Porto Rico: un accordo con l'università sancisce la fine di 60 giorni di sciopero degli studenti

Viene descritta come una vittoria storica. Nell'ultima assemblea studentesca nazionale, migliaia di studenti dell’Università statale di Puerto Rico (UPR) [es, come tutti gli altri link] hanno ratificato l'accordo raggiunto fra il Comitato Nazionale Studentesco per la trattativa (NCC) e l'amministrazione dell'università, portando a termine uno sciopero durato 60 giorni che ha paralizzato l'attività di dieci degli undici campus della UPR. Tra i maggiori accordi raggiunti, l'amministrazione della UPR non imporrà misure disciplinari contro gli studenti che hanno partecipato allo sciopero né alcuna tassa di registrazione per il primo semestre accademico che inizia ad agosto 2010. Gli studenti hanno anche approvato un voto di protesta “preventivo” nel caso il consiglio di amministrazione imponesse un'analoga tassa straordinaria nel gennaio 2011.

Poster del Comitato Nazionale Studentesco, ripreso da upresunpais.com

Poster del Comitato Nazionale Studentesco, ripreso da upresunpais.com.

L'iniziativa degli studenti è iniziata subito dopo la fine dello sciopero. Il governatore Luis Fortuño, a difesa dell'entità statale, ha aumentato i membri del consiglio di amministrazione della UPR da 13 a 17, dando la possibilità al Governo di inserirne altri politicamente vicini al partito al potere. Il comitato ha inoltre approvato una legge dove si stabilisce il voto diretto e segreto come unico meccanismo da usare nelle assemblee studentesche, escludendo il sistema del voto per acclamazione. La UPR e il consiglio di amministrazione hanno deciso far causa a 21 studenti attivisti, per poi sospenderla come parte dell'accordo di mediazione (I giudici hanno poi rigettato la querela). Il capo dello staff, Marcos Rodríguez Emma, ha invalidato pubblicamente gli accordi fra gli studenti e l'amministrazione della UPR – regolati da una Corte e mediati da un ex giudice –  definendoli “solo un pezzo di carta”. Gli studenti e altri gruppi della società civile hanno protestato pubblicamente contro questa decisione e questi toni.

I blogger hanno variamente commentato la fine dello sciopero e la situazione della UPR. Iván Chaar-López, laureatosi alla UPR e attivista studentesco, assicura che questo è stato il primo “sciopero post-moderno”, perchè fa affidamento su una rete decentralizzata, integra diverse etiche, conta sulla molteplicità e sulla diversità, e si basa su posizioni simboliche:

Después de más de ocho semanas de paro y huelga, el  movimiento estudiantil logró conquistar sus reclamos. De nada sirvieron las críticas cínicas del inmovilismo ni la retórica fuertemente  parodiada de la “mayoría silente”. No valieron mucho las alusiones a la falta de gasolina en el tanque porque no se analizó la extensión de la  pista. La Huelga Creativa contó, desde su inicio el 21 de abril, con el apoyo y la solidaridad de grandes sectores de la población y del  estudiantado. Si no hubiera sido así, ésta hubiese sido fácilmente
derrotada por los sectores anti-huelga.

Dopo oltre otto settimane di scopero, il movimento studentesco ha raggiunto i propri obiettivi prepostisi. Il cinico criticismo delle immobili struture pubbliche e la retorica di scherno della “maggioranza silenziosa” sono state inutili. I commenti secondo cui il movimento degli studenti stesse esaurendo benzina sono stati smentiti perchè non tenevano conto della lunghezza della pista. Lo sciopero creativo ha avuto, fin dall'inizio del 21 aprile, il sostegno e la solidarietà di grandi settori della popolazione e degli studenti. Senza tale sostegno sarebbe stato facilmente battuto dai gruppi che vi si opponevano.

Studenti universitari; foto di Ricardo Alcaraz, ripresa con licenza Creative Commons

Studenti universitari; foto di Ricardo Alcaraz, ripresa con licenza Creative Commons

Anche il professore di Fisica alla UPR, Ramón López Alemán si è congratulato con il movimento studentesco]:

Parecía imposible. Era una batalla de David contra Goliat. Vergüenza contra dinero. La creatividad contra la propaganda millonaria. La decencia contra la intransigencia. La justicia contra el poder abusivo y descarnado. La verdad barata en YouTube y Radio Huelga contra la hemorragia de mentiras en radio y TV pagadas con fondos públicos. Flores y teatro contra macanas, burlas e insultos.
Y GANARON LOS ESTUDIANTES. Que viva la lucha de los jóvenes…. Así se hace PATRIA.

Sembrava impossibile. Era una battaglia tra Davide e Golia. Dignità contro denaro. Creatività contro propaganda millionaria. Decenza contro intransigenza. Giustizia contro potere abusivo. Verità su YouTube e Radio Huelga contro emorragia di bugie in radio e televisione pagate con fondi pubblici. Fiori e teatro contro manganelli, derisione e insulti.
E gli studenti hanno vinto. Lunga vita alle lotte degli studenti… È così che si costruisce un Paese vero.

Sul frotne opposto, Jean Vidal si dimostra scettico rispetto alle conquiste degli studenti in un post su La Acera:

El saldo final de 56 días de jugar al Ché Guevara (sin tener la valentía que tenía el Ché) es que la Universidad sigue en su estado crítico. Su solvencia sigue en duda, sus facilidades sin cuidar. Su nómina seguirá devorando fondos que pueden ir a programas y a estudiantes, en vez de pagar por empleados innecesarios, donde tres hacen la labor que puede hacer un empleado. Su burocracia seguirá irritando a miles de ciudadanos y gastarán dinero público sin piedad (y no sólo me refiero a la administración). La Junta de Síndicos seguirá en manos de batatas políticas y muchos profesores (sí, estoy hablando de la APPU) continuarán avanzando sus agendas políticas, en vez de promover una educación para todos los puertorriqueños y no solo para los que siguen su ideología.
Los estudiantes ganaron en una lucha donde el premio desapareció hace tiempo. ¡Qué vivan los estudiantes!
Mientras, la universidad sigue muriendo.

Il risultato finale di 56 giorni di attivismo alla Che Guevara (senza il coraggio del Che) è che l'università rimane  ancora in una situazione critica. La solvibilità ne è tuttora in dubbio, le strutture abbandonate. Gli stipendi continueranno a divorare fondi che andrebbero destinati ai programmi e agli studenti, anziché pagare il salario a dipendenti inutili, quando tre persone svolgono il lavoro che potrebbe fare una sola. La sua burocrazia continuerà a irritare migliaia di cittadini e a sprecare spietatamente fondi pubblici (e non mi riferisco solo all'amministrazione). Il consiglio di amministrazione rimarrà in mano ai politici e molti professori (sì, sto parlando della APPU – Associazione dei Professori dell'Università di Puerto Rico) continueranno a promuovere i propri programmi politici anziché incentivare l'istruzione di tutti i portoricani e non solo di quanti seguono le loro ideologie.
Gli studenti hanno vinto una lotta il cui premio è sparito da troppo tempo. Lunga vita agli studenti!
Nel frattempo, l'università sta morendo.

Questo post di Jean Vidal ha poi dato vita a un interessante dibattito nella sezione dei commenti.

Per ulteriori dettagli sullo sciopero, si veda questo precedente intervento su Global Voices in italiano [it].

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