Giappone: monta la controversia sulla caccia alle balene

A poco tempo dal conferimento dell'Oscar come miglior documentario a “The Cove” [in], che ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media di tutto il mondo sul problema della caccia ai cetacei, si registra l'arresto a Tokyo di Peter Bethune, leader del Sea Shepherd [in], un gruppo che si batte contro la caccia alla balena. Si è riaccesa così la controversia tra Giappone, da un lato, e Australia e Nuova Zelanda, dall'altro.

L'attivista del gruppo di protesta è imputato di violazione di proprietà, per aver abbordato a febbraio una baleniera giapponese nell'oceano meridionale, nel tentativo di eseguire un citizen's arrest (arresto eseguito da un privato cittadino ammesso in determinate circostanze dal diritto anglo-americano) per l'affondamento della nave del Sea Shepherd avvenuto un mese prima (notizia riportata [in] su Global Voices da Kevin Rennie).

Il battello degli ecologisti Ady Gil. da id Flickr: james975.

Il battello degli ecologisti Ady Gil. Foto dell'utente “james975″ su Flickr.

Anche se il programma giapponese di caccia alle balene [it] è autorizzato esclusivamente a scopi scientifici e la carne di balena non rientra tra i piatti preferiti della maggior parte dei giapponesi, la collisione con l'imbarcazione neozelandese anticaccia alle balene ha suscitato nel Paese una reazione nazionalistica [giap], per quanto debole.

Ma gli accenti “sciovinisti” sono evidenti anche nell'annuncio dell'arresto di Peter Bethune sul sito Web ufficiale del Sea Shepherd [in].

Il 27 marzo, la baleniera giapponese Shonan Maru 2 è arrivata a Tokyo con il primo prigionerio di guerra neozelandese giunto in Giappone come prigioniero politico dalla II guerra mondiale. Appena toccato il suolo giapponese, il Capitano Bethune ha riaffermato il suo ruolo di eroe nazionale della Nuova Zelanda ed eroe internazionale in Australia, Francia, Gran Bretagnia, Stati Uniti e ogni altro paese i cui cittadini deplorano le continue attività illegali di caccia alle balene della flotta baleniera giapponese.

In Giappone alcuni percepiscono l'attività della Nuova Zelanda e dell'Australia contro la caccia alla balena come un attacco alla cultura gastronomica del Paese e si chiedono perché si dovrebbe vietare la carne di balena e non quella di bovini e suini [giap], sollevando la controversa questione della linea di demarcazione tra la macellazione di animali opinabilmente ritenuti intelligenti rispetto quelli considerati meno intelligenti.

In alcuni casi, i mezzi d'informazione giapponese hanno cavalcato l'onda delle polemiche al riguardo, accentuandone sempre più i toni. In Japan Probe [in], James pubblica un post su uno show dell'emittente giapponese NTV, “Bankisha”, che si è occupata della questione del Sea Shepherd. James riferisce che, nella prima parte dello spettacolo, l'attenzione si è focalizzata sull'analisi delle fonti di finanziamento e del budget del Sea Shepherd.

La seconda metà del video trattava del prossimo obiettivo del Sea Shepherd, vale a dire la pesca del tonno dalla pinna blu nel Mediterraneo. Sembra che molti Paesi si siano uniti per vietare la pesca di tale specie. Il fatto che l'80% del pescato venga venduto sul mercato giapponese viene interpretato come un ulteriore attacco alle tradizioni culturali giapponesi.
Insieme ai giornalisti, erano presenti in studio un art director, che si occupa del marketing per molti marchi famosi giapponesi, e un giurista. Quest'ultimo ha ricordato che l'America, in passato, uccideva le balene per l'olio, esprimendo inoltre l'idea che la posizione americana verso la caccia alle balene giapponese sia influenzata da un'ostilità sottotraccia che il “mondo bianco” [白人社会] nutre nei confronti dei giapponesi. Secondo l'art director, il Giappone deve adoperarsi per presentare meglio al mondo la sua situazione, visto che negli altri paesi c'è così tanta gente che non comprende perché i giapponesi mangino carne di balena.

26/12/2008 SS incontra la baleniera giapponese. con id Flickr:guano.

26/12/2008 SS incontra la baleniera giapponese. Foto dell'utente “guano” su Flickr.

Tuttavia Masablog non concorda [giap] con chi si avvale del controargomento della cultura gastronomica, che ritiene riduttivo.

何となく日本たたきのようにこの問題をとらえていたが、ちょっと違うみたいだなあ。
日本人の反論としてよくあるものに、じゃあアメリカ人は牛を食べるが、それと何が違うんだ?鯨を助けても牛の数が減るだけだ、というものがある。これに対しては、単に鯨は知能が高いからかわいそうだということではなく、殺すのに時間がかかるので人道的に問題があるという議論があるようだ。

In un primo tempo, ritenevo il problema un'espressione di sentimenti antigiapponesi, ma in questo caso non mi sembra una spiegazione confacente.
Alcuni giapponesi controbattono chiedendo quale sia la differenza tra gli americani che mangiano manzo [e i giapponesi che mangiano balena]. Un altro tentativo di replica sottolinea che, anche se le balene sono protette, ciò causerà solo la diminuzione delle femmine. Tuttavia, la discussione reale sembra riguardare gli aspetti umanitari, in relazione al tempo maggiore che occorre per uccidere una balena. La questione non riguarda l'empatia che la gente prova per le balene in quanto dotate di elevate capacità intellettuali.

Akki afferma [giap] di condannare i metodi adottati dal gruppo animalista.

私自身は捕鯨については賛成も否定もしませんが
(いまどきの高価な鯨を食べるようなお金もないですし)
彼らのやり方は、どう理由があろうがはなはだ迷惑な行為であり
危険であります。本当にケガ人が出たらどうするつもりなんだろう。

Personalmente non ho una posizione sulla caccia alle balene. (Comunque non ho denaro da spendere per mangiare carne di balena.) Tuttavia, a prescindere da quale sia il problema, i loro metodo sono semplicemente fastidiosi e pericolosi. Cosa faranno se qualcuno si fa male?
Stop alla caccia alle balene. da id Flickr: alisonlongrigg.

Stop alla caccia alle balene. Foto di “alisonlongrigg” su Flickr.

Il blogger australiano Youngmarxist [in] sollecita un'accurata revisione delle norme dell'International Whaling Commission (IWC) che disciplinano la caccia alle balene a livello internazionale.

I media stanno ricevendo segnalazioni di proposte di emendamento alle norme internazionali sulla caccia alle balene, tendenti a riportare il Giappone e altre nazioni baleniere sotto l'amministrazione dell'International Whaling Commission. Effettivamente, gli emendamenti consentirebbero alle nazioni che già uccidono balene di continuare a farlo con l'approvazione dell'IWC, purché limitino il numero di balene catturate. I limiti esatti sono ancora da decidere e, ovviamente, si applicheranno solo se gli emendamenti proposti saranno approvati. […]
Se questo piano porrà fine alla ridicola iprocrisia della caccia alle balene “scientifica”, tanto meglio. Non c'è motivo per cui le balene debbano essere trattate diversamente da qualsiasi altra risorsa. Le balene devono essere gestite correttamente, in modo che non siano condotte imprudentemente all'estinzione, ma non c'è alcuna buona ragione etica di privilegiare i “diritti” delle balene rispetto al diritto degli umani a dar loro la caccia.

1 commento

  • […] come “risorsa”,  una riflessione radicale sui nostri consumi superflui. Scilla fa un collage di reazioni che partono dalla notizia dell’arresto a Tokyo di Peter Bethune del Sea […]

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