Ecuador: dubbi e controversie sugli sviluppi dell'iniziativa Yasuní-ITT

Nel 2007, il governo ecuadoriano aveva reso noto un ambizioso piano ambientale denominato Iniziativa Yasuni-ITT [in], in cui si prevedeva la rinuncia allo sfruttamento delle riserve di petrolio (stimate in 870 milioni di barili) scoperte nel Parco Nazionale Yasuni [in], in cambio di un compenso pari al 50% dei ricavi persi, chiesto dal governo ecuadoriano alla comunità, da destinare a progetti sull'energia rinnovabile e altre attività ambientali.

Secondo il governo, le mancate trivellazioni nell'area eviterebbero emissioni di biossido di carbonio in atmosfera per circa 400 milioni di tonnellate, oltre a prevenire danni all'ambiente dell'area amazzonica e conseguenze negative sui residenti, già registratesi in precedenti progetti di esplorazione petrolifera.

Il blogger Orazio J. Bellettini scrive [sp]:

La Iniciativa ITT es importante para el Ecuador porque permite sentar las bases para pasar de un modelo de desarrollo basado en la explotación de recursos naturales a otro basado en el conocimiento y el desarrollo sustentable. Y es importante para el mundo porque demuestra que es posible alinear los intereses de los países industrializados y los países en vías de desarrollo para enfrentar el cambio climático.

Per l'Ecuador, l'iniziativa ITT è importante perché pone le basi per passare da un modello di sviluppo che prevede lo sfruttamento di risorse naturali a uno che invece punta su conoscenze e sviluppo sostenibili. È importante anche per il mondo perché dimostra la possibilità di convergenza tra gli interessi dei Paesi industrializzati e dei Paesi in via di sviluppo per affrontare il cambiamento climatico.

Le cose non sembrano però andare come previsto. Dopo aver ricevuto pochi esitanti impegni dai governi dell'Europa occidentale, recentemente il Vicepresidente ecuadoregno si è dovuto recare in Europa e Medio Oriente in cerca di ulteriori impegni finanziari. A tre anni di distanza, l'Iniziativa non è riuscita ad attrarre l'attenzione e l'interesse sperati, mettendo in forse l'obiettivo. Il Presidente Rafael Correa ha annunciato che esiste un “Piano B” nel caso in cui non venga raccolto il denaro [in], che prevede trivellazioni con impatto ambientale ridotto al minimo.

Una delle 62 specie di serpenti che vivono nei dintorni della Stazione scientifica Yasuni, nella provincia di Orellana. Foto concessa dalla Estación Científica Yasuní.

Una delle 62 specie di serpenti che vivono nei dintorni della Stazione scientifica Yasuni, nella provincia di Orellana. Foto concessa dalla Estación Científica Yasuní.

Il blogger noto con il nome di Libertario ritiene che il suo Paese stia agendo come un mendicante che impugna un fucile e minaccia trivellazioni se non gli viene consegnato il denaro. Ecco cosa scrive [sp]:

Lastimosamente sin el calentamiento global es ridículo andar pregonando que el Ecuador con esta iniciativa es el salvador de la humanidad. Pensemos por un momento que el calentamiento global fuera cierto y los demás países tomaran la lógica de este singular proyecto, entonces se tendría que compensar a los países ricos como los EEUU por no explotar el petróleo en Alaska y sus costas. Ahí si quisiera ver las caras de los izquierdosos ecológicos al tener que oponerse a que el “imperio” reclame sus justa compensación.

El proyecto no esta exento de incoherencias como por ejemplo porque no se lo hace retroactivo ya que hemos estado evitando la explotación del sitio en cuestión desde siempre. Vamos cobremos a estos países ricachones siquiera 100 años de sacrificios.

Purtroppo, non considerando vero il riscaldamento globale, è ridicolo andare in giro a proclamare l'Ecuador salvatore dell'umanità grazie a questa iniziativa. Se invece si ritiene vero il riscaldamento globale e che altri Paesi facciano propria la logica di questo particolare progetto, dovremmo offrire compensi a Paesi ricchi come gli Stati Uniti perché non sfruttino i giacimenti in Alaska e sulla costa. Mi piacerebbe proprio vedere gli ecologisti di sinistra opporsi alla rivendicazione del giusto compenso da parte dell'“impero imperialista”.

Il progetto presenta alcune incongruenze. Ad esempio, perché non prevedere la retroattività, dato che finora non abbiamo effettuato trivellazioni in loco? Imponiamo ai Paesi ricchi il pagamento di almeno 100 anni di nostri sacrifici.

Rafael Méndez Meneses ricorda che le esplorazioni petrolifere sono consentite solo dopo una preventiva consultazione referendaria, secondo la nuova Costituzione [sp] e ritiene che, in caso di voto, la gente si esprimerebbe a favore delle trivellazioni.

