Figi: la quiete dopo la tempesta?

Continuiamo a seguire l'evolversi degli eventi nelle Isole Figi [it]. Il 14 aprile un comunicato stampa [in] governativo afferma: “Il Servizio Civile, le Organizzazioni Statutarie e tutte le agenzie del Governo che si occupano di erogare beni e servizi pubblici manterranno le normali funzioni, nonostante la revoca della Costituzione del 1997.” E prosegue:

Queste sono le parole del Commodoro J.V. Bainimarama, Primo Ministro, che ha inoltre assicurato l'assenza di interruzioni nell'erogazione di servizi e beni pubblici, o altri disagi per la popolazione.

Il Commodoro ha aggiunto che nei prossimi giorni e settimane ci saranno parecchi cambiamenti, ma tutti per il bene della popolazione e dell'intero Paese.

Il Primo Ministro ha anche ribadito che la popolazione non deve preoccuparsi dei recenti cambiamenti, pensati per migliorare la fornitura dei servizi pubblici tramite la semplificazione delle procedure, rapidi processi decisionali e milgireo gestione delle necessità e dei bisogni dei cittadini.

Il 9 Aprile, la Corte [Suprema] aveva sentenziato [in] che il governo di Frank Bainimarama, appoggiato dai militari, responsabile [nel 2006] dello scioglimento del Parlamento e della deposizione di Lasienia Qarase, aveva ottenuto il potere illegalmente. Per tutta risposta, il Presidente Ratu Josefa Iloilo [in] ha revocato la Costituzione [it], rimosso tutti i giudici e si è autoproclamato Capo di Stato e delle Forze Armate, per poi ri-nominare Bainimarama e far giurare tutto il suo Governo.

Bainimarama, leader militare delle Figi, era salito al potere nel dicembre del 2006 esprimendo il proposito di ripulire la corruzione del governo di Qarase. Bainimarama, inoltre, affermava di voler rimpiazzare quelle politiche su base etnica che provocavano spaccature nella società e che finivano per favorire i partiti politici schierati con gli indigeni figiani, tramite politiche a sostegno dei partiti espressione della minoranza etnica indiana, quei discendenti dei lavoratori dello zucchero portati alle Figi dai governanti coloniali britannici. Per le Figi si tratta del quarto colpo di Stato dal 1987, tre dei quali finalizzati a consolidare il potere politico degli indigeni locali.

Prima che la situazione degenerasse nel fine settimana di Pasqua, i Paesi vicini e diversi enti governativi premevano sul Governo perché tenesse le elezioni promesse tempo addietro da Bainimarama. I sostenitori del Governo ritenevano però che nuove elezioni, con l'attuale suddivisione in distretti elettorali centrati sui comuni, non avrebbero fatto altro che perpetrare la nota propensione ai favoritismi politici su base etnica.

I blogger delle più diverse opinioni si trovano ora a contemplare un panorama politico completamente stravolto, che vedrà Bainimarama al governo perlomeno fino al 2014.

Un blogger spiega di voler chiudere il proprio blog [in] per la frustrazione, almeno per un po’. Un altro, invece, sostiene che la situazione resterà pressapoco la stessa.

Da Oceanic: User Experiences from the South Pacific [in]:

Sul sito UPI.com, il titolo da giorno del giudizio “L'esercito ha il permesso di sparare ai civili” [in] ha attirato la mia attenzione. Non so cosa mi abbia sconvolto di più in effetti. Se quel titolo terrorizzante e sensazionalista, o piuttosto il fatto che sotto la testata di UPI.com si legge: “100 anni di eccellente giornalismo”? Qualche testata internazionale usa vecchie riprese video relative al colpo di Stato del 2000 dove si vedono i soldati armati in strada. E non credo affatto che asi sufficiente una microscopica scritta in basso a sinistra che dica “materiale d'archivio”.

Da immigrato, non commento apertamente le politiche locali e per ovvi motivi. Vedo aspetti positivi e negativi in ogni cosa, e sono molte i settori che creano confusione. Una cosa è certa: se le Figi continueranno a chiudere le comunicazioni con il resto del mondo, dovranno fare i conti con resoconti sensazionalisti come quello di cui sopra. Ho già ricevuto un bel pò di email e messaggi da amici di varie parti del mondo, che sembra si stiano facendo un'idea del tutto distorta di quanto sta accadendo a Suva.

