Dopo Malta anche le Filippine affrontano una legge sul divorzio

Dopo l'intenso dibattito sul “Reproductive Health Bill”, il disegno di legge riguardante la salute riproduttiva, i filippini sono già ai ferri corti su un altro argomento estremamente delicato: la proposta di legge sul divorzio.

Il dibattito ha ricevuto un impulso decisivo quando i filippini hanno appreso che Malta, attraverso un referendum, si è dichiarata a favore del divorzio. La notizia ha incoraggiato i progressisti ad alzare i toni del confronto, per spingere le Filippine – Paese a maggioranza cattolica – a seguire l’esempio di Malta e a legalizzare il divorzio.

Tale questione non è totalmente nuova alla popolazione, ad esempio AttyatWork [en, come i link che seguono] ha recentemente pubblicato una raccolta di punti di vista sull’argomento risalenti a un anno fa.

Filipino Thinkers ha pubblicato un interessante riassunto sullo svolgimento del dibattito e del referendum a Malta. In più, il post fa un parallelo della situazione nelle Filippine e a Malta:

A parte l’happy end che ha reso delle Filippine l’unico Paese in cui non esiste il divorzio, la storia del referendum sul divorzio a Malta presenta numerose somiglianze con il nostro dibattito sulla salute riproduttiva (RH):

entrambi i Paesi sono gli ultimi bastioni del cattolicesimo: Malta in Europa, le Filippine in Asia; entrambi gli Stati sono a maggioranza cattolica: il 95% a Malta, l’80% nelle Filippine; sia nelle Filippine che a Malta, la battaglia si è svolta tra cattolici progressisti e vescovi conservatori. Infine, in ambedue i Paesi, i vescovi conservatori hanno utilizzato la paura per tenere sotto controllo il loro “gregge”.

Per un rapido aggiornamento sulle differenze tra divorzio, annullamento e separazione legale, Lyle R. Santos ha pubblicato una breve guida (laica) sull’argomento.

Con l’approvazione maltese del divorzio, ora le Filippine sono l’unico Stato al mondo che lo proibisce. Per Blue Dela Kanluran, il dibattito sul divorzio non dovrebbe essere limitato solamente a questo fatto:

Come ho accennato prima, la mia posizione è contro il divorzio. Ad ogni modo, non nego il diritto di uno stato sovrano a decidere cos’è meglio per il proprio Paese, come è successo a Malta. (Vedete, quello di Malta è un esempio di separazione tra Stato e Chiesa).

Tutto ciò mi porta a pensare: che effetti avrà (sul dibattito interno) lo stigma di unico Paese al mondo in cui il divorzio è illegale?

Personalmente, penso che ciò potrebbe rendere più difficile l’approvazione di una legge a favore del divorzio, non solo per l’intromissione della Chiesa, ma anche per il già citato stigma (e non è su queste basi che una legge dovrebbe essere discussa).

Cocoy vede la prossima approvazione del “Reproductive Health Bill” e il disegno di legge sul divorzio come un reboot per le Filippine, che potrebbe comportare il passaggio da Stato prevalentemente religioso a Paese laico:

Se la proposta sulla salute riproduttiva diventasse legge, seguita da quella sul divorzio? Questo significherebbe l’inizio di un nuovo corso per le Filippine. Dimostrerebbe che la nazione sta lentamente diventando laica e meno alla mercé del Vaticano.

Come cattolica, la mia opinione è che questa possa essere l’opportunità per la Chiesa per concentrarsi sulle tematiche spirituali. Io voglio dei sermoni e delle indicazioni che mi aiutino a diventare una persona migliore. Non ho bisogno che la Chiesa mi dica cosa non va con il governo. I filippini sanno già cosa non va nella loro nazione. È giunto il momento di risolvere i problemi. Io voglio che la mia Chiesa aiuti la povera domestica che ogni giorno viene picchiata dal marito. Ho bisogno di una Chiesa che tolga i bambini dalle strade e che li aiuti nell’istruzione. Ho bisogno che questa Chiesa sia utile.

Dreamwalker è entusiasta del fatto che questa proposta di legge, a prescindere dale divisioni che crea e dal suo carattere controverso, ha aperto il dibattito all’interno della società, incoraggiando così tutta la popolazione a prendervi parte:

Continuo ad essere sbalordito da come i filippini sembrino essere più attenti a cosa sta succedendo nel Paese e di come essi cerchino di informarsi di più sulle nostre leggi – sia proposte che già approvate. Secondo me, questo non può far altro che bene. Non importa che ci siano pareri opposti. Almeno ora le persone stanno iniziando a impegnarsi di più nelle questioni che riguardano il loro Paese.

Maju sottolinea il fatto che i legislatori filippini dovrebbero dedicarsi alla legge sul divorzio con un occhio di riguardo:

Dovremmo prendere in considerazione quanto buone o cattive siano le leggi sul divorzio esistenti. In molti Paesi, in particolare quelli in cui vige la Sharia, i diritti dell’uomo e della donna nell’ambito del divorzio non sono gli stessi.

Per concludere, è opportuno segnalare un articolo dell’avvocata Connie Veneracion sulle leggi attualmente vigenti nelle Filippine a proposito di annullamento e di separazione legale. In tale post, viene sottolineato come il divorzio possa riempire i vuoti dell’attuale Codice in materia di diritto di famiglia:

Nonostante i margini consentiti dal concetto di incapacità psicologica, è palese che ci sia un vuoto enorme nella disciplina legislativa. L’annullamento è un procedimento legale molto costoso, al di là delle possibilità finanziarie della maggioranza dei filippini. La lavandaia che vive negli slum che subisce le violenze fisiche da parte del marito ubriaco e disoccupato non se lo può permettere. Oltre a queste spese, il processo può essere lungo e tedioso. Finalmente, gli attivisti per il divorzio hanno ricominciato a fare rumore. Come ci si poteva aspettare, la Chiesa Cattolica sta diventando sempre più creativa nell’inventare argomenti contro il divorzio.

È triste vedere come la maggior parte dei filippini non riesca a percepire il matrimonio al di fuori del contesto religioso. È ancora più triste vedere come la maggioranza della popolazione con si consideri sposata a tutti gli effetti se il matrimonio non è avvenuto in chiesa. Davvero molto triste.

Quindi, l’approvazione di una legge sul divorzio riuscirà a colmare le lacune del Codice di Famiglia? Dipende da quali requisiti legali verranno accettati dalla legge come base valida per richiedere il divorzio e dal tipo di procedura che bisognerà seguire. È già capitato che una legge venisse approvata come una specie di pacificatore. Il Congresso può approvare una legge sul “divorzio” caratterizzata da requisiti molto rigidi e da un processo eccessivamente complicato: questa situazione negherebbe nei fatti il vero scopo di un divorzio. Comunque [nonostante la legge sia insoddisfacente], il Congresso si potrebbe vantare di aver approvato una legge sul divorzio. Dubito, però, che questo possa soddisfare le richieste dei progressisti e degli attivisti per il divorzio.

 

Thumbnail di jekert gwapo ripresa da Flickr con licenza Creative Commons (BY-NC-SA 2.0)

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