Blogger marocchini e tunisini su Gaza: ‘Sono gli innocenti a pagare’

Proseguendo con le reazioni alle bombe israeliane sulla striscia di Gaza [in], ecco la traduzione di quanto hanno scritto alcuni blogger marocchini e tunisini sulle recenti violenze.

Da Tangeri, Marocco, baraka ci ricorda che su Gaza vengono sganciate bombe americane da aerei americani. Critica poi Europa e Stati Uniti per il loro sostegno a Israele, tuttavia trova ancor più deplorevoli la deboli reazioni di certi governi arabi :

…c'est le silence embarrassé des régimes arabes « modérés » qui apparaît dans le triste éclat de son indignité. Pendant que des enfants arabes meurent, des mosquées sont détruites et des hôpitaux ciblés, l'on assiste à un curieux spectacle. Celui du régime qui se veut le gardien des lieux saints et celui qui prétend incarner l'arabité se livrant à des contorsions lamentables. Les atermoiements égyptiens quant à l'ouverture du passage de Rafah resteront dans l'histoire comme un moment difficile à surpasser en matière de couardise.

…È il silenzio imbarazzato dei regimi arabi “moderati” a risaltare tristemente in tutta la sua eclatante meschinità. Mentre i bambini arabi muoiono, le moschee vengono distrutte e gli ospedali presi di mira, si assiste ad uno spettacolo assai curioso: le pietose contorsioni di un regime che si proclama guardiano dei luoghi santi e incarnazione dell'arabità. L'esitazione egiziana sull'apertura del Passaggio di Rafah [in] resta un esempio storico di pusillanimità difficile da superare.

Dalla Tunisia, Hou-Hou Blog [fr] sostiene che la macchina propagandistica israeliana, insieme all'indefesso sostegno degli alleati occidentali, hanno creato una situazione per cui Israele non dovrà mai render conto dei propri atti.

Les stratèges en relations publiques, i.e. propagande militaro-diplomatique, israéliens reprennent le même refrain que celui qu'ils ont martelé lors de la dernière guerre du Liban : ce n'est pas notre faute [fr], nous on est gentils et on veut la paix, c'est eux les méchants qui nous lancent de roquettes et menacent notre sécurité. Et bla bla bla, on connait très bien la chanson. Et ça fonctionne assez bien, du moins en occident où le message est allègrement repris par les gouvernements occidentaux, et notamment canadien.
La rhétorique israélienne est efficace, surtout pour un pays qui a les moyens militaires et le support des décideurs de ce Monde pour faire ce qu'il veut sans rendre de comptes à quiconque…

Gli strateghi delle relazioni pubbliche israeliane, ossia la propaganda diplomatico-militare, continuano a ripetere il vecchio ritornello già intonato in occasione della guerra in Libano: non è colpa nostra [fr], noi siamo buoni e vogliamo la pace, sono loro i cattivi che lanciano razzi e minacciano la nostra sicurezza.  E blah, blah, blah, è una musica che conosciamo fin troppo bene. E che funziona, almeno in occidente, dove il messaggio è stato recepito allegramente dai governi occidentali, specie dal Canada.
La retorica israeliana è efficace, soprattuto per un Paese che dispone di potenti mezzi militari e del sostegno di quanti decidono le politiche mondiali per fare ciò che vuole senza render conto a nessuno…

..Or, il suffit d'être un peu rationnel pour faire la part des choses. Simplement, enfermez des centaines de milliers de personnes en état de siège permanent, dans une petite bande de terre encerclée de toutes parts, coupez l'eau, la nourriture, les médicaments, le pétrole, et le financement, et laissez mijoter quelques mois…

…Basta un minimo di razionalità per capire quanto sta accadendo. Prendete qualche centinaia di migliaia di persone e tenetele in stato d'assedio permanente, in una piccola striscia di territorio circondata da ongi lato, razionate loro acqua, cibo, medicine, carburante, denaro e abbandonatele così per qualche mese…

Quelle fierté peut-on tirer alors du fait de bombarder à l'aide de chars, hélicoptères et autres avions de chasse une population civile entassée dans la plus grande prison au monde à ciel ouvert?

Come si può essere fieri di bombardare, con carri armati, elicotteri e altri mezzi aerei la popolazione civile rinchiusa nella più grande prigione a cielo aperto della Terra?
Kiffe Grave [fr] fa notare che dal 1967 gli Stati Uniti hanno usato il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU ben 39 volte per impedire l'approvazione di risoluzioni contro Israele.

Non che in tutto questo Hamas sia innocente, scrive Hou-Hou. Entrambe le parti hanno le loro colpe e, come al solito, è la gente comune a farne le spese:

Il ne faut pas être naïf non plus. Les hommes du Hamas ne sont pas nés de la dernière pluie, le timing de l'arrêt “unilatéral” de la trêve coïncidant avec la campagne électorale en Israël, n'est certainement pas innocent. Politiquement, le Hamas n'avait pas le choix, il fallait qu'il provoque Israël, il fallait que ça bouge même si ça impliquait d'énormes sacrifices. De toute façon ils n'ont plus rien à perdre, à part leurs vies, et les vies des palestiniens on sait très bien ce que ça vaut. Encore une fois ce sont les innocents, les gens ordinaires qui payent cher le prix des guerres du pouvoir et des idéologies. La paix est morte et enterrée depuis longtemps.

Non bisogna neppure essere troppo ingenui. Hamas non è certo nata ieri. Lo scadere della tregua “unilaterale” in concomitanza con le elezioni in Israele non è stato un caso. Politicamente Hamas non aveva scelta se non quella di provocare Israele, anche a costo di sacrifici enormi. Comunque non hanno nulla da perdere, se non la vita dei suoi uomini e dei palestinesi (di cui conosciamo bene il valore). Ancora una volta, sono gli innocenti, la gente comune a pagar caro per le guerre volute dai potenti e dalle loro ideologie. La pace è morta e sepolta da tempo.

Matoo [fr] commenta in risposta:

Ce qui m'effraie dans cette “histoire” c'est qu'au bout de 60 ans de conflits, avec des meurtres, des attentats, des martyrs, des bonnes volontés et des pacifistes des deux côtés, on ne sait vraiment plus à quel saint se vouer. C'est comme si les “méchants” et les “gentils” étaient des deux côtés de la frontière, et qu'il est impossible de voir une issue favorable.

Quel che mi preoccupa dell'intero “affaire” è che dopo 60 anni di conflitto, con morti, attentati, martiri, volontari e pacifisti da ambo le parti, non si sa più a che santo votarsi. Sembra proprio che ci siano “buoni” e “cattivi” su entrambi i lati del confine, senza alcuna possibilità di prevedere una svolta positiva.

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