Comprensibilmente, la domanda che mi sento ripetere più spesso è, “Sei al sicuro?”. Rispondo sempre con la battuta preparata per questo genere di domanda:

“Mi sento più al sicuro qui che nelle strade di qualunque altra grande metropoli del mondo”

Le Figi sono un Paese molto sicuro, anche se si considera il recente incremento della microcriminalità, come furti o rapine. I turisti, comunque, non corrono rischi, e le notizie che vedono in televisione, e gli annunci del governo sono, sinceramente, del tutto sproporzionati alla realtà. Non dico certo che la situazione non sia da prendere sul serio. È una questione seria, ma a Suva non sembra proprio che le cose siano così instabili. Le cose cambieranno? Credo di sì, ma preferisco credere che non accadrà. Credo che se il pericolo fosse reale non continuerei a mandare i miei figli a scuola qui.

Dal momento che non ha un quadro costituzionale di riferimento, il nuovo governo delle Figi sta operando tramite una serie di decreti [in], inclusa la legislazione per le emergenze pubbliche, che conferisce alla polizia maggiori poteri di perquisizione, sequestro e detenzione. L'aspetto che ha fatto più scalpore, comunque, è la nuova regolamentazione testate nazionali, in base alla quale saranno i funzionari governativi ad approvare la pubblicazione di articoli “pro-Figi” [in] per negare invece l'autorizzazione a quelli che rappresentano negativamente la scelta del Presidente di abrogare la Costituzione. Il Governo sostiene che si tratta di misure provvisorie atte ad assicurarsi che i giornali non pubblichino notizie che possano “fomentare disordini”. Le norme vantano ben pochi [in] sostenitori tra gli addetti ai lavori (come conferma questo post di Global Voices [in] sulle reazioni dei blogger).

Secondo Loyal Fijian [in] un'informazione libera non ha nemici:

Lasciate che i media facciano liberamente il proprio lavoro, senza censure: è da questa libertà che deriva l'assunzione di responsabilità di un giornalismo equilibrato.

La libertà dei media ha a che fare con l'economia, ragazzi. È la libertà d'informazione ad aver reso miliardiario Rupert Murdoch. È la libertà dei media, ad aver fatto diventare miliardario Larry Flynt, l'editore di riviste pornografiche.

Informazione libera significa denaro.

Il Governo di transizione accusa i media di informare in maniera preferenziale su quanti hanno legami con i partiti politici o sfruttano la propria posizione per interessi personali.

Questo blog, Loyal Fijian, vi lascia la libertà di decidere se certe testate locali siano state a volte meno equilibrati a causa dell'influenza di qualcuno con propri interessi da portare avanti.

Come capita a critica la situazione dell'informazione alle Figi, si torna alla questione della responsabilità.

La responsabilità deriva dalla libertà. Forse che le testate figiane possano guardare a se stesse e sostenere di avere il dovuto distacco nella copertura degli eventi, che i propri giornalisti non abbiano “favorito” qualche fonte o non siano stati influenzati da legami con partiti politici o altri ambiti tradizionali?

Sono davvero in grado di farlo?

La cosa migliore che il Governo possa fare è togliere la censura, e lasciare liberi i media di svolgere il proprio lavoro.

Qui, su Loyal Fijian, ripetiamo da tempo che la gente è abbastanza intelligente da discernere le insinuazioni e i pettegolezzi dai fatti.

Blogger come WhyFijiisCrying e il suo clone Solivaksasama, nati dopo il 2006, hanno perso del tutto la credibilità per aver irresponsabilmente diffuso pettegolezzi e ingiurie.

L'unica difesa che possiamo esercitare verso questo tipo di manipolatori è lasciarli parlare e scrivere, pubblicare la nostra versione delle cose, e andare avanti. La censura non è una soluzione.

Passare alla censura significa ammettere che il sistema informativo del governo non sta facendo il proprio mestiere. Imparate a giocare meglio, invece di prendere la palla e scappare di corsa a casa. Quest'atteggiamento non ha mai promosso l'amicizia.

Trovare fonti di informazione affidabili alle Figi – persino per i residenti – è stato difficile. Secondo molti, i tutti i giornalisti stranieri hanno lasciato il Paese. Mentre i media locali sembrano tacere sulle questioni politiche, i blogger continuano a pubblicare opinioni senza sosta.

Ecco alcuni rapidi aggiornamenti: il governo delle Figi ha arrestato [in] il Presidente della Law Society, da tempo critico su Bainimarama. Sembra sia stato arrestato per aver rilasciato alcuni commenti a un reporter australiano, successivamente espulso.

