USA: Digital Activism Decoded, libro prezioso per l'attivismo digitale

L'intervista che segue è stata originariamente pubblicata su Netsquared.org [en, come tutti i link seguenti], e riguarda il un nuovo libro, Digital Activism Decoded (L'attivismo digitale decodificato), curato da Mary Joyce.

Sul libro:Il libro Digital Activism Decoded e la sua autrice
In tutto il mondo si usano le tecnologie digitali come strumento di pressione per ottenere cambiamenti sociali e politici. Eppure, nonostante siano state pubblicate, discusse, esaltate e derise [molte] storie in proposito, i meccanismi sottesi all'attivismo digitale sono ancora poco chiari ai più. Questo nuovo ambito, con le sue dinamiche, le sue pratiche, i suoi malintesi e le sue prospettive sono presentati insieme per la prima volta nel libro Digital Activism Decoded.

Su Mary Joyce:
Mary è nota come relatrice, formatrice, scrittrice, consulente e opinionista nel campo dell'attivismo digitale. È anche fondatrice di due organizzazioni senza scopo di lucro: Meta-Activism Project, che cerca di trovare le modalità migliori per sviluppare l'attivismo digitale, e DigiActive, che pubblica le best practice nell'attivismo digitale da tutto il mondo. È stata anche responsabile operativo per i new media nella campagna 2008 del Presidente Obama.

D. Come nasce il tuo interesse per l'attivismo digitale?

Ho iniziato a interessarmi all'attivismo politico di base nei paesi in via di sviluppo, e tutto cominciò ad apparirmi chiaro nel 2005, quando da studente Fulbright mi trovavo in Marocco per svolgere ricerche sul tema. Era la prima volta che vedevo questo tipo di attivismo, e mi ha molto ispirata. Lo stesso anno ho partecipato al primo Summit di Global Voices, a Londra. Lì ho scoperto l'ascesa dei blog, del social tagging e del giornalismo partecipativo, e allo stesso tempo mi sono resa conto che molti attivisti politici con limitate risorse economiche avevano bisogno di organizzarsi e diffondere il proprio messaggio. Ho individuato un collegamento naturale tra questi due campi, e più approfondivo il tema, più imparavo, più questi collegamenti diventavano importanti e interessanti.

D. Raccontaci qualcosa in più su Digital Activism Decoded e su cosa lo rende così speciale.

Questo non è il primo libro a trattare di attivismo digitale, ma è il primo tentativo di mappare il campo nella sua totalità. Sono state già pubblicate delle guide per istruire gli attivisti all'uso delle più comuni applicazioni come i blog o i social network. Sono usciti anche testi accademici che analizzano l'effetto di Internet o della telefonia mobile sulle dinamiche politiche, sia nelle cosiddette democrazie ricche, dove i politici usano Twitter, sia in regimi repressivi. [Anche] i best sellers hanno tentato di spiegare il mondo digitale in evoluzione, compreso l'impatto sull'attivismo.

Questo libro tenta di convogliare in un solo luogo tutte queste tematiche. Il libro inizia con un capitolo sui contesti (infrastrutturali, sociali, politici, economici), quindi si rivolge alle pratiche dell'attivismo digitale (sia costruttive che distruttive) e infine tenta un bilancio degli effetti dell'attivismo digitale, valutando le opinioni di ottimisti e pessimisti.

D. Digital Activism Decoded è un'antologia di lavori scritti da parecchi autori. Con quali criteri hai scelto gli autori dei contributi e gli argomenti?

Molti autori sono giovani studenti da tutto il mondo, altri sono attivisti, consulenti del settore privato e persino futuristi. Vengono dal Brasile e dagli Stati Uniti, dalla Grecia e dalla Danimarca… Assemblando il gruppo di autori volevamo mettere insieme delle menti innovative che riflettessero in pieno la diversità dell'attivismo digitale, che comprende teoria e pratica, scienza politica e informatica, opinoni appassionate e analisi statistiche meticolose. Gli argomenti sono stati decisi in base al campo di competenza dell'autore e dai contenuti di cui secondo me il libro aveva bisogno. Molti autori sono colleghi con cui ho lavorato su differenti progetti, altri non li ho mai incontrati prima d'ora… miracoli della rete.

D. Che consiglio daresti alle persone che hanno appena iniziato con l'attivismo politico online?

Iniziare con la strategia dell'attivismo e ricoprirla di di tecnologia digitale. Molti attivisti digitali cominciano a usare gli strumenti senza aver mai padroneggiato gli elementi base di una campagna come obiettivo, messaggio, pubblico e azione. I media digitali sono l'ultimo dei problemi che un attivista deve porsi, e non li affronterà nel modo giusto finché non si avrà affrontato altre questioni strategiche.

D. Ci sono reti o risorse disponibili a cui gli attivisti digitali possono collegarsi o da cui possono attingere insegnamenti?

DigiActive esamina più di 200 casi di attivismo digitale in tutto il mondo che presentano strumenti nel contesto di una campagna. The Alliance for Youth Movements disporrà di risorse analoghe, divise in linee guida e post, per il suo lancio di quest'anno. Blog come Beth's Blog contengono informazioni più particolareggiate su come adoperare gli strumenti digitali specifici per l'attivismo, e consiglio il nuovo libro di Beth, “The Networked Nonprofit” per una prospettiva più ampia sulle possibilità di coinvolgimento delle organizzazioni senza fine di lucro nel mondo digitale.

D. Ci puoi citare un aneddoto particolarmente interessante o un esempio tratto dal libro che vorresti condividere?

È interessante che tu utilizzi questo termine, poiché uno degli argomenti del libro è proprio la necessità da parte nostra di smetterla con l'approccio all'attivismo fondato sull'aneddoto. L'abbondanza di aneddoti non fa che frammentare la nostra comprensione e fornisce sia agli ottimisti che ai pessimisti le munizioni con cui si combattono in dibattiti inestricabili circa il valore dell'attivismo digitale, ciascuno forte del proprio cumulo di aneddoti. Abbiamo bisogno di iniziare a valutare assunti e teorie con un'analisi e dei dati rigorosi.

D. Cosa hai imparato dall'editing di Digital Activism Decoded?

È stata l'unica, e la migliore esperienza di apprendimento sull'attivismo digitale della mia vita! Ho imparato molto, non soltanto dagli autori, che hanno condiviso la loro competenza nei capitoli che hanno scritto, ma anche dalla procedura. Quando sono stata costretta a definire su carta il campo dell'attivismo digitale, improvvisamente ho percepito l'esigenza di essere più rigorosa, imparziale e scettica. Questo approccio mi ha aiutato a vedere non soltanto quello che sappiamo dell'attivismo digitale, ma anche la grande quantità di cose che non sappiamo. È stata un'esperienza fondamentale.

D. In che modo è possibile reperire una copia di Digital Activism Decoded e seguire il tuo lavoro?

È possibile scaricare il libro gratuitamente all'indirizzo Meta-Activism.org/book oppure acquistare una copia cartacea su Amazon. Il mio blog è Meta-Activism.org/ideas, Twitter: @mary_joyce, e il mio sito personale è MaryJoyce.com

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