Cuba: contractor statunitense condannato a 15 anni

Stando a quanto afferma il quotidiano cubano Granma [es], il 12 marzo 2011 Alan Gross, contractor della United States Agency for International Development (USAID) [en, come tutti i link tranne ove diversamente segnalato] nonché cittadino americano è stato condannato a 15 anni di carcere a Cuba: era stato arrestato per aver illegalmente introdotto attrezzature informatiche nel territorio nazionale.

Secondo la legge cubana questo è considerato un “atto contro l'indipendenza e l'integrità territoriale dello Stato”.

Bandiera cubana, immagine di pietroizzo ripresa da Flickr.(CC BY-NC-SA 2.0).

Bandiera cubana, immagine di pietroizzo ripresa da Flickr. Pubblicata con licenza Creative Commons BY-NC-SA 2.0.

Le autorità hanno arrestato Gross all'Aeroporto Internazionale José Martí de L'Avana il 3 dicembre 2009 mentre questi, alla sua quinta visita sull'isola, era in procinto di lasciare Cuba. Gross aveva consegnato apparecchiature informatiche ai membri di una piccola organizzazione civile nel corso del suo incarico come consulente per la Development Alternatives, Inc. (DAI, compagnia privata che si occupa di sviluppo internazionale, che spesso svolge lavori appaltati dall'USAID). Gross era entrato nel Paese con un permesso turistico (anzichè un visto speciale come cooperatore), e non disponeva dell'autorizzazione ufficiale necessaria alla distribuzione di tale materiale.

Pur in assenza di capi d'imputazione, Gross è stato detenuto in un carcere di massima sicurezza cubano per 15 mesi, e al suo processo del marzo 2011 è stato vietato l'accesso ai giornalisti. Le autorità cubane hanno rilasciato solo alcune dichiarazioni generiche in merito al procedimento giudiziario. I reporter che si occupano della vicenda hanno potuto contare solo sui resoconti di alcune delle persone coinvolte, il che ha impedito di chiarire con esattezza ciò che Gross stesse realmente facendo a Cuba.

Phil Peters, autore del blog Cuban Triangle ed esperto di politica cubana, ha smascherato alcuni dei vuoti nella copertura di questa vicenda da parte dei principali media, indirizzando i lettori sui documenti ufficiali cubani e dell'USAID. Questi proverebbero come già nel 1999 il Governo cubano avesse reso illegale per i cubani ricevere assistenza dai programmi dell'agenzia statunitense. In un post scritto subito dopo l'arresto di Gross, Peters ha commentato il punto di vista del Governo cubano su questi programmi:

L'Avana tende a considerare l'USAID come parte del progetto statunitense che, ormai da 50 anni, tenta di provocare un cambio del regime… [Cuba] mette questo programma sullo stesso piano dell'embargo, della Baia dei Porci, e a di una lunga lista di tentativi, segreti o meno, di rovesciare il Governo socialista.

Peters sostiene che indipendentemente da quanto buone potessero essere le intenzioni di Gross, il programma per cui stava lavorando viene considerato come uno strumento per produrre una sovversione politica sull'isola. Il blogger continua:

Una cosa è portare avanti programmi del genere in Paesi dove il Governo locale è privo di opposizione, altro conto è farlo in un Paese comunista che percepisce il programma come una minaccia alla propria sicurezza nazionale.

Gross viene anche citato nel video di “cyberwar” pubblicato nel febbraio del 2011, dove il cubano Eduardo Fontes, esperto di sicurezza informatica, descrive i tentativi americani di minare il Governo cubano tramite l'installazione di punti d'accesso wireless sull'isola, strategia che farebbe parte di una “guerra cibernetica” tra i due Paesi.

Le autorità cubane hanno interpretato simili misure come una minaccia alla sicurezza nazionale, ma questo dipende anche dalla potenza delle tecnologie in questione. Questo ci porta quindi alla domanda: cosa ha veramente portato Gross sull'isola? Su questo argomento, lo studioso di Cuba e blogger Larry Press fa notare delle discrepanze nelle versioni riportate da differenti media, si va dalle “sofisticate attrezzature di comunicazione satellitare” (Raúl Castro, citato dal Washington Post), a “cellulari, laptop e altre apparecchi di comunicazione” (The New York Times), a stazioni satellitari “BGAN” (El Progresso).[es][Nota – BGAN sta per Broadband Global Area Network]

Scrive Larry Press:

Supponiamo che abbia portato di tutto -cellulari, laptop e stazioni satellitari BGAN- e che stesse facendo ciò sotto contratto per la USAID. Quanto danno avrebbe potuto fare? E’ sempre più facile reperire cellulari e laptop a Cuba, quindi questi non avrebbero fatto tanta differenza. E riguardo alle stazioni BGAN, potrebbero queste essere usate per connettersi a Internet illegalmente? Ho discusso sulla limitata capacità di queste attrezzature in un post precedente — un numero ridotto di stazioni BGAN non avrebbe un grande impatto.

[…]

Senza voler prendere posizione sul diritto di Stati Uniti e USAID di intromettersi negli affari cubani, sull'efficacia stessa di queste intromissioni o sulle motivazioni di Alan Gross, sembra comunque chiaro che quello che si pensa Gross abbia tentato di fare non avrebbe determinato grandi conseguenze anche in caso di riuscita.

Indipendentemente dal potenziale impatto (vero o presunto) di ciò che Gross ha cercato di fare, è chiaro che il Governo cubano ha scelto di perseguire penalmente Gross in quanto rappresentante di un programma che viene percepito come una minaccia per l'indipendenza nazionale. Molti gruppi di pressione che si occupano di Cuba stanno usando questo caso a supporto delle loro tesi sulla necessità di sopprimere definitivamente questo tipo di programmi, ma rimane da vedere che conseguenze ci saranno.

Il blogger cubano Iván García ha commentato:

“il vero nemico di Castro non è Gross. L'americano non è altro che una buona moneta di scambio, utile per negoziare con gli yankee. O da sfruttare come show politico”.

Se Gross sarà fortunato, gli USA troveranno modo di negoziare il suo rientro a casa con il Governo cubano, e si potrà cominciare ad affrontare le problematiche reali.

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