Messico: centinaia i casi di “femminicidio” irrisolti lungo il confine con gli Usa

La violenza lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Messico ha raggiunto livelli sbalorditivi. Gli omicidi nelle città nei pressi della frontiera, come Ciudad Juárez [it] ammontano già a 400 nei primi due mesi del 2009. Le vittime di rapimenti e omicidi non sono solo quelle coinvolte in traffici di droga, le giovani donne in generale sono diventate vittime disgraziate di questa crisi.

Secondo Amnesty International [in], più di 370 donne sono state uccise nelle città di Juárez e Chihuahua “senza che le autorità abbiano preso provvedimenti per indagare e risolvere adeguatamente il problema.” Questa crisi, spesso chiamata femminicidio [in], ha spinto varie organizzazioni e blog a usare internet per aumentare la consapevolezza della triste situazione delle vittime e dei loro familiari .

Diverse entità stanno premendo le autorità locali e nazionali perché siano più proattive e facciano giustizia. Nuestras Hijas de Regreso a Casa [sp] è un’associazione basata nella città di Juárez, co-fondata dalla madre e dall’insegnante di Lilia Alejandra Garcia Andrade, rapita e trovata morta nel 2001. L’organizzazione illustra sul suo blog la situazione in cui vivono molte famiglie:

En Ciudad Juárez desaparecen mujeres y no se vuelve a saber más de ellas, a menos que sus raptores decidan hacer aparecer sus cuerpos sin vida y con evidencias claras de haber sido brutalmente torturadas y asesinadas, violadas de manera tumultuaria y arrancadas partes de su cuerpo o quemadas. Es un dolor terrible para esta sociedad. ¿No hay nada que mueva a quienes pueden hacer algo al respecto?

La desesperación y miedo de las familias de vivir en tal inseguridad al ver a las hijas salir del hogar sin saber si van a regresar, no son motivo que afecte la voluntad de nadie de poner un freno a estos hechos.

A la fecha estos crímenes están impunes, y a las mujeres desaparecidas nadie las busca… y los asesinatos y desapariciones continúan sin que a la fecha haya responsable alguno.

Nella città di Juárez le donne spariscono e non se ne sa più niente, salvo nei casi in cui i rapitori decidano di farne riapparire il corpo senza vita, con segni evidenti che le donne sono state torturate e brutalmente uccise, violentate in gruppo o con corpi smembrati o bruciati. È un dolore terribile per questa società. Non c’è niente che riesca a smuovere quanti possono far qualcosa al riguardo?

La disperazione e la paura delle famiglie che vivono in una tale insicurezza, quando vedono le figlie uscire di casa senza sapere se torneranno, non sono ragioni sufficienti per convincere chicchessia a porre fine a queste tragedie.

Fino ad oggi, questi crimini sono rimasti impuniti, e nessuno sta cercando le donne sparite…e gli omicidi e i rapimenti continuano senza che nessuno ne sia ritenuto responsabile.

L’organizzazione ha ricevuto minacce [sp] per l'impegno a porre fine a questi omicidi, secondo il blog Contra el Feminicidio en México.

Zumla Aguiar , produttore cinematografico messico-americano e video-blogger di Chicana Feliz [in], si è interessato molto alla vicenda e ha lavorato a stretto contatto con l’associazione per produrre il documentario “Juárez Mothers Fight Feminicide”, rilasciato sotto licenza Creative Commons. La descrizione del film dice:

Il video non cerca di appesantirvi la testa con ulteriori informazioni. Fondamentalmente raccoglie le opinioni delle madri sulla storia finale di ogni caso. Sono state intervistate madri provenienti da tutti gli strati sociali e ciò che il film evidenzia è come il dolore sia uguale per tutti e le emozioni siano tutte valide. Il fatto che le “donne siano povere” è indicato da Marisela Ortiz di Nuestras Hijas de Regreso a Casa come il motivo per cui nessuno fa niente riguardo questi omicidi.

Un’altra associazione Red Solidaria Década Contra la Impunidad [sp] usa il blog per informare sulle proprie attività nel combattere l’impunità negli abusi dei diritti umani, inclusi gli omicidi di giovani donne nelle città di Juárez, Chihuahua e altre zone del Messicco.

L’organizzazione internazionale Witness [in] ha usato i citizen media per aumentare la consapevolezza e raccogliere firme per una petizione da presentare al Presidente del Messico Felipe Calderón. Nel 2003, insieme alla Mexican Commission for the Defense and Promotion of Human Rights [es] (CMDPDH) [sp], hanno prodotto un breve filmato intitolato Dual Injustice [in]. La storia è incentrata sulla scomparsa di Neyra Cervantes, avvenuta a Chihuahua nel maggio 2003, e del cugino, David Meza, che fu torturato affinchè confessasse l’omicidio della donna.

Nonostante i resti della Cervantes furono poi ritrovati e Meza fu rilasciato dopo essere stato erroneamente imprigionato, i responsabili della morte della donna sono rimasti impuniti. Witness sta continuando la sua campagna con il lancio di petizione [in], che verrà presentata al Presidente Calderón dal fondatore di Witness, Peter Gabriel, altre celebrità messicane e la madre di Neyra Cervantes. Molti blogger vanno rilanciando la presentazione della petizione, tra cui il blog Resiste Chihuahua [sp].

Mentre la situazione lungo il confine rimane gravissima e molti crimini irrisolti, le donne dell’organizzazione May Our Daughters Return Home parlano delle loro battaglie ma anche delle loro speranze [sp]:

Las familias que participamos en este movimiento hemos convertido en fuerza nuestro dolor. Después de enfrentarnos, además del brutal asesinato de nuestras hijas, a la ineptitud, intransigencia, encubrimiento, corrupción, a la más indiferente actitud de funcionarios y autoridades.

Nos resulta complicado expresar con palabras el dolor desgarrador de saber asesinadas en tales circunstancias a nuestras jóvenes hijas, en un inmenso sufrimiento que no se extingue, y no podemos evitar las lágrimas cada vez que pensamos en ellas o miramos sus objetos personales y sus fotos. Nos angustia y crece nuestro suplicio al imaginar cómo pudieron ser los últimos momentos de nuestras hijas asesinadas a base de torturas y vivimos sin vivir…

Mantenemos la esperanza de que algún día la justicia para la desaparición y muerte prematura de nuestras hijas sea posible, ya que sería la única forma de recuperar nuestra propia vida. Solidaridad para quienes, sin ser nuestras compañeras, comparten ahora mismo la pena de haberles arrancado un pedazo de su vida.

Noi famiglie che partecipiamo a questo movimento, abbiamo convertito il nostro dolore in forza. Oltre ai brutali omicidi delle nostre figlie, abbiamo dovuto confrontarci con l’incompetenza, la testardaggine, l’insabbiamento, la corruzione e l’atteggiamento di indifferenza delle autorità.

È difficile esprimere a parole il nostro dolore straziante, sapere che le nostre figlie sono state uccise in quel modo, è una sofferenza immensa che non ha fine, e non possiamo trattenere le lacrime ogni volta che le pensiamo o vediamo qualche loro oggetto personale o una loro foto. L'angoscia e il tormento aumentano ogni volta che immaginiamo come devono essere stati gli ultimi momenti di vita delle nostre figlie torturate e assassinate, e viviamo senza vivere davvero …

Coltiviamo la speranza che un giorno sarà fatta giustizia per la scomparsa e la morte prematura delle nostre figlie, e solo così potremo recuperare le nostre vite. Ci sentiamo solidali con quanti, anche se non sono parte del nostro movimento, condividono il dolore di aver perso una parte delle loro vite.

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