Colombia: braccio di ferro tra governo e autotrasportatori

Il 2 febbraio gli autotrasportatori colombiani [es, come tutti i link che seguono tranne ove diversamente indicato] hanno indetto uno sciopero nazionale per protestare contro le riforme del Governo che vogliono abrogare l'attuale sistema tariffario in vigore per il trasporto delle merci. Secondo quanto riportato dal portale La silla vacía, il tariffario “garantisce un prezzo minimo per il trasporto delle merci sul territorio nazionale dal 1997″. Pablo Mogollón, vicepresidente dell'Associazione Colombiana degli Autotrasportatori (ACC), ha chiarito che si tratta di “un provvedimento del Governo che punta ad aumentare la competitività del Paese a discapito dei redditi dei camionisti. Senza un tariffario minimo di riferimento, infatti, gli industriali si prenderanno la libertà di pagare quanto gli pare e con le tempistiche che desiderano”.

Di conseguenza, all'inizio di febbraio si è dato il via a una mobilitazione della categoria che ha ridotto parzialmente la movimentazione di merci sul territorio nazionale: con il passare dei giorni la protesta si è intensificata e ha visto l'adesione di un numero sempre maggiore di autotrasportatori che hanno deciso di bloccare con i loro camion diversi punti nevralgici della rete stradale colombiana.

Lo sciopero degli autotrasportatori è diventato uno dei temi più caldi sia sui mezzi d'informazione nazionali che sui citizen media, in particolare quando, il 15 febbraio, sono state rilanciate le notizie di disagi e blocchi del traffico nella capitale Bogotà [it] causati da un crescente numero di mezzi pesanti che paralizzavano le principali vie di comunicazione, specie nella zona ovest della città.

Autotrasportatori a Bogotà, 15 febbraio 2011

15 febbraio 2011: paralisi della rete viaria a Bogotà a seguito dello sciopero degli autotrasportatori (Foto gentilmente concessa da @Lardila83)

Su Twitter, l'hashtag #parocamionero (sciopero dei camionisti) viene usato per rilanciare le notizie riguardanti il fermo degli autotrasportatori mentre i netizen si sono divisi tra chi appoggia la protesta di questa categoria e chi la critica per i disagi e il caos che provoca nella viabilità cittadina.

Steven M Palma (@Stemuo) si schiera dalla parte degli autotrasportatori:

Yo estoy con los camioneros. De lógica y razón tanta gente no puede estar protestando por ocio #parocamionero

Io sto con gli autotrasportatori. Per una questione di logica, non è possibile che così tante persone si mettano a protestare così, tanto per fare #parocamionero

Daniel Carrera Osorno (@dacaos_212) ricorda invece che l'aggravio di costi per i carburanti non colpisce solo gli autotrasportatori:

Todos deberiamos unirnos al #parocamionero, todos somos victimas del sobrecosto de la gasolina, todos hacemos uso del transporte.

Tutti dovremmo unirci allo sciopero degli autotrasportatori (#parocamionero), siamo tutti soggetti all'aggravio dei costi per la benzina, usiamo tutti i mezzi di trasporto

Secondo l'utente di Twitter @culebr0, il Governo è pienamente responsabile di quanto è successo mentre Camilo Andrés Suárez (@Kami_an) ha reso pubbliche le peripezie che ha vissuto la sua segretaria a causa della paralisi di alcune grandi arterie di Bogotà che, di conseguenza, ha interrotto le linee del trasporto pubblico. La sua segretaria è arrivata a casa a tarda notte proprio per la difficoltà di trovare mezzi pubblici in servizio:

ahora la secre de la empresa me cuenta las peripecias que tuvo que pasar anoche para llegar a su casa a las 12AM, gracias#parocamionero!!

Ora mi tocca anche sentire la segretaria dell'azienda che mi racconta le peripezie che ha vissuto ieri sera per arrivare a casa a mezzanotte, grazie sciopero degli autotrasportatori (#parocamionero)!!

Inoltre la segretaria gli ha raccontato di centinaia di persone costrette a raggiungere le loro rispettive destinazioni a piedi prima del collasso della rete viaria:

Me dijo que gracias a #parocamionero cientos de personas tuvieron que caminar para llegar a sus casas, con peleas, robos, inseguridad y frio

Mi ha detto che a causa dello sciopero degli autotrasportatori (#ParoCamionero) centinaia di persone hanno dovuto camminare fino a casa loro, nonostante la violenza, i furti, l'insicurezza e il freddo
Autotrasportatori a Bogotà, 15 febbraio 2011

15 febbraio 2011: la protesta degli autotrasportatori a Bogotà (Foto gentilmente concessa da @Lardila83)

Coloro che invece si sono schierati contro le proteste degli autotrasportatori, motivano la loro scelta con i disagi provocati alla mobilità cittadina e con il deperimento dei prodotti alimentari stoccati nei container. Secondo Camilo de Guzmán (@CamiloDeGuzman):

Ceder ante bloqueos q atentan contra la movilidad ciudadana, el orden publico y la economía distrital es validar el #chantaje#parocamionero

Piegarsi davanti a dei blocchi stradali che mettono in ginocchio la mobilità cittadina, l'ordine pubblico e l'economia locale significa cedere a un ricatto (#chantaje) #parocamionero

JaBn (@antimonetario) scrive:

Gente en el mundo que se muere de hambre y la comida pudriendose en un contenedor #parocamionero

C'è gente a questo mondo che muore di fame e qui il cibo marcisce in un container #parocamionero

Rose Viatella (@RViatella) da voce a un sentimento comune a molte persone che hanno subito disagi a causa dello sciopero:

Ay! que el paro se arregle pronto, no es justo que uno tenga que pagar las consecuencias #ParoCamionero

Ah! Speriamo che lo sciopero finisca presto, non è giusto che uno debba pagare le conseguenze delle proteste degli autotrasportatori (#ParoCamionero)
AGGIORNAMENTO: L'incontro del 15 febbraio tra i rappresentanti sindacali degli autotrasportatori e il vicepresidente colombiano Angelino Garzón non ha portato alcun accordo e non è riuscito a porre fine alla protesta. La trattativa tra le parti è ripresa nei giorni successivi non senza difficoltà ma dopo 15 giorni dall'inizio della protesta e quattro giorni di blocco veicolare sulle principali vie di comunicazione del paese, nella notte del 17 febbraio è stato raggiunto un accordo. In Colombia il settore dei trasporti lamenta diversi problemi e non è la prima volta che nel paese si verificano proteste di questo tipo. Tuttavia, il braccio di ferro tra Governo e autotrasportatori è stato il primo conflitto sociale con cui ha dovuto fare i conti Juan Manuel Santos [it] da quando ha assunto la carica di Presidente nell'agosto 2010.

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