Comunque non tutti sono convinti che il governo impiegherebbe i fondi in modo efficiente e trasparente. Si registrano già le reazioni della comunità indigene che chiedono un loro maggior coinvolgimento nel progetto [sp]. La proposta originale del sindaco di Quito, Roque Sevilla, che guidava la commissione governativa, ha chiesto che la gestione dei fondi venga affidata al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU), ma la commissione è stata poi sciolta e i fondi dovrebbero essere gestiti dal governo. Il blogger Juan Fernando Pacheco di Saturn Attacks, non capisce il senso di una commissione le cui decisioni non siano rispettate [sp]:

Lo verdaderamente mediocre se da cuando, aun logrando lo pedido por parte del Gobierno Ecuatoriano, se decide de forma unilateral echar al tarro de basura todo, por orden del Presidente Rafael Correa – según, lo dijo el mismo el día sábado pasado en la cadena sabatina—debido a que quienes conformaron el fideicomiso, querían que el dinero sea invertido en proyectos de orden ecológico, mientras que el Gobierno Ecuatoriano quería usar ese dinero según su propia discrecionalidad.

Eso, es ser mediocre, trabajar tanto, para al final echar todo por el piso porque mis intereses –aun cuando sean estos de un gobierno– estén por encima de los intereses del resto del mundo.

Ciò che risulta davvero indegno è che, all'esaudimento della richiesta del governo ecuadoriano, si decida unilateralmente di gettare tutto nell'immondizia, per ordine del presidente Rafael Correa, secondo le sue dichiarazioni di sabato scorso sulla radio nazionale, a fronte del fatto che quanti hanno accettato il trust intendevano che il denaro fosse investito in progetti ecologici, mentre il governo ecuadoriano intende gestire il denaro a sua discrezione.

È indegno lavorare così intensamente, per poi buttar  tutto via, con la motivazione che i miei interessi (anche se si tratta degli interessi del governo) sono al di sopra di quelli del resto del mondo.

I recenti sviluppi derivano da questa situazione: il gruppo di negoziatori ecuadoriano stava per firmare un accordo con il PSNU e altri paesi donatori, ma ha ricevuto il contrordine dal presidente Correa. Millan Ludeña [sp] scrive:

En Bundestag, mientras los potenciales donantes exteriores preguntaban sobre los mecanismos de inversión, el Ecuador indicaba que el dinero debía recaudarse a través de un fideicomiso que brindara las garantías necesarias a los inversionistas. Así, el fideicomiso fue desarrollado entre la comisión negociadora y los técnicos del PNUD, en la figura de un pre-acuerdo el cual se firmaría en Copenhague, pero la oportunidad se perdió cuando el presidente Correa, a parte de no asistir a respaldar la propuesta, prohibió a última hora la firma de los Términos de Referencia del acuerdo entre Ecuador y el PNUD.

Al Bundestag, mentre i potenziali donatori esterni chiedevano informazioni sui meccanismi dell'investimento, l'Ecuador ha specificato che il denaro sarebbe stato raccolto da un trust, il quale avrebbe fornito le garanzie necessarie agli investitori. Così, tra il comitato dei negoziatori e i tecnici del PSNU, è nata l'idea del trust, all'interno di un accordo preliminare che sarebbe stato sottoscritto a Copenhagen, ma l'opportunità è andata persa quando il presidente Correa, oltre a non presentarsi per sostenere la proposta, all'ultimo momento ha vietato di firmare i Termini dell'accordo tra l'Ecuador e il PSNU.

Ludeña racconta anche in che modo la situazione è stata presentata ai media:

Sin embargo, el canciller Falconí y los representantes del PNUD, en una muestra magistral de profesionalismo, aunque no firmaron el documento, consiguieron que los titulares de la prensa nacional e internacional indiquen que se estaba avanzando en la redacción de los contratos y además que el PNUD respaldaba la iniciativa Yasuní ITT calificándola como “fantástica”.

Comunque, dando mostra di magistrale professionismo, il ministro degli esteri Falconi e i rappresentanti del PSNU, benché non avessero firmato il documento, sono riusciti a ottenere che la stampa nazionale e internazionale titolasse sulla stipula dei contratti e sull'appoggio del PSNU all'iniziativa Yasuní ITT, definendola “fantastica.”

Indipendentemente dai risultati, qualcuno continua a pensare che si dovrebbe fare qualcosa per proteggere queste risorse naturali, additando altre esperienze del Paese nel campo della tutela ambientale. Tra questi, Diego Martínez commenta in così in calce a un post di Orazio J. Bellettini [sp]:

El ecuatoriano en general se vende por poco dinero, la dignidad y el futuro son hipotecables por un beneficio a corto plazo. Ejemplos tenemos muchos: la deforestacion en Esmeraldas por las madereras y palmicultoras, la tala del manglar en el litoral costero, la via Salcedo-Tena, la via Riobamba-Macas, la proxima refineria en el Aromo son claras muestras de depredacion de las areas protegidas, ineptitud institucional y falta de definicion de la corriente de desarrollo.

In generale, gli ecuadoriani si vendono per poco, ipotecando dignità e futuro in cambio di vantaggi a breve termine. Gli esempi si sprecano: la deforestazione in Esmeraldas per il legname e la palmicoltura, l'abbattimento delle mangrovie sulla costa, le arterie Salcedo-Tena e Riobamba-Macas, la prossima raffineria nell'Aromo sono prove conclamate di un comportamento predatorio nei confronti delle aree protette, dell'inettitudine delle istituzioni e della mancata definizione di un percorso di sviluppo.

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