Partirò tra una settimana, direzione Sudafrica, ma faccio ancora fatica a capire l'intera faccenda, continuo a comportarmi come se la partenza fosse solo qualche mese.
Sin da ragazzo sono abituato a viaggiare almeno una volta l'anno, e quando rimanevo a casa per un anno intero, cominciavo ad annoiarmi e a non sentirmi a mio agio. Ma viaggiare per pochi giorni è assai diverso dal fatto di vivere per un lungo periodo di tempo in un altro posto.
In passato quando eravamo – Manal e Alaa – solo amici, eravamo giovani e non pensavamo di appartenere a un posto in particolare (la terra natale). Per noi, scegliere dove vivere era esattamente come scegliere cosa studiare o dove lavorare. E ogni volta che sentivamo parlare di un altro Paese ci immaginavamo come sarebbe stato vivere lì, iniziando a pianificare le cose per stablirci in quel posto. I nostri sentimenti nei confronti di moltissimi Paesi – Egitto incluso – erano neutrali.
Ma dopo esserci sposati, aver ottenuto la nostra indipendenza, essere cresciuti (notare come l'ordine delle cose in questo caso sia quasi l'opposto di quanto accade normalmente), quell'immagine del mondo come un luogo aperto, dove potevamo vivere ovunque è leggermente cambiata.
Pian piano abbiamo iniziato a vedere il fatto di viaggiare come una cosa non più tanto agevole, a considerare che la nostra vita e il nostro futuro erano qui in Egitto. Così abbiamo capito che non c'era nessun motivo concreto che ci spingeva ad andar via e vivere all'estero.

Fino a quando non siamo andati a visitare il Sudafrica. Nonostante sia solo stata una breve visita, ci ha fatto cambiare radicalmente opinione. Alla fine di questo breve viaggio sapevamo che ci saremmo andati a vivere. La posizione geografica, la gente, la natura e la storia di questo Paese ci hanno stregati. E la cosa più importante era una sensazione che sembrava accomunarci con tutto ciò. Stavolta affermavamo con convinzione di voler andare a vivere lì. Man mano nostri lavori e la nostra vita hanno cominciato a gravitare intorno all'Africa. Abbiamo iniziato a visitare un Paese africano – l'area sub-sahariana – ogni anno, instaurando molti contatti nel continente. Abbiamo passato notti e giorni a leggere, studiare, guardare film, ascoltare musica e frequentare lezioni sull'Africa, sulla necessità di stabilire un legame con la gente che vi abita e l'importanza di giungere a un'integrazione economica tra i Paesi dislocati intorno al bacino del fiume Nilo.
Tuttavia sono passati 4 anni da quando abbiamo deciso di trasferirci in Sudafrica, e durante questi anni sono cambiate parecchie cose.

Prima avevamo visitato otto diversi e lontani Paesi europei. Ci siamo divertiti moltissimo e volevamo sempre che ogni soggiorno durasse di più. Abbiamo iniziato a pensare di conoscere bene l'Europa, e vivere lì è facilissimo. Quando abbiamo vissuto a Roma per quattro mesi, eravamo sicuri che sarebbe stato stupendo. Ero già stato in Italia un paio di volte prima di allora, il Paese è bello, ho lavorato con gli italiani per due anni, non ho alcun problema a rapportarmi con loro.
Ma alla fine abbiamo capito che vivere in un certo posto è totalmente diverso da visitarlo. Quei quattro mesi a Roma sono stati il periodo più opaco di tutta la vita, non siamo per nulla riusciti ad adattarci alla vita e alla società locale. Una volta tornati in Egitto, ci siamo resi conto di quanto ci fosse mancato, e dubitavamo che avremmo mai potuto vivere in qualsiasi altro luogo.
Ecco perché non riesco a descrivere la mia imminente visita in Sudafrica. Se tutto va liscio potremmo stare lì a lungo, ma non possiamo ancora definirla una migrazione, insistiamo nel chiamarla solo uno spostamento temporaneo. Potrebbe durare tre mesi, un anno o anche cinque (chissà), ma sono tuttora convinto che un giorno o l'altro torneremo in Egitto.
I nostri sentimenti sono ben diversi da quanti vogliono andare all'estero perché non riescono a vivere qui, o perché non sono riusciti a trovare un lavoro qui. Al contrario, qui facciamo una vita bella e comoda, e abbiamo raggiunto ottime posizioni. Forse è questo il motivo per cui, dopo aver concluso tutti gli accordi necessari, ho cominciato a temere che quest'esperienza potrebbe rivelarsi simile a quella italiana, e che la sensazione che abbiamo ricavato dalla nostra visita fatta pochi anni fa potrebbe essere completamente diversa dal fatto di abitarci.

Tutta la storia è partita credendo che il mondo intero fosse uno spazio aperto dove poter abitare, poi abbiamo realizzato che in realtà si trattava solo della parte meridionale, e adesso siamo scettici sulla verdicità di un famoso proverbio sul Nilo d'Egitto – c'è un famoso detto in Egitto secondo cui quando qualcuno beve l'acqua dal Nilo, avrà sempre voglia di farvi ritorno.
Ad ogni modo, arrivederci a tutti e pregate affinché la nostra permanenza in Sudafrica sia positiva e che possiamo andare a vedere gli incontri della nazionale egiziana di calcio quando ci sarà il Campionato del Mondo.