 15 giorni, con l'accusa di “aver compiuto operazioni di spionaggio in Egitto al fine di ledere gli interessi economici e politici del Paese”.

I funzionari israeliani hanno rigettato le accuse, definendo le fonti dal Cairo inconsistenti.

Il blogger egiziano Hossam El-Hamalawy ha delle riserve sulla faccenda, e facendo riferimento a dati storici mostra come questi episodi siano di solito sospetti:

Nel novembre 1968, quando studenti e lavoratori scesero in piazza ad Alessandria d'Egitto contro il regime nasserista, i mezzi di informazione controllati dallo stato reagirono trasmettendo la notizia dell'arresto di una spia israeliana coinvolta nelle agitazioni (Arab Report and Record, 1-15 dicembre 1968, p. 399)

Mia madre, che partecipò alle proteste studentesche del 1971-72 contro Sadat, ricorda che le Forze di Sicurezza Centrale usavano la forza contro i manifestanti definendoli “agenti israeliani”.

Durante la rivoluzione, una giovane giornalista è apparsa in tv “confessando” di essere stata addestrata dal Mossad con l'obiettivo di fomentare i “disordini” in piazza Tahrir. Ovviamente tutto si è poi rivelato una messa in scena.

Ora, il governo ha annunciato di aver catturato un'altra spia israeliana che raccoglieva informazioni sulle proteste e istigava al caos con l'intento di “ledere gli interessi politici, economici e sociali del Paese e condizionare sfavorevolmente il corso della rivoluzione”, mentre “gli inquirenti sospettano pagasse i manifestanti per ingaggiare scontri con le forze armate e fomentare le tensioni tra musulmani e cristiani”.

Insomma, una vera soap opera.

El-Hamalawy ritiene piuttosto si tratti di una manovra dell'intelligence per impedire che, in futuro, l'esercito sia sottoposto a critiche:

Stavolta, i Mukhabarat [servizi segreti] stanno cercando di mettere insieme uno stupido giochetto per far sì che ogni critica pubblica all'esercito venga immediatamente associata all'operato di spie israeliane. Cosa ancora più importante, i Mukhabarat vogliono convincere la gente che hanno un ruolo di fondamentale importanza per la tutela del Paese contro il rischio di “complotti esterni”. Lo fanno per evitare di subire lo stesso trattamento riservato alla polizia della Sicurezza di Stato.

Cari Mukhabarat, smettetela di trattarci come bambini. Chi diavolo è questo super agente israeliano che, da solo, sarebbe andato in giro per strade e moschee a fomentare le proteste e la rabbia nei confronti dei militari? Andiamo, crescete un po'!

Simili le reazioni su Twitter, dove gli utenti hanno creato un'apposita hashtag [#ElGasoos, la spia] per scherzare sulla notizia.

@MagedZakher: Ops! Ora sanno dove manifestavamo! Piazza Tahrir doveva rimanere un segreto! Oh! Spie!

@ar]mand0z]: الموساد مافيهوش ولا واحد بيعرف يستخدم يوتيوب عشان كدة بعتوا جاسوس
@mand0z: Nel Mossad non c'è nessuno che sappia usare YouTube, è per questo che hanno mandato una spia
@ar]Gue3bara]: بعد البحث فى موبايل الجاسوس تم العثور على نمرة نتنياهو مسجلة بإسم:نتنياهو مهمة ملطوشة
@Gue3bara: Controllando il cellulare della spia hanno trovato il numero di Netanyahu, salvato come “Netanyahu – Missione segreta”
La spia dietro Omar Suleiman

La spia dietro Omar Suleiman – Foto dalla pagina Facebook Ci dispiace, spia

All'inizio della rivoluzione, i sostenitori di Mubarak avevano creato un gruppo Facebook chiamato “Ci dispiace, Presidente”; da allora, quando si vuole prendere in giro qualcuno o qualcosa, basta creare una pagina sul social network con quella stessa espressione. Ovviamente quest'ultima vicenda non fa eccezione, e su Facebook è comparsa la pagina “Ci dispiace, spia” [ar].

Inoltre, il fatto che Ilan Grapel avesse un profilo Facebook pubblico [ora non più disponibile, ndT], contenente informazioni personali e foto che lo ritraevano a Piazza Tahrir e in altre località dell'Egitto, ha reso tutti ancora più sospettosi, e molti si sono chiesti se le vere spie siano davvero così ingenue.

@RAbdellatif: Perdonate il mio scetticismo, ma, secondo voi, Israele manderebbe una spia del suo esercito che ha sul profilo Facebook foto in cui indossa l'uniforme?

@NohaAtef: In Egitto è stata catturata una spia. La gente è andata sulla sua pagina Facebook, ne ha passato in rassegna le foto, poi c'è chi l'ha aggiunta agli amici :D

Al di là dell'ironia e di chi dice [ar] che Israele non ha bisogno di spie, avendo già dalla sua parte Mubarak e il Fondo Monetario Internazionale, c'è chi crede che la storia non sia del tutto inventata, mentre altri danno la colpa alla rivoluzione.

@mrrizkallah: E se ci stessimo sbagliando? Se si trattasse di una vera spia?

@ar]Gemyhood]: سواق التاكس فرحان جدا بالقبض على الجاسوس بيقولى شوفت يا باشا اهى المظاهرات دى والثورة كلها شغل اسرائيل
@Gemyhood: Un tassista era così contento dell'arresto della spia che mi ha detto “Ha visto, signore, le dimostrazioni, la rivoluzione …. alla fine viene fuori che è tutta una cosa israeliana!”

La blogger Zeinobia è della stessa opinione di @mrrizkallah, e critica chi si è preso gioco della vicenda.

Alcuni dei nostri tweep rivoluzionari stanno trasformando la cosa in una commedia, sono sbalordita: sembra che non sopportino neppure l'idea che qui possano esserci delle spie, come avviene in ogni altro Paese; come se l'Egitto non fosse così importante, come se quanto è accaduto non avesse invece rilevanza strategica. I nostri tweep rivoluzionari non sanno che questo episodio potrebbe avere conseguenze negative per Piazza Tahrir, come se non riuscissero proprio ad ammettere che la cosa farà salire le quotazioni del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) e del Servizio Generale di Intelligence (GIS), nelle piazze. “E il bello, guarda caso, è che la gente dice che la polizia dovrebbe prendere esempio dal GIS. “.

Mi duole proprio ammetterlo, ma c'è differenza tra l'opporsi allo SCAF per ragioni politiche e il comportarsi in un modo come questo, che non trovo neppure le parole per descrivere.

Sama Habeeb, infine, scrive su twitter:

@MissPharaoh: Gente, se credete che le “spie israeliane” non esistano siete degli ingenui. E se credete che non esitano neppure le “false spie”, siete doppiamente ingenui.

Questo post fa parte del nostro speciale sulla rivoluzione in Egitto 2011.

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