Giordania: i social media contro un progetto governativo di deforestazione

Il Governo giordano ha pianificato la costruzione di una nuova accademia militare nella foresta di Ajloun [en, come gli altri link dell'articolo, tranne ove diversamente segnalato], una delle poche aree boschive ancora esistenti sul territorio nazionale. La realizzazione dell'opera richiederà l'abbattimento di 2200 alberi, incluse alcune specie a rischio di estinzione ed esemplari di oltre 500 anni d'età. Gli ambientalisti sono insorti contro il progetto e hanno dato vita alla campagna “Fermate la deforestazione di Ajloun”: i movimenti ecologisti già attivi da tempo, coadiuvati da gruppi formatisi per l'occasione, hanno lanciato una petizione online che è stata presentata il 18 gennaio 2011 alla commissione Sanità e Ambiente della camera bassa del Parlamento giordano.

In base a quanto riportato sulla pagina di Twitter dedicata alla campagna, l'incontro in sede parlamentare ha dato i suoi frutti: il Ministro dell'Ambiente si è dichiarato favorevole a congelare il progetto in attesa che venga condotta una valutazione di impatto ambientale; la scelta della regione di Ajloun per la costruzione dell'opera è stata confermata ma verrà utilizzato un sito che richiederà l'abbattimento di un numero inferiore di piante. Infine tutte le informazioni sul progetto verranno rese pubbliche. I movimenti ecologisti, che si sono presentati all'incontro con ben 452 firme raccolte online, puntano a proseguire la petizione per raccogliere più adesioni da portare a supporto di future riunioni.

La campagna per la salvaguardia di Ajloun è stata condotta interamente in Rete, grazie ai blog, Facebook e Twitter: gli ambientalisti hanno fatto uso della piattaforma indipendente 7iber.com per informare la popolazione di come il progetto fosse in aperta violazione della legge giordana:

L'articolo 28 della legge agraria giordana si riferisce specificamente alle zone forestali e stabilisce che per nessun motivo è possibile delegare, assegnare, vendere o commerciare terreno forestato a privati o organizzazioni di qualsivoglia natura… Il progetto violerebbe anche l'articolo 35 della stessa legge che stabilisce il divieto di abbattere, distruggere o danneggiare in qualsiasi modo essenze boschive, piante perenni o piante selvatiche rare o a rischio di estinzione.

Inoltre il progetto non è conforme alla legge sull'ambiente n. 25 del 2006, sezione 13, in cui si afferma che tutte le organizzazioni, imprese o società o qualsiasi altro soggetto le cui attività possano avere ripercussioni negative sull'ambiente, in qualsiasi modo, sono obbligate ad allegare al loro progetto una valutazione di impatto ambientale al fine di sottoporlo alla valutazione dal Ministero dell'Ambiente, cui spetta la decisione a riguardo.

Secondo Naseem Tarawnah questa situazione è da ricondursi all'apatia culturale e alla cattiva gestione del Governo:

Purtroppo il nostro sistema educativo e la società in generale non ci insegnano molto sul rispetto per la natura, l'ambiente o gli alberi. Molti tagliano gli alberi, abbandonano rifiuti nelle aree boschive e rompono persino i rami quando si trovano in prossimità delle piante e non hanno di meglio da fare… per cui, sì, abbattere 2200 alberi ad Ajloun – una regione che molti giordani visitano per stare all'aria aperta e che è una delle poche zone rimaste a beneficiare di copertura boschiva – non è solo sorprendente, è proprio folle…

Ricordo che l'ultima volta che la foresta di Ajloun è stata minacciata risale a quando l'attuale primo ministro Samir Rifai era a capo della Jordan Dubai Capital, una società di investimenti che aveva in progetto di sradicare 100 alberi per costruire un hotel. Allora la Royal Society for the Conservation of Nature aveva lanciato una campagna nazionale, condotta per una buona parte online, ed era riuscita a scatenare un acceso dibattito risoltosi con il blocco del progetto.

Forse nulla di tutto questo è legittimo. Se non c'è stata una V.I.A. [valutazione di impatto ambientale], è stata infranta la legge. E se invece è stata condotta e il responso è stato “Sì, va bene, andate avanti e abbattete 2200 alberi” allora c'è qualcosa di veramente sospetto. In ogni caso, che la legge sia stata rispettata o meno, il risultato non è legittimo.

Mahmoud Lattouf ha espresso la sua preoccupazione al Governo, rivolgendo una domanda direttamente al Primo Ministro Rifai:

S.E. @SamirAlRifai, possiamo avere una spiegazione riguardo alla deforestazione in atto a #Ajloun? CC: @PrimeMinistry @SaveAjlounTrees #Jo #Jordan

Hussein Rugibani scherza:

Spettabile Sandhurst [it], 2200 alberi saranno abbattuti per costruire la tua accademia. Cordiali saluti, #Jordan #Ajloun #ENVIORNMENT http://bit.ly/hV7HwZ

Molti, come Bashar Alaeddin, sono indignati dal fatto che non sia stato scelto un sito diverso:

Non capisco, proprio non capisco, accidenti!!! Di TUTTI i posti che ci sono in Giordania (#Jo) per costruire un'accademia… perché hanno scelto #Ajloun, santo cielo ?!?!?

Hamzeh Nassif si chiede:

Chi è il genio che ha avuto l'idea di abbattere 2000 alberi in una foresta per costruire… un'accademia? Perché non costruirla accanto alla foresta? #Jo #Ajloun

Mohammed Mahasneh esorta:

Le foreste rappresentano solo l'1% del territorio giordano. Proteggiamole #Ajloun #Jo

Per ulteriori sviluppi e per conoscere le sorti dell'accademia militare e dei 2200 alberi si possono seguire l'hashtag #ajloun e la pagina @SaveAjlounTrees su Twitter e “Fermate la deforestazione di Ajlun” su Facebook.

AGGIORNAMENTO: La campagna per la salvaguardia della foresta di Ajloun continua e la petizione online ha già raccolto più di 1000 firme. In attesa dell'esecuzione della valutazione di impatto ambientale non è ancora dato sapere se il progetto di costruzione verrà bloccato definitivamente o meno. Questa vicenda assume particolare rilevanza alla luce del fatto che le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2011 come “L'anno internazionale delle foreste“.

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