Tunisia: attacchi contro la libertà di parola

Il governo tunisino sta confermando nuovamente il “forte sostegno” alla libertà di parola. Secondo i giornalisti locali, martedì 27 gennaio dei poliziotti in abiti borghesi hanno circondato gli uffici dell'emittente Kalima, la radio satellitare lanciata recentemente, arrestandone uno dei giornalisti, Dhafer Ottey. Mercoledì, giornalisti e collaboratori di Kalima sono tornati nell’edificio e hanno continuato a trasmettere via radio. I poliziotti hanno inoltre assalito verbalmente e fisicamente alcune persone associate con Kalima. Zouhair Makhlouf, attivista per i diritti umani, è stato attaccato (come si vede nel video) così come Omar Mestiri, redattore capo del sito web di Kalima, che è stato minacciato di morte con un coltello. I poliziotti hanno continuato a insultare i giornalisti di Kalima che non erano all'interno dell’edificio e le molte persone venute a dimostrare solidarietà allo staff di Kalima. Venerdì 30 gennaio, i poliziotti sono entrati nei locali e hanno sequestrato le apparecchiature utilizzate per le trasmissioni. Ecco il video che documento l'attacco ai danni di Kalima.

Inoltre venerdì 30 gennaio il Ministero dell'interno ha sequestrato la 113ma edizione del giornale dissidente “Attariq El Jadid”, prima della consegna alle edicole, sostenendo che il giornale aveva pubblicato il verbale dell'interrogazione di un detenuto su quelli che noti come “i fattidi Gafsa„. La diffusione di tale verbale è illegale in base alle Leggi 63 e 73 del codice di giornalismo, che proibiscono la pubblicazione di documenti legali. Secondo la legge, tali documenti non possono essere pubblicati fino a quando non sono stati presentati pubblicamente in un tribunale. In questo caso particolare, i documenti giuridici in questione erano stati presentati in tribunale l'11 gennaio 2009, rendendone quindi legale la pubblicazione secondo i giornalisti. Il blog Farda-wla9at -O5taha [fr] ha parlato oggi di questa censura segnalando l'articolo del giornale francese ” Le Monde ‘

Tunisia: censurato giornale dissidente per violazione del codice della stampa.

Il settimanale tunisino Attariq Al-Jadid è stato sequestrato con un mandato del Tribunale per violazione del codice della stampa, come riportato da fonte governativa.
Il sequestro è stato ordinato “in virtù degli articoli 63 e 73 del codice della stampa“, secondo un comunicato pubblicato dall’agenzia governativa TAP.

Hatem Chaâbouni, direttore dell'organo bilingue del movimento Ettajdid (partito del rinnovamento, legale) ha indicato al AFP che il giornale sequestrato conteneva il testo dell'interrogatorio di Bechir Laabidi, uno dei capi del movimento sociale di Gafsa (sud), di cui è in corso la causa in appello.

“L'interrogatorio di un imputato può essere reso pubblico da quando è iniziata l’udienza pubblica della causa”, ha assicurato da parte sua Adel Chaouch, capo redattore del giornale.

Gli articoli del codice della stampa vietano, a meno di un’autorizzazione del giudice, la pubblicazione di tutto l'atto della procedura penale e sanzionano “la persona che, in seguito ad agitazioni, ha acconsentito a sostituire sé stesso alle autorità (costituite) regolarmente stabilite“, la cui punizione può arrivare in questo caso fino all’ergastolo.

Bechir Laabidi fa parte di un gruppo di trenta tunisini perseguitati per la partecipazione ad un movimento di protesta sociale nella zona di estrazione mineraria di Gafsa e la cui causa di appello aperta il 13 gennaio proseguirà il prossimo martedì.

È passibile di una condanna che va fino a 10 anni di prigione, pronunciata in prima istanza l'11 dicembre a Gafsa (350 chilometri a sud-ovest di Tunisi).

Il sequestro del settimanale è occorso mentre il pubblico ministero tunisino ha aperto un’inchiesta sul lancio privo di autorizzazione di Kalima, emittente radiofonica diretta dal giornalista dissidente Sihem Bensedrine, secondo una fonte governativa.

“Radio Kalima” aveva iniziato a trasmettere lunedì ma venerdì suoi locali sono stati perquisiti e le apparecchiature sequestrate, ha segnalato all'AFP uno dei suoi collaboratori.

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