Haiti: aggiornamenti da località diverse da Port-au-Prince

Una settimana dopo che la parte meridionale di Haiti è stata devastata da un sisma di magnitudo 7 della scala Richter [it], l'attenzione internazionale continua a focalizzarsi sulla capitale, Port-au-Prince. I volontari delle organizzazioni umanitarie e altri che si trovano in altre località colpite dal terremoto continuano a pubblicare online notizie sulle proprie comunità, come pure appelli per gli aiuti.

A Fond des Blancs, un villaggio a un centinaio di chilometri a ovest di Port-au-Prince, la canadese Ellen in Haiti [in] lavora con la St. Boniface Hospital Foundation e usa il proprio blog per diffondere informazioni per conto dell'ospedale. Sabato 16 gennaio, ha pubblicato [in] un intervento da parte del direttore:

A Fond des Blancs abbiamo una sala operatoria funzionate, ma c'è bisogno di un chirurgo ortopedico, provviste, combustibile (diesel e benzina) e acqua il prima possibile. Se qualcuno ha dei contatti con i militari, possono far atterrare un elicottero su un terreno che si trova a circa quattrocento metri dall'ospedale e portare ciò di cui si ha bisogno, così che si possa cominciare ad operare.

Il giorno successivo, Ellen ha scritto [in]:

…sentiamo gemiti e lamenti provenire dalla chiesa avventista dall'altro lato della strada. Un corpo è stato appena riportato qui da Port-au-Prince. Sulla strada verso casa, siamo passati davanti a una chiesa cattolica, dove avevano appena finito di celebrare un funerale. Ce ne saranno molti di funerali nei prossimi giorni.

La gente sta abbandonando Port-au-Prince, e cammina anche per molti chilometri per arrivare nei villaggi dove ci sono dei parenti che possono offrir loro rifugio. Stiamo mandando camion e ambulanze per dare un passaggio alle persone che si dirigono verso Fond des Blancs.

Le novità provenienti da Petit Goâve, sulla costa occidentale di Port-au-Prince, sembrano peggiorare. Konbit Pou Ayiti ha pubblicato il resoconto[in], datato Domenica 17 gennaio, di un volontario sul posto:

Molti edifici sono crollati durante il terremoto a Petit Goâve; inizialmente sembrava che ogni struttura in muratura in città dovesse sbriciolarsi. Gli edifici rimasti in piedi sono molto pericolosi e abbiamo bisogno di ingegneri che verifichino le strutture per stabilirne l'agibilità. Non abbiamo ancora ricevuto i soccorsi dall'esterno come per TiGwaw, per questo la priorità assoluta è l'urgente bisogno di personale medico sul terreno, il prima possibile.

Il resoconto continua con la richiesta di tende, letti, un muletto, e generatori elettrici.

A Jacmel, lungo la costa meridionale, il volontario Gwen Mangine racconta [in] come il 18 gennaio i membri della sua organizzazione, Joy in Hope [in], con il personale dell'orfanotrofio Hands and Feet [in], sono “diventati amministratori aeroportuali” sulla piccola pista di atterraggio della città:

Stanno dirigendo gli aerei là dove debbono andare, gestendo la lista dei passeggeri, facendo il controllo dei passaporti, è assurdo. ASSURDO. Mi chiedi perché? Buona domanda. Perché ci sono aerei che vengono e ripartono e NON C'È NESSUN ALTRO a svolgere quelle mansioni. Il sindaco ha consegnato l'aeroporto a noi…

Una volta che i voli della giornata sono terminati dobbiamo consegnare tutti i nostri articoli dopo averli raggruppati/inventariati nelle mani di quanti ne hanno bisogno. E impacchettare il nostro centro di comando “mobile” – si fa per dire, visto che include un generatore da meno di 400 chilogrammi.

Qualche ora più tardi, attraverso un nuovo acconto su Twitter, @JoyInHope [in] riferisce[in]:

Oggi abbiamo scaricato il quarto aereo qui a Jacmel, Haiti! Inviato aiuti a Christianville via elicottero. Un sacco di lavoro all'aeroporto.

Leann Pye, collega di Mangine, scrive sul blog Pye's in Haiti e ha pubblicato le foto [in] dello svuotamento di un aereo di aiuti e della distribuzione dei rifornimenti ai medici.

Gli studenti di Jacmel Ciné Institute [in] continuano a pubblicare riprese video dei tentativi di salvataggio successivi al terremoto, registrati usando equipaggio recuperato dalle rovine dell'Istituto. L'ultimo video, “Les Handicaps” [fr] di Vadim Janvier, mostra una famiglia agitata mentre tenta di dare adeguata sepoltura a una vittima del terremoto, e scene dall'improvvisato centro per trattamenti di emergenza messo in piedi al pianterreno dell'ospedale di Jacmel che è andato distrutto.

Dal momento che il gruppo canadese di risposta al sisma ha assunto la responsabilità di Jacmel, così come riportato [in] oggi dalla CBC, si spera che le operazioni di soccorso in città ora possano procedere più rapidamente. Come scrive @RescueJacmel [in] su Twitter:

Joy in Hope e Hands and Feet lavorano insieme ai militari canadesi a #Jacmel [in]. Finalmente gli aiuti stanno arrivando!

Tutti i link segnalati rimandano a testi in inglese – Lo speciale di GV su Haiti è in continuo aggiornamento in inglese [in] e in italiano [it]

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