Mozambico: il governo vuole criminalizzare messaggi, email e post “offensivi”

Cittadino reporter, Jornal @Verdade . Foto di Sourcefabric su Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

Cittadino reporter e l'uso di sms, email e social network nella redazione del Jornal @Verdade. Foto di Sourcefabric su Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

[Questo articolo è stato scritto originariamente da Alfredo Manjate (@AlMero05) e pubblicato [pt] dal Jornal @Verdade il 2 aprile 2014.]

Il Governo del Mozambico intende perseguire penalmente la prassi di pubblicare su Internet messaggi telefonici (SMS), posta elettronica (email) o qualsiasi altro tipo di articolo che consideri “offensivo o che metta a repentaglio la sicurezza dello Stato”. La proposta di legge che disciplina tale materia è stata approvata dal Consiglio dei Ministri martedì, 1 aprile 2014, e sarà sottoposta al Parlamento per l'approvazione.

La novità è stata avanzata nel corso della riunione sulla nona Sessione del Consiglio dei Ministri dal ministro della Scienza e Tecnologia, Louis Pelembe, il quale ha dichiarato che la disposizione in questione istituirebbe il regime sanzionatorio delle infrazioni cibernetiche in modo da garantire la protezione del consumatore e aumentare la fiducia dei cittadini nell'utilizzo delle transazioni elettroniche come mezzi di comunicazione e prestazione di servizi.

Area wi-fi gratuita presso l'Università Mondlane, Maputo (Giugno 2013). Foto di Sara Moreira

Area wi-fi gratuita presso l'Università Mondlane, Maputo (Giugno 2013). Foto di Sara Moreira

Spiegando in maniera oggettiva ciò che si intende fare con tale norma in procinto di essere sottoposta al Parlamento, Louis Pelembe afferma:

quem enviar, por exemplo, SMS ou e-mail insultuosos ou que possam pôr em causa a segurança do Estado será responsabilizado no âmbito da Proposta de Lei.

Chi invia, ad esempio, SMS o email offensive o che possano mettere a repentaglio la sicurezza dello Stato sarà perseguito conformemente alla Proposta di Legge.

Tale legge concerne anche le transazioni finanziarie fraudolente, l'accesso a Internet o a basi di dati.

Nel caso specifico dei messaggi telefonici, il ministro ha ricordato che essi “nel passato recente hanno creato molta agitazione nel nostro paese” e che per questo motivo era necessario disciplinare tale materia giuridicamente.

Egli si riferiva alla cosiddetta “Rivolta del Pane“[en], scoppiata nel settembre 2010 ed organizzata via SMS [pt] per protestare contro l'aumento del prezzo di pane, acqua ed elettricità. In seguito, il governo mozambicano emanò, tra le altre restrizioni [pt] imposte sui servizi di messaggistica in Mozambico, un decreto legge ministeriale per costringere gli utenti dei telefoni cellulari[pt] prepagati a registrare le proprie schede SIM presso le due compagnie telefoniche operanti nel paese.

Il ministro ritiene che tale Legge miri a fornire al Governo e al paese uno strumento legale che permetta allo Stato mozambicano di regolare e disciplinare le attività nell'ambito delle transazioni elettroniche.

Una volta approvata dal Parlamento, detta legge sarà la prima in Mozambico a regolare tale materia.

Prove dello Stato di Vigilanza

Un messaggio iniziato a circolare sui telefoni cellulari all'inizio del 2014 ha portato la Polizia di Investigazione Criminale  (PIC) a contattare [pt] la presidente della Lega dei Diritti Umani (LDH), Alice Mabota, per avere chiarimenti in merito al suo coinvolgimento nei fatti. Il messaggio recitava:

Família moçambicana, acordem!!! Guebuza não nos quer ver vivos. Melhor acabarmos com ele do que ele connosco. Apelamos à manifestação imediata para a retirada dele do poder antes que seja tarde. Colabora com a ideia passando a mensagem para os outros. A sms é da Dr. Alice Mabota.

Famiglia mozambicana, svegliati!!! Guebuza non ci vuole vivi. Meglio finire lui prima che lo faccia con noi. Convochiamo una manifestazione immediata per costringerlo a ritirarsi dal potere prima che sia troppo tardi. Collabora inviando questo messaggio ad altri. Il messaggio è stato inviato dalla Dott.ssa Alice Mabota.

All'uscita della stazione di polizia di Maputo, Alice Mabota ha dichiarato davanti ai giornalisti:

só foram perguntar se a mensagem é da minha autoria e eu disse que não era. Eu forneci-lhes os meus três números de telefone para eles investigarem e ver se a mensagem foi enviada a partir de um deles.

Mi hanno soltanto chiesto se ero io l'autrice del messaggio ed io ho smentito. Ho fornito loro i miei tre numeri di telefono affinché possano verificare se il messaggio è stato inviato da uno di essi.

Recentemente, una relazione esaustiva sui Diritti Umani in Mozambico [en], pubblicata dal Dipartimento di Stato americano, ha riportato che il Governo avrebbe condotto intercettazioni telefoniche nei confronti dei membri dei partiti politici e degli attivisti politici e dei diritti umani in Mozambico.

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