Algeria: violenza e arresti alle manifestazioni del 12 febbraio

In Tunisia e in Egitto, le manifestazioni pro-democrazia sono riuscite a spodestare due dittatori ma in Algeria, almeno fino ad ora, le autorità sono riuscite a contenere le proteste cominciate all'inizio di gennaio, sull'onda della rivolta tunisina [it] .

Manifestazioni in Algeria

Manifestazioni in Algeria. Foto riprese dalla pagina Facebook del partito RCD Algérie

Su YouTube e su Facebook sono stati rilanciati alcuni video che testimoniano la presenza di migliaia di manifestanti: quello che segue è stato caricato il 12 febbraio intorno alle 11 del mattino (ora di Londra) e mostra l'arresto di vari attivisti durante uno scontro tra polizia e manifestanti.

 

 

Le fotografie dei feriti durante la manifestazione hanno cominciato a circolare sui social media. La seguente immagine, ad esempio, ritrae il parlamentare algerino Derguini Boubekeur, che ha riportato alcune contusioni durante gli scontri:

Derguini Boubekeur, deputato algerino

Il parlamentare algerino Derguini Boubekeur ferito durante le manifestazioni. Foto ripresa dalla pagina Facebook del partito algerino RCD Algérie

In Algeria, i blogger e gli utenti di Twitter hanno rilanciato diversi aggiornamenti relativi alle manifestazioni.

L’11 febbraio [fr, come gli altri link eccetto ove diversamente indicato], Nidhal nel blog Algérie-politique ha scritto:

Alger. 19h00. Des dizaines de policiers anti émeutes ont encerclé le siège régional du RCD à Didouche Mourad à Alger.

Algeri, ore 19:00. Dozzine di agenti antisommossa circondano la sede regionale del RCD [en] sulla Rue Didouche Mourad.

È più che evidente che i movimenti rivoluzionari in Tunisia e in Egitto rappresentano un modello per gli Algerini.

Il blog Algèrie Politique riferisce la notizia del decesso di un disoccupato trentaseienne che si è dato fuoco nella città orientale di El Oued [it]:

Ce vendredi, un chômeur de 36 ans qui s'était immolé par le feu dans la ville d'El Oued, à l'extrême est de l'Algérie, a succombé à ses brûlures. Lotfi Maamir, père de six enfants, est mort au service des grands brûlés de l'hôpital de Douera, dans la banlieue sud-est d'Alger, selon cette source. Il s'agit du quatrième décès par immolation enregistré en Algérie depuis la mi-janvier.

Un disoccupato trentaseienne è deceduto venerdì 11 febbraio a causa delle ustioni riportate dopo essersi dato fuoco nella città di El Oued, nella parte orientale dell'Algeria. Secondo le nostre fonti, Lofti Maamir, padre di sei figli, è deceduto nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Douera, nella periferia sud-est di Algeri. Dalla metà di gennaio, si tratta del quarto algerino che decide di suicidarsi in questo modo.

Subito dopo la destituzione di Mubarak in Egitto, il blog algerino Djazair avant tout ha pubblicato la seguente vignetta, che fa riferimento alle partite di calcio tra le nazionali egiziana e algerina dell'anno scorso, a cui sono seguiti violenti scontri in varie città e che recita:

Mubarak cacciato dal potere: Egitto 1 – Algeria 0. Vogliamo la rivincita. Vattene Boutef [it] (il soprannome del Presidente algerino)

Vignetta di Dilem

Il fumettista algerino Dilem reagisce alla deposizione di Mubarak nel blog Djazair avant tout

Manifestazioni di protesta sono state segnalate anche nella città di Orano [it], secondo quanto riportato da vari blog, che hanno rilanciato aggiornamenti e video.

Un utente Facebook ha pubblicato il seguente aggiornamento riguardo alla marcia del 12 febbraio:

Les jeunes envoyées par la police pour agresser les manifestants se sont retournés contre leurs sponsors. Ils se sont mêlés aux manifestants pour scander Bouteflika dégage. Ils expliquent leur retournement par le fait qu'ils ont été manipulés

I giovani assoldati dalle forze dell'ordine per aggredire i manifestanti si sono ribellati ai loro mandanti. Si sono schierati con i manifestanti e hanno lanciato slogan contro il Presidente Bouteflika. Hanno spiegato il loro voltafaccia dicendo di essersi sentiti manipolati dalla polizia.

Su Twitter, gli utenti algerini usano l'hashtag #feb12 per chiedere sostegno e portare avanti la loro lotta.

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