Russia: storie di successo dell'attivismo online

Mentre oltreoceano gli analisti di Internet sono impegnati a discutere [en] se l'uso della tecnologia apporti o meno cambiamenti sociali e politici, in Russia i blogger danno il loro umile contributo a una causa di cui probabilmente ignorano l'esistenza. Le loro vittorie appaiono esigue, e il loro impatto potrebbe essere facilmente attribuito a un errore statistico, ma questi successi sono una realtà.

Le storie dei successi ottenuti dalla blogosfera russa negli ultimi mesi hanno una cosa in comune: grazie al sostegno dei media online, si sono concluse tutte con decisioni che  hanno aiutato la gente a difendere i propri diritti.

Porre rimedio alle oscenità e alle ingiustizie

A maggio del 2010, Difgat Khantimerov, 44 anni e responsabile del distretto di Yermekeevo in Baschiria, è stato ripreso in un video in cui ordinava agli alunni di una scuola di pallavolo di baciargli i piedi mentre facevano le flessioni. Un approccio così “creativo” all'educazione fisica ha attirato l'attenzione dei blogger e, in pochi mesi, il video pubblicato su YouTube dall'utente ermekeevo2010 [rus, come tutti gli altri link] è stato visto oltre 300.000 volte:

Ci sono voluti tre mesi e mezzo prima che il video venisse ripreso dalle testate tradizionali. Una delle cause di questo ritardo è attribuibile a Khantimerov che, indignato per la distribuzione incontrollata del filmato, ha ordinato agli ISP (Internet Service Provider) locali di annullare tutti i lavori sullo sviluppo della banda larga nel distretto di Yermekeevo.

Altro motivo è il fatto che nessuno dei bambini umiliati volesse attirare l'attenzione sull'accaduto. Alla fine, comunque, Khantimerov, non ha potuto sottrarsi alle proprie responsabilità. Non appena le testate tradizionali (tra cui lenta.ru e rg.ru) hanno rilanciato l'iniziativa dei blogger, il presidente della Baschiria ha ordinato le dimissioni dell'ufficiale. In seguito, Khantimerov ha chiesto scusa per aver umiliato i ragazzi.

Lilia Gumerova, difensore civico per l'infanzia in Baschiria nonché la donna che ha reso pubblica la vicenda, non avrebbe raggiunto neanche una minima parte di tutto ciò, senza la foto-camera di un cellulare, YouTube e i netizen scandalizzati.

Indagini in crowdsourcing

La storia di Anna Buzilo (Vladivostok) rivela come queste indagini collettive possano essere più efficienti di quella della polizia. Anna, 25 anni, è sparita il 14 giugno del 2010. Tre giorni dopo su un forum di Vladivostok, drom.ru, Kripton ha aperto un thread per chiedere l'aiuto degli utenti. Il 18 giugno, il blogger  LeRoN ha posto una domanda apparentmente banale:

Кстати, она со своим парнем не ссорилась?

A proposito, aveva mica litigato con il suo ragazzo?

Solo a settembre, una volta scoperto l'assassino di Anna,  LeRoN si è reso di quanto fosse vicino alla verità nel porre tale domanda.

Intanto oltre 500 utenti di drom.ru si sono uniti agli amici e ai parenti di Anna per cercare lei e  il suo assassino o rapitore. Il blogger Bedaan ha istituito un fondo cassa per pagare la benzina ai volontari che stavano cercando una qualsiasi traccia di Anna. Alcuni utenti hanno portato i cani poliziotto a cercare nei posti più remoti della città, altri hanno usato dei canali privati per risalire ai tabulati del suo cellulare tramite l'azienda telefonica.

Tre mesi dopo la scomparsa di Anna, Pavel, il suo ragazzo, ha ammesso di averla rapita e di chiedere 130.000 dollari di riscatto. È stato immediatamente arrestato. Secondo le dichiarazioni rilasciate in un’intervista da uno dei volontari, gli utenti del forum la consideravano da tempo come l'ipotesi più probabile. Poi Pavel ha confessato l'omicidio, rivelando dove aveva nascosto il corpo di Anna.

Senza forum come drom.ru il caso non sarebbe mai stato indagato così a fondo.

Un'altra vicenda ha interessato la regione di Ekaterinburg, dove tre auto terrorizzavano gli automobilisti locali, ignorati dalla polizia. In un degli atti vandalici, gli autisti delle “tre auto nere targate Tjumen'” [una regione vicina] hanno distrutto un'auto scelta a caso.

Su LiveJournal l'utente pilgrim-67 ha preso ad analizzare il caso. [L'account di pilgrim-67 risulta ora essere stato sospeso da LiveJournal]. In base alle osservazioni e alle foto del forum locale, è riuscito a identificare le targhe delle macchine, per poi risalire ai proprietari e ai loro account su Odnoklassniki.ru, un social network locale. Ha così raccolto tutte le informazioni personali dei colpevoli, oltre a scoprire come questi delinquenti della strada, che operavano in totale impunità, fossero legati amembri del partito “Russia Unita” della regione di Tjumen.

Dopo l'investigazione di pilgrim-67, anche la polizia si è data da fare arrestando un altro dei colpevoli. Ancora una volta, i social media hanno svolto due funzioni, quella di investigare e di esercitare la pressione sociale.

Esporre la corruzione

In questa sede abbiamo già parlato del ruolo della community di LiveJournal come strumento di trasparenza. L'impatto dei singoli blogger, come Alexey Navalny e Ivan Begtin, si è fatto ancor più importante nelle ultime settimane: hanno evitato un furto di 1,8 milioni di dollari.

Il 15 ottobre 2010 Yevgeniy Lerner (evgeniy1001 su LiveJournal) aveva pubblicato un post intitolato “55 milioni di rubli in 16 giorni? Un social network del Ministero della Salute”,  in cui segnalava una strana gara d'appalto indetta dal Ministero, con spesa prevista di 1,8 milioni di dollari in quasi due settimane. Qualsiasi esperto in info-tech poteva capire come fosse impossibile realizzare quel progetto nel periodo di tempo previsto.

Alexey Navalny, Ivan Begtin e altri blogger hanno così lanciato una campagna per attirare l'attenzione sulle condizioni sospette del bando di gara, riuscendo infine a imporre sia le dimissioni del funzionario responsabile dell'indizione dell'appalto sia l'annullamento della gara stessa.

Questo caso ha suggerito a Navalny l'idea di proporre agli esperti di servizi informatici del Paese di valutare i futuri progetti governativi sull'info-tech onde confutare ogni sospetto. Dopo l'appello altri due bandi d'appalto sono stati immediatamente cancellati. Navalny ha ammesso che riteneva, purtroppo, non esistesse alcun bando di gara “pulito” in quel settore.

Tutti questi casi sembrano provare che i new media possano cambiare le cose in ambiti in cui prima non era possibile far nulla.

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