Il Governo ha inviato l'esercito [in] alla Federal Reserve Bank, nel centro di Suva, e sembra abbia licenziato il Governatore della Banca Centrale, che aveva polemizzato con Baininiarama sulle condizioni dell'economia nazionale.

Preoccupata di perdere le ultime riserve di investimenti esteri, la banca ha aumentato [in] i controlli sugli scambi finanziari. Il blog Coup Four And A Half riferisce [in] inoltre che il dollaro figiano è stato svalutato del 20 per cento.

The Fiji Times [in] denuncia che uno dei suoi fotografi è stato trattenuto dalla polizia per un'ora, insieme a un giornalista e un cameraman di Fiji Tv, a causa di un servizio realizzato sulla  protesta pacifica organizzata dai membri della Law Society (Raw Fiji News [in] ne riporta alcuni momenti).

Secondo il blog Coup Four And A Half [in] il giornalista di Fiji TV Edwin Nand avrebbe passato la sua seconda notte in galera, mentre per Raw Fiji News Nand sarebbe stato rilasciato [in].

James Murray, che cura il blog Views on the News [in] del network News 3, dalla Nuova Zealanda, invita i figiani a inviare informazioni ai giornalisti stranieri che seguono gli sviluppi dall'estero via email a: freefiji@newspapers.co.nz.

Il blog del sito Soli Vakasama ha allestito un forum [in] per chiunque volesse vedere pubblicate le proprie lettere al direttore.

Pat Craddock, ex giornalista professionista, scrive su Café Pacific [in] una lettera aperta al Primo Ministro delle Figi, in cui chiede cosa si debba pensare delle notizie che trapelano dai blog.

Dunque, adesso si possono raccontare solo le buone notizie. Forse l'esercito potrebbe cercare di chiudere anche Al Jazeera, BBC e CNN? Mi pare che i loro servizi non elogino troppo l'esercito per le sue azioni.

Forse è difficile per i giornalisti figiani trovare buone notizie sull'esercito da diffondere?

Commodoro, le sue azioni dell'ultima settimana hanno sicuramente dato nuova linfa ai blog figiani. Dove altro crede che noi qui in Nuova Zelanda – o in Oceania o altrove – potremmo trovare notizie sulle Figi, se non tra i blog? Stasera leggevo in un blog che l'esercito sta requisendo benzina dai distributori, senza pagare. È vero o no? Come faccio a capire se è vero? Certo non troverò questa notizia in un giornale figiano. Non potrebbero scrivere queste “brutte notizie”, anche qualora fosse vero?

Quindi… i figiani dovranno attendere perlomeno fino al 2014 per votare per il Governo che preferiscono? Ci sono molti governi eletti che non reggerebbero un periodo tanto lungo, nemmeno se promettessero di migliorare le condizioni dei propri cittadini. Dal 2006 al 2014 sono 8 anni… un sacco di tempo per permettere a un leader visionario di preparare politiche di rinnovamento. Davvero troppo tempo.

[Ecco il link al post sulle pompe di benzina ([in)].

Crosbie Walsh, autore di Fiji: The Way It Was, Is, And Can Be [in] non è affatto colpito da alcune delle dichiarazioni di Michael Field, giornalista e blogger neozelandese, secondo cui Bainimarma starebbe “fomentando la cultura del colpo di Stato” [in], (cosa che il Primo Ministro si era impegnato a far sparire), nè di quelle di Jone Baledrokadroka [in], ex Comandante della fanteria figiana, il quale in un editoriale [apparso su The Sidney Morning Herald] definisce gli eventi del fine settimana di Pasqua “una presa di potere bella e buona” [in].

La maggior parte del materiale che ho letto sulla questione, per quanto sia anche condivisibile, sembra scritto in modo irresponsabile. I commenti esagerati e provocatori – quelli di Baledrokadroka, Michael Field, di un giudice australiano e di alcuni blogger rimasti anonimi – vanno stigmatizzati: in questo momento non fanno altro che gettare benzina sul fuoco su quella che potrebbe diventare una situazione assai pericolosa.

Credo sia importante revocare alcune delle misure d'emergenza applicate con severità appena entrate in vigore, ma che poi perdono d'intensità man mano che le autorità assumono maggior controllo della situazione.

Speriamo vada così anche questa volta. Il momento per esprimere commenti ragionati verrà – e anche quello per sfogare l'attuale frustrazione. Nel frattempo, meno commenti incendiari ci sono meglio è